Francesco Hayez, vissuto nell’epoca di passaggio tra la cultura neoclassica e quella romantica, diventa il principale pittore italiano della corrente del Romanticismo. La Rubrica Arte di questa settimana è dedicata proprio a questo straordinario artista, due giorni prima dell’anniversario della sua nascita. Pittore dal talento eccezionale, Francesco Hayez, produrrà un’arte che, sebbene ancora impostata sui valori formali del neoclassicismo, dimostrerà una sensibilità nuova in Italia nell’affrontare soggetti di carattere storico o politico.
Francesco Hayez, artista “impegnato”
Francesco Hayez nasce a Venezia nel 1791 ma è a Milano che trascorrerà la maggior parte della sua vita. Proviene da una famiglia di umili origini, tanto che i genitori, quando è ancora bambino, decidono di affidarlo ad una sorella della madre, sposata con Francesco Binasco, antiquario e collezionista di opere d’arte. Proprio lo zio, intuendo le capacità artistiche del giovane Hayez, lo impiega come restauratore per le proprie attività commerciali. Hayez però non è interessato al restauro. Va a bottega dal pittore Francesco Maggiotto e poi frequenta, tra il 1803 e il 1806,i corsi di pittura della Nuova Accademia di Belle Arti di Venezia.
A diciotto anni Hayez vince un concorso indetto dall’Accademia di Venezia e si trasferisce a Roma, dove conosce il celebre scultore Antonio Canova, che diventa per il giovane Francesco una sorta di guida e protettore. A Roma, Hayez riesce a mettersi in mostra, collezionando premi e riconoscimenti. Saranno gli ambienti intellettuali di Milano, però, a fare di Francesco Hayez un artista “impegnato”. Qui conosce Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi ed Ermes Visconti, alfieri del romanticismo e ferventi patrioti.
Gli ideali del Risorgimento in scene mitologiche
Diventa così uno dei principali esponenti del romanticismo storico. Forse in pochi sanno che Hayez può essere considerato un vero e proprio artista “politico”. Molti suoi quadri, infatti, contengono un messaggio nascosto. Nei suoi dipinti gli ideali del Risorgimento, legati al concetto di patria e libertà, vengono rappresentati attraverso soggetti che appartengono ad un passato epico e lontano. L’uso di personaggi mitologici e di scene ambientate in un passato lontano e indefinito è una tecnica a cui Hayez ricorre spesso per rappresentare e divulgare gli ideali del periodo evitando la censura.
Oltre che per i dipinti con soggetti epici e mitologici, Francesco Hayez è celebre per aver ritratto gli uomini più famosi del suo tempo. Tra tutti sono noti i ritratti di Alessandro Manzoni e di Camillo Benso conte di Cavour.
Alcuni dipinti storici
Artista Innovatore e poliedrico, Francesco Hayez diventa l’esponente più rappresentativo del Romanticismo italiano, trattando i temi legati all’Indipendenza dalla dominazione straniera. Anche le opere romantiche di Hayez nascondono spesso un contenuto risorgimentale. La sua pittura quindi si può considerare come una reinterpretazione del romanticismo in chiave storica e classicheggiante. Vediamo insieme alcuni dei suoi dipinti “politici”, forse meno noti al grande pubblico ma che ben esprimono la bravura di questo artista.
Con il titolo di “Vespri Siciliani” si intende la serie di tre dipinti, realizzati da Hayez tra il 1821 e il 1846. In tutte e tre le versioni, l’artista dipinge l’istante in cui il soldato francese Drouet è stato trafitto dopo aver tentato di molestare la giovane sposa e si accascia a terra prima di morire. L’opera di Hayez rappresenta il momento iniziale dei vespri siciliani, la rivolta popolare che si ebbe in Sicilia nel 1282 contro la dominazione degli Angioini francesi. La storia di epoca medievale permette ad Hayez, in pieno Risorgimento, di celare il significato simbolico della rivolta contro lo straniero (francese, austriaco o spagnolo) finalizzata all’unificazione dell’Italia.
“Pietro Rossi”, realizzato tra il 1818 e il 1820, rappresenta il signore di Parma che deve decidere se sacrificarsi per la patria o cedere alle richieste della moglie e delle due figlie. Francesco Hayez dipinge un’opera che fu immediatamente considerata un punto di riferimento per il romanticismo italiano. Questo perché Hayez, attraverso la scena di questo episodio storico, che fa riferimento l’opera pubblicata nel volume “Histoire de la République de Venise” di Laugier del 1758, mostra il tormento di un uomo che deve decidere tra gli affetti familiari e l’amore per la patria.
“La congiura dei Lampugnani”, realizzato nel 1826, racconta un episodio avvenuto il 26 dicembre 1476 a Milano. Racconta la congiura organizzata e capitanata da Giovanni Andrea Lampugnani ai danni del duca Galeazzo Maria Sforza. L’opera riscosse un grande consenso di pubblico per l’allusione alle lotte dei carbonai spinti dal desiderio di libertà.
Il Bacio
Anche il famosissimo “Il Bacio” è un dipinto che nella sua forte nota romantica, cela un significato patriottico e politico. Ne esistono tre versioni, in ognuna delle quali a variare è il colore dell’abito della donna. La prima versione, la più celebre, viene realizzata nel 1859, tre mesi dopo l’ingresso trionfale a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III. L’abito della donna è di colore azzurro per riprendere i toni della bandiera francese, mentre l’uomo indossa il verde e il rosso dell’Italia. Ecco che l’opera si trasforma in un dipinto politico. Al centro della scena il simbolico bacio tra le due nazioni, alleate per liberare il regno Lombardo Veneto dal giogo austriaco.
Ilaria Festa
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