La guerra in Ucraina va avanti da un anno esatto: era il 24 febbraio del 2022 quando la Russia invadeva il Donbass. Tra distruzione e ricostruzione il conflitto non si ferma.
Le fasi del conflitto
Dodici mesi fa, Putin lanciava ufficialmente la sua “operazione speciale” per “denazificare e demilitarizzare” l’Ucraina. Le truppe russe sono arrivate entrando da nord, est e sud. Si dice che il presidente russo avrebbe sperato in un conflitto lampo, ma le carte in tavola sono cambiate tra resistenza e contrattacchi.
Attualmente Mosca occupa tra il 15% e il 20% dei territori ucraini, contro il 27% che era riuscita a controllare nei momenti di maggiore forza della sua offensiva. Nonostante la stanchezza lo stato di Kiev non è ancora caduto e non accenna a voler cedere neanche un centimetro di terra.
Dall’entrata delle truppe russe in Ucraina inizia la distruzione di alcuni territori che si lascia dietro un tappeto di morti. Dal fronte settentrionale i russi partono spediti verso Kiev puntando al aeroporto di Hostomel ma vedono fallire il loro piano di impossessarsene. La risposta degli ucraini è più di quella che si sarebbero mai immaginati. Da qui da guerra lampo si trasforma in guerra d’attrito.
Possibili scenari
Tra sanzioni da parte dell’occidente, negoziati di pace e incontri tra le delegazioni dei due paesi coinvolti nel conflitto non si trova una soluzione e falliscono tutti i tentativi di mediazione. Nel frattempo il presidente Zelensky questo inverno vola per la prima volta fuori dall’ucraina e chiede a Washington ulteriori aiuti militari che arriveranno dalla Germania, dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti.
Pochi giorni prima dall’anniversario del conflitto Putin annuncia la sospensione del trattato di New Start che prevedeva la riduzione delle armi nucleari strategiche. Il conflitto potrebbe allargarsi e tra Mosca e Kiev volano accuse reciproche di invadere la Transnistria, una regione separatista della Moldavia.
Nel frattempo il conflitto non accenna a finire e recentemente la guerra è piombata in una situazione di stallo dove nessuno dei due paesi sembra intenzionato a retrocedere.
Simona Alba
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