Ieri, in pienissima campagna elettorale, Giorgia Meloni ha provato a risollevare una delle questioni più spinose dell’agenda del centrodestra: il presidenzialismo. Dal forum Ambrosetti di Cernobbio si è scagliata contro i partiti “che oggi fanno finta di farsi battaglia e poi tentano di mettersi d’accordo, avremo sempre stesso problema”, alludendo forse a Calenda che proprio ieri ha affermato di essere disposto a fare un governo di larghe intese praticamente con chiunque. La leader di FdI ha continuato a propugnare il modello presidenziale, “bravissimo Mario Draghi, ma perché non ha funzionato come doveva? Perché siamo una Repubblica Parlamentare… questo è il grande limite della politica italiana”.
Contro i partiti Giorgia Meloni propone il presidenzialismo, rilanciando l’unità di intenti della destra e continuando: dall’Ambrosetti anche opinioni su PNRR e prezzo del gas
Giorgia Meloni vuole intendere il presidenzialismo come antidoto ai partiti che “fanno finta di combattersi tra loro” e poi si alleano. Non lo dice, ma sembra intenderlo: “tutto questo alle spalle degli italiani”. Utilizzando un lessico da manuale, che un po’ la butta sulla disaffezione per la rappresentanza parlamentare (tutti corrotti, tutti ladri) che tormenta la Repubblica Italiana dal 1946, un po’ su argomenti come “gli italiani devono votare chi li rappresenta”, la Meloni segue le tracce e gli esempi del “leader forte”. Il problema è quello, afferma Meloni, “non avere una visione”: larghe intese, alleanze che si cambiano in parlamento. Rimane però da capire come una figura politica come garante del sistema istituzionale possa effettivamente arginare le alleanze di partito da campo largo e larghissimo. Giorgia parla con in tasca il primo posto nei sondaggi da inizio campagna elettorale.
Se la destra è fondamentalmente d’accordo con il progetto presidenziale, “ci sono delle differenze e delle sfumature, altrimenti sarebbe un partito unico”. Però “Sulla visione fondamentalmente siamo d’accordo, come sull’approccio produttivista, sulla centralità della famiglia, sulla libertà economica, sul fisco”. Unità d’intenti su questioni che ormai, giocoforza, hanno conquistato un peso non indifferente nel discorso elettorale: “io non comprendo la timidezza europea sul tetto prezzo gas… nell’Europa della solidarietà gli altri difendono gli interessi nazionali”. Sulle bollette ha confermato che “si può provare a trovare le risorse in altro modo”. Sul PNRR invece è sicura che “possa essere perfezionato. Perfezionare non vuol dire stravolgere, anche se alcune scelte di politica industriale non sono state pienamente colte”.
Alberto Alessi
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