Franco Zeffirelli, il regista che ci racconta l’amore

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Di Sabrina Baiocco

Franco Zeffirelli nasce a Firenze cento anni fa, il 12 Febbraio del 1923. E’ stato un grande regista e sceneggiatore italiano. Nato fuori dal matrimonio, la madre all’anagrafe lo registra con un cognome inventato, Zeffirelli, ispirata dall’Idomeneo di Mozart. Negli anni sessanta varca la soglia della cinematografia italiana con due opere shakespeariane La bisbetica domata e Romeo e Giulietta. Nel 1972 cura la regia di Otello. Dopo il grande successo con Gesù di Nazaret del 1977, produce importanti pellicole italiane come Il Campione, Amore senza fine, Il giovane Toscanini e Amleto. Nel 1993 esce al cinema Storia di una Capinera, ispirato all’opera di Giovanni Verga. Viene eletto Senatore della Repubblica nello stesso anno. Tra il 1996 e il 1999 ci regala i capolavori Jane Eyre e Un the con Mussolini. Nel 2002 dirige Callas Forever e Il barbiere di Siviglia. La regina Elisabetta II lo nomina Cavaliere Commendatore dell’ordine dell’impero britannico. Nel 2019 realizza La Traviata di Giuseppe Verdi che non va in scena in quanto muore la settimana prima. Verrà trasmessa la diretta su Rai uno, a cui è presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Zeffirelli ci racconta l’amore in tutte le sue forme, di seguito alcune delle sue pellicole più famose.

Fratello Sole, sorella Luna: Zeffirelli ci spiega la storia di San Francesco

Franco Zeffirelli negli anni Ottanta (ANSA)
Franco Zeffirelli

Film di Zeffirelli del 1972, ispirato al testo originale delle creature di San Francesco d’Assisi. Il giovane Francesco, torna dalla guerra profondamente cambiato e devoto a Dio. Quando regala ai poveri i tessuti della famiglia, scatena la furia del padre che lo conduce dal vescovo per farlo punire. Il ragazzo abbandona la famiglia, si spoglia dei suoi averi e si rifugia con i poveri in una piccola chiesa. Sarà seguito da Bernardo e Chiara (Santa Chiara) che diverranno i suoi più grandi seguaci. Lo stile di vita di Francesco, così rigido e vicino a quello di Dio, ispira molti concittadini di Assisi ma suscita le ire di altri. Proprio per questo motivo la chiesa di Francesco viene data alle fiamme. Il giovane credente si recherà cosi da Papa Innocenzo II. Con l’approvazione del Papa ha origine così il cosiddetto Ordine Francescano. Tre delle canzoni che fanno da sfondo al film sono cantate da Claudio Baglioni. Il film ottiene una candidatura agli Oscar, vince il nastro d’Argento e un David di Donatello. E’ netta la trasposizione dell’opera ai giorni nostri e il Francesco di Zeffirelli ci racconta in maniera minuziosa il cambiamento del ragazzo che si avvicina a Dio e alle sue regole in maniera assoluta.

Otello e la forza istigatrice di Jago

Otello del 1986 è ispirato all’opera di William Shakespeare, rivedendo l’opera lirica di Giuseppe Verdi.  Tutto ruota sull’odio e l’invidia provata da Jago nei confronti di Otello. Otello è il nuovo comandate dell’isola di Cipro. Jago, alfiere, fa ubriacare il capitano Cassio durante una festa e lo spinge a chiedere alla moglie di Jago, Desdemona, di intercedere per lui per entrare nelle grazie del comandante. Ma cospira contemporaneamente contro di lui insinuando il sospetto in Otello che ci sia una relazione clandestina fra Cassio e Desdemona. Quando Otello si convince di questa menzogna uccide la moglie. A differenza dell’opera di Verdi si concluderà con l’uccisione anche del malvagio Jago. Jago può essere visto come la forza istigatrice di Otello che insinua rabbia nel  personaggio. Zeffirelli porta in scena un  Otello abbastanza fedele al capolavoro di Verdi.

Jane Eyre, la perfetta riproduzione dell’epoca che ci dà Zeffirelli

Tratto dal romanzo di Charlotte Brontë pubblicato nel 1847 Jane Eyre racconta uno spaccato di vita dell’autrice. Come quello di una governante che per le durissime condizioni in cui la faceva vivere rovinerà per sempre la salute sua e delle sue sorelle. Jane Eyre è la storia di un’orfana lasciata alle cure di un’orrenda matrigna, cognata del padre. La ragazza sarà poi l‘istitutrice in una casa di un nobile uomo, il signor Rochester, di cui si innamorerà . Jane è portata sul grande schermo anche nel 1943 con Joan Fontaine e Orson Welles, intitolato La porta proibita. La Jane di Franco Zeffirelli esce nel 1996 ed è prodotto dalla Miramax. Il film è interpretato da Charlotte Gainsburg che all’epoca ha 25 anni e William Hurt che ne ha 20 di più, i quali fanno coppia sul grande schermo. Zeffirelli per la sua Jane utilizza la bellezza particolare e dura dei lineamenti della Gainsbourg e dà molta importanza alla riproduzione dei vestiti dell’epoca, ripropone anche fedelmente tutte le ambientazioni. Il luogo dove sono girate le scene del film è Haddon Hall. La moglie di Rochester ormai divenuta completamente pazza ,Bertha, è interpretata con grande ardore da Maria Schneider. Jane ci appare sempre molto razionale, mentre la Schneider interpreta una donna con istinti omicidi. Zeffirelli le da un volto che rispecchia pienamente il  soffocamento e la soppressione dell’epoca vittoriana.

Storia di una Capinera, il pentimento di una novizia

Storia di una Capinera del 1993 diretto da Franco Zeffirelli è tratto dal romanzo di Verga. Ambientato nella Catania di metà Ottocento invasa dal colera. Maria, interpretata da Angela Bettis, è costretta a lasciare il convento per tornare a casa da suo padre e dalla sua matrigna. Conosce così Nino, laureando in giurisprudenza e di nota famiglia, che la corteggia. Maria affascinata dal giovane, decide comunque di fare ritorno in convento e di prendere i voti. Proprio qui si pentirà della sua decisione. Ella assiste poi per sbaglio al matrimonio di Nino, che si legherà proprio alla sorella di Maria, Giuditta. La giovane novizia si dichiarerà a Nino ma sarà ormai troppo tardi. Giuditta infatti aspetta un figlio dal marito. I due si daranno un ultimo bacio e Maria diventerà suora. Degna di nota la scelta di Zeffirelli di utilizzare Vanessa Redgrave, famosa rivoluzionaria come monaca impazzita per amore. Il direttore sceglieva sempre gli attori in base al loro trascorso di vita.

Sabrina Baiocco

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