Giocatori preoccupati di tornare ad allenarsi

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Di Redazione Metropolitan

Come riportato da Fox 13 News, molti giocatori in NFL si dichiarano preoccupati di dover tornare ad allenarsi in questo periodo.

Durante il periodo di offseason, qualsiasi cosa è stata svolta in maniera virtuale, incluso il draft NFL, ed inoltre anche le strutture di allenamento di ogni team sono state chiuse dalla lega a causa dell’emergenza coronavirus.
Durante le ultime settimane c’è stata una graduale riapertura delle sopracitate strutture, con allenatori e staff tecnici che hanno potuto farvi rientro da questo venerdì.

Possono avere accesso alle strutture anche tutti i giocatori occupati nella riabilitazione in seguito a qualche infortunio, mentre tutti gli altri dovranno, con molta probabilità, aspettare fino al prossimo mese.

L’Associated Press ha colto questa occasione per sentire i pareri di alcuni giocatori, molti dei quali si dichiarano preoccupati di dover tornare ad allenarsi senza una cura sicura o dei vaccini in grado di contrastare o prevenire il coronavirus.

Tuttavia, questi ultimi, seppur preoccupati, si stanno affidando alle regole imposte dal personale medico della lega, il quale ha previsto delle misure di sicurezza per cercare di minimizzare il rischio di contagio. Tra queste, vi è il controllo obbligatorio della temperatura corporea e frequenti test anti-Covid effettuati da personale qualificato.
È prevista, inoltre, una quarantena di due settimane per tutti quei giocatori che abbiano dei sintomi influenzali.

Giocatori NFL coronavirus

Gli unici giocatori che attualmente hanno libero accesso alle strutture sono quelli che stanno svolgendo degli allenamenti differenziati a causa degli infortuni.

Uno di questi è Bradley Chubb dei Denver Broncos, il quale ha dichiarato:

“Il mio obiettivo principale, in questo momento, è ovviamente quello di tornare a giocare a football, ma sono un po’ preoccupato per il virus. Ma so anche che l’NFL ha un sacco di professionisti al suo interno e sono sicuro che riusciranno a trovare la soluzione giusta”.

Anche Allen Robinson dei Bears la pensa allo stesso modo. Ha infatti detto:

“Penso che verranno presi dei provvedimenti e che ci sarà un piano adeguato per metterci tutti quanti nella situazione migliore”.

Alex Mack dei Falcons ha anche aggiunto:

“Sarà sicuramente una preoccupazione in più quest’anno. Ogni anno durante l’inverno arrivano raffreddori ed influenze e siamo consapevoli dei rischi che corriamo quest’anno. Purtroppo, il coronavirus non è una semplice influenza e potrebbe causare dei danni gravissimi ai polmoni”.

Proprio Mack sa bene di cosa si provi ad essere colpito da un virus simile, avendo contratto nel 2009 l’influenza suina.

Il mondo dell’NFL ha imparato a conoscere il coronavirus non appena Von Miller ha annunciato di aver contratto il COVID-19. Chubb ha infatti detto:

“Quando ho saputo di Von ho capito quanto fosse seria la cosa. Ed ho capito subito che dovevo stare a casa per il mio bene e soprattutto per evitare di diffonderla in giro”.

Akiem Hicks dei Bears si è dichiarato impaziente e allo stesso tempo ansioso di dover tornare in campo.

“Durante la quarantena ho anche creato un cocktail e l’ho chiamato ‘quarantini’. Quello che voglio è solo essere al sicuro e sono convinto del fatto che faranno del loro meglio per far sentire al sicuro noi giocatori. Ma ho comunque paura”.

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Foto nell’articolo: Kevin C. Cox/Getty Images