Giugno, la poesia di Giosuè Carducci che descrive il mese dell’allegria; amato dai più piccoli per via della fine della scuola e da molti autori della letteratura che lo hanno omaggiato con strofe e componimenti. Nello spazio preposto alla Letteratura per l’Infanzia, uno dei componimenti più belli dedicati al  Mese del Sole, della libertà e della giovinezza.

Giugno, Giosuè Carducci e la potenza creatrice del Mese del Sole

Pascoli Estate - Photo Credits: aiab.it

Giugno, descritto da Giosuè Carducci, è il mese dei campi sconfinati di grano biondo; dei papaveri, delle vacanze, della scuola che sta per finire. Le atmosfere di Giugno sono intrise di chiarori; di sere tiepide che annunciano l’afa di Luglio e Agosto. E, ancora, di spighe fluttuanti sotto il sole dorato. Uno dei componimenti più belli dedicati a questo periodo dell’anno, è proprio Giugno di Giosuè Carducci.

È il mese dei prati erbosi e delle rose; 
il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
fiammanti e la sera mille e mille lucciole 
scintillano fra le spighe.
Il campo di grano ondeggia al passare 
del vento: sembra un mare d’oro.
Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.

In questa poesia dal titolo Giugno, il poeta descrive le caratteristiche tipiche del mese, quando, la natura è ormai al culmine del suo rigoglio. Giugno è il mese del Solstizio d’Estate, le giornate si allungano e ci sono più giorni di luce. Le notti sono miti, terse e chiare: i giardini e i prati raggiungono si rinverdiscono nella loro veste più variopinta. I fiori tipici di questo periodo dell’anno sbocciano, ricoprendo radure e campi: le rose, i fiordalisi, i papaveri fra le spighe del grano e le lucciole; i deliziosi coleotteri luminescenti peculiari del mese di Giugno.

La poesia si conclude con un’immagine bucolica ma placida: la serenità di un contadino intento a guardare, soddisfatto e lieto, le messi pregustando il raccolto successivo che, da lì a poco, andrà cogliere: simbolo delle fatiche di un anno che il Mese del Sole rifocillerà con i suoi doni.

Stella Grillo

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