Il 25 Giugno 1903 nacque Eric Arthur Blair, meglio noto come George Orwell, un famoso scrittore, giornalista e critico letterario britannico. Egli è ricordato come uno dei maggiori scrittori di prosa inglese del XX secolo. I suoi due romanzi più famosi furono: ”La fattoria degli animali”, una allegoria politica, e “1984”, una distopia o anti-utopia che descriveva una realtà fantascientifica totalitaria; l’aggettivo “orwelliano”, infatti, nacque proprio da quest’opera ed è usato ancora oggi per indicare dittature improntate sul controllo del pensiero.
George Orwell, lo scrittore anticonformista: vita e pensiero
Orwell nacque in India, precisamente a Motihari. La sua famiglia, di condizioni economiche modeste, aveva origini scozzesi. Suo padre lavorava come funzionario presso l’Indian Civil Service, l’amministrazione britannica presente sul territorio indiano. Già nel 1904, un anno dopo la sua nascita, si trasferì nel Regno Unito. Frequentò il collegio “Saint Cyprian School” passando degli anni non molto felici: le sue sofferenze furono da lui raccontate nell’opera “Such, such were the Joys” datata 1947.
Dimostratosi uno studente brillante, Orwell ottenne una borsa di studio per il famoso Eton College. In quest’ultimo ebbe modo di assistere alle lezioni del professor Aldous Huxley, probabile ispiratore del romanzo “1984”. Dopo aver preso la decisione di abbandonare gli studi si arruolò nella polizia imperiale in Birmania. Dopo cinque anni si trasferì a Parigi e Londra e iniziò la carriera di giornalista.
Partecipò prima alla guerra civile spagnola all’interno del Partito di Unificazione Marxista, e poi cercò di entrare nell’esercito britannico durante il secondo conflitto mondiale. A causa di numerose ferite non venne accettato, ma riuscì successivamente a diventare sergente nella Home Guard. Superata questa fase, Orwell si dedicò solo alla scrittura, come autore di libri e come giornalista. Morì all’età di soli quarantasei anni per tubercolosi.
Pensiero e opere
Fu indubbiamente uno scrittore dal linguaggio chiaro ma dal contenuto altamente complesso. George scrisse opere in cui eccheggiava la sua volontà di ribellione nei confronti dei regimi totalitari, della mancanza di libertà di pensiero. Si trattava si un autore anticonformista e dichiaratamente socialista, intellettuale, tanto da porsi anche contro l’Unione Sovietica (lo stalinismo), insomma una testa pensante.
“La fattoria degli animali” è proprio una parodia dell’Unione Sovietica in cui gli animali (sudditi) mettono in atto una rivolta contro il cattivo padrone. Tale rivolta, tuttavia, non portò poi alla vittoria reale: i maiali, in seguito, crearono un nuovo regime tirannico. Nel secondo romanzo (“1984”), invece, Orwell parla di un altro regime totalitario nella città di Londra. Il Grande Fratello comandava la vita dei cittadini, riprendendoli sempre e privandoli della loro libertà.
Nonostante le trame e le vicende siano volontariamente distorte in peggio, oltre i limiti della realtà, il pensiero di Orwell è facilmente applicabile alla società contemporanea: siamo realmente liberi o la nostra è una finta libertà?
“In tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”.
George Orwell
Da rivoluzionaria dico che la vera libertà è lontana anni luce dalla nostra epoca storica. Si tratta di un periodo più che “orwelliano”, una vera distopia presente.
Giusy Celeste