Francia, ad un passo dall’impresa

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Di Alessandro Salvetti

Fino a mercoledì, il Marocco si era dimostrato più forte di tutto e tutti. Amrabat e compagni, però, non sono riusciti a superare la Francia di Deschamps, una macchina quasi perfetta, capace di superare, seppur con qualche fatica, anche i magrebini, approdando così alla seconda finale degli ultimi 4 anni. Ai transalpini, adesso, manca solo un gradino per completare la scalata che porterebbe di diritto Mbappé e compagni nella storia.

Il percorso della Francia

Sfatato il tabù dei campioni in carica grazie al passaggio (agevole nonostante la sconfitta contro la Tunisia) della fase a gironi, i Bleus hanno macinato gol e spettacolo nelle successive sfide ad eliminazione diretta, liquidando la Polonia agli ottavi con un 3-1 perentorio, e superando con il brivido anche l’Inghilterra, che in Qatar era arrivata per vincere il Mondiale, con tanto di borsa vuota da riempire con la coppa. Nella semifinale, poi, la sorpresa Marocco, libera da pressioni e con la voglia di stupire ancora, andando oltre i pronostici e le assenze.

Non sono bastati, però, la caparbietà di Amrabat, il guizzo di Ziyech, la velocità di Hakimi. Per superare i francesi, a quanto pare, serve ben altro. L’approccio sbagliato alla partita da parte del ct magrebino Regragui ha condizionato l’avvio e ha permesso a Theo di mettere subito in discesa la gara, che per centimetri sarebbe potuta tornare in equilibrio grazie alla rovesciata di El Yamiq, parata da Lloris con l’aiuto del palo. E forse il Mondiale del Marocco si è fermato lì. Kolo Muani, grazie al gol segnato pochi secondi dal proprio ingresso, ha certificato ciò che, adesso, sembrava scontato anche alla vigilia: la Francia può fare il bis.

Photo credits: FIFA World Cup/Getty Images

La spedizione francese in Qatar: esperienza e gioventù

Tchouameni e Giroud, Kolo Muani e Varane, Upamecano e Lloris. È il mix di Deschamps, che per fare la storia del calcio francese ha portato in Qatar la spensieratezza dei giovani e l’esperienza dei senatori. Formula vincente fin qui, alla quale non si possono non aggiungere la classe di Mbappé (giovane senatore) e l’abnegazione di Griezmann, non più goleador, ma regista offensivo che talvolta agisce da libero per pulire l’area di rigore e riciclare palloni da distribuire a chi è chiamato a segnare. E quest’ultimo è Giroud, che a 36 anni sta vivendo una nuova giovinezza, grazie al Milan e grazie all’infortunio di Benzema, fresco di Pallone d’Oro.

Tutti i francesi aspettavano il ritorno della stella del Real dopo anni di assenza, ma si sono ritrovati ad esultare per quell’usato sicuro che tanto avevano criticato nel 2018 per non aver mai calciato in porta. Tutto sembra andare per il verso giusto a Deschamps, che ha riscoperto Rabiot, divenuto perno della mediana francese, e Theo Hernandez, titolare a causa dell’infortunio del fratello, che però, non ha fatto rimpiangere. A complicare le cose, può sembrare assurdo, potrà essere l’influenza del cammello, che ha già colpito il centrocampista bianconero, e Upamecano, entrambi assenti in semifinale, a cui si è aggiunto Coman. A due soli giorni dalla finale contro l’Argentina, quindi, c’è il terrore che in casa francese possa scoppiare un focolaio.

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Autore: Alessandro Salvetti.

Crediti foto: pagina Facebook ufficiale Equipe de France de Football.