“Hai vent’anni” e ”Come le onde del mare”: intervista a Gennaro Madera

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Di Redazione Metropolitan

Poeta, autore e produttore di libri, risponde alle nostre domande il giovanissimo Gennaro Madera, classe 1998. Dopo i suoi grandi successi, scopriamo qualcosa in più del suo ultimo successo “Hai vent’anni“, un’opera poetica illustrata, ricca di tematiche e messaggi.

Hai vent’anni: Gennaro Madera e l’impulso poetico

M.M.: Sei uno scrittore giovanissimo, con già diverse pubblicazioni alle spalle, ma quando è nato realmente questo impulso della scrittura?

G.M.: Ho sempre scritto: dalle poesie da consegnare alle maestre delle elementari, che ricordo venissero pubblicate su Avvenire, a delle mail che mi mandavo da solo dove sfogavo malumori e buttavo giù parole (questo l’ho scoperto un paio di anni fa ritrovando un indirizzo mail inutilizzato e avevo completamente rimosso: inutile palesare l’imbarazzo) fino ai post su Facebook, che rielaboravano battute nate insieme ai miei amici; per non parlare degli appunti sui quaderni, seguendo annoiato le lezioni alle superiori. Insomma, è stata sempre presente ma mai del tutto consapevole. Io scrivevo ma non mi rendevo conto di farlo. Poi ho vinto un concorso di poesia nel 2016. Da lì ho pubblicato il mio primo libro e quindi è anche iniziata la mia attività “imprenditoriale”. Direi che la consapevolezza è stata il punto di svolta per comprendere e accogliere a braccia aperte un impulso, tuttavia, da sempre vivo.

M.M.: Da Come le onde del mare a Hai vent’anni quanto è cambiato del “primo” Gennaro? Come sei passato dalla dimensione relazionale e intimista a tematiche più quotidiane?

G.M.: È cambiato tutto. Sono semplicemente cambiato io. Penso al mio – scrivere ed essere – in maniera costantemente fluida. Stanotte rimuginavo su come mi piacerebbe cambiare: stile, registro, proporre altro. Qualcosa di nuovo, di intravisto, di diverso. Metto costantemente in discussione me stesso su cosa voglio fare e chi voglio essere. È da un po’ di tempo che sono tediato dal mio generalismo. Da qui l’esigenza in Il mio paese ovvero l’universo intero, seconda sezione di Hai vent’anni, di parlare di luoghi che respirano, nomi di persone, situazioni comuni, familiari, quotidiane, vive; dare corpi ed espressioni e ricordi e speranze ai protagonisti delle poesie.

Gennaro Madera. Hai vent'anni. Phot credits: Il Visionario
Hai vent’anni – Photo – Credits: Il Visionario

Menuzza che mi passa le crispelle, Pia che ricorda di quando faceva l’amore all’alba sotto i lidi; un micio che si posa al centro esatto della strada. Volevo porre lo sguardo all’interno del mio paese, dove ho passato la pandemia, e vagare con la mente. In futuro invece vorrei viaggiare e scrivere dei mie viaggi, magari in versi. È un progetto che ho in mente quando sarà possibile.

M.M.: Hai vent’anni è un bellissimo volume che fonde insieme i tuoi testi alle illustrazioni di Emma Meloni. Come è nata questa idea di “poesia pop”, come tu stesso l’hai definita nella presentazione del libro?

G.M.: È nata – ancora una volta – dalla consapevolezza. Era il mio terzo libro ma mi ero reso conto di lavorare così da sempre: unire l’arte illustrativa alle parole; così ho deciso di stilare un manifesto, come si è fatto nei secoli antecedenti al mio. Offrire al lettore un’esperienza artistica completa è la mia volontà. E arrivare a tutti. Perché la poesia deve avere l’ambizione di essere popolare, altrimenti la potenza delle parole avrebbe meno peso. Che la poesia incateni lasciando liberi, questo voglio.

Che si leghi alla gente e che generi altra poesia. Sono un autore indipendente ma non mi piace lavorare totalmente da solo. Emma Meloni è una delle mie artiste preferite: ha una sua testa, un suo tratto, una sua visione: sensibile, naturale, libera, passionale, pura. Ero certo che avrebbe dato alle mie poesie quel qualcosa in più, ritagliandosi il suo spazio: così ha fatto. Senza di lei non sarebbe stato lo stesso libro e non avrebbe avuto la stessa potenza.

Poeta e produttore di libri

M.M.: Hai un importante seguito su Instagram e le tue poesie circolano molto sui social. Quanto pensi che questa loro versatilità abbia contribuito a farti conoscere come poeta?

G.M.: Instagram è un diario e una vetrina per me. è il motore dell’aspetto “markettaro” del progetto ma è anche un organo intimo e delicato. Su Instagram va quello che credo possa avere più immediato appiglio, ma è poi il libro la vera opera completa, ciò che vorrei rimanesse nel tempo. Sicuramente se qualcuno mi legge lo devo tutto alla divulgazione tramite i social, ma col tempo vorrei costruirmi un gruppo di lettori e lettrici che mi leggessero al di là dei social: come autore, semplicemente. Ogni tanto accade: mi scrive qualcuno che non mi segue ma che mi legge. Questo non mi dispiace affatto, anzi. Ma senza Instagram sicuramente non arriverei a questo tipo di lettori.

M.M.: Oltre ad essere uno scrittore, sei anche un produttore, non solo dei tuoi libri, ma anche quelli di altri giovani emergenti. Come è nata questa volontà? Da cosa nasce questa esigenza di auto-prodursi e produrre?

G.M.: Quando lo feci per la prima volta con me è stato perché le case editrici non accettavano il mio progetto Crescere (lunghissimo, troppo lungo per un libro di poesia, 263 pagine) ma io non volevo mollare. Mi sono detto: studia, impara e fai. Ora puoi, è il decennio giusto. Ha funzionato. È piaciuto. Ho continuato. Successivamente alcuni scrittori, apprezzando il mio lavoro da produttore sui miei libri, mi hanno contattato proponendomi di affidarmi la loro opera.

Gennaro Madera. Hai vent'anni. Photo credits: Mystalk
Gennaro Madera. Hai vent’anni. Photo credits: Mystalk

Ho detto: perché no? Così ho creato www.haiventanni.com e messo in pratica tutto ciò che avevo imparato per me a favore di altri. È un lavoro che mi piace tantissimo. Mi appassiona e coinvolge: tratto le opere come fossero mie e cerco di vestirle al meglio. E poi che onore vedere i miei libri e quelli a cui ho lavorato stare insieme in alto alle classifiche di poesia di Amazon.

M.M.:In un’intervista rilasciata qualche anno fa per un canale della tua città natìa, Cariati, hai affermato di avere una “storia d’amore con la poesia”. E’ ancora così? E se sì, andate sempre d’accordo?

G.M.: Mi permetterai di risponderti con alcuni versi? Spero di sì. E comunque sì, è ancora decisamente così.

Con la poesia io lotto: perdo. \ Lei si nasconde, offesa, \ e tante volte non si riconosce in me:\ mi rinnega. \ Come un padre criminale \ il figlio nato per suo errore. \ Viviamo insieme, ci stuzzichiamo. \ Ci allontaniamo. \ L’abbandono è ciò che più temo. \ Il distacco naturale. \ L’indifferenza cruda animale. \\ Si isola. In me. \ La tradisco. \ Bacio guance di plastica che appicco col fuoco \ della mia non-accettazione: inalo tossine. \ Mi perdo. \ Faccio perché devo. \ Nego. \ Non posso permettermi di disturbare il sonno vitale di chi mi dà vita. \ Devo accettare l’attesa per l’atteso.

Va così, insomma, che amo e perdo e aspetto. Aspetto che ritorni. Sono un sottone della poesia, ma quando va via la rispetto, la comprendo: ha tanti amanti ed è bello così. Vivo per lei, direbbe Bocelli. Vivo con lei, ti dico io.

Pandemia e creatività

M.M.: In Hai vent’anni ci sono versi scritti durante la pandemia. Come hai vissuto, a livello creativo, questo momento? Hai usato il tempo per preparare nuovi scritti o hai avuto delle difficoltà nel trovare l’ispirazione?

G.M.: Buona parte della seconda sezione è stata scritta interamente in pandemia. E nonostante ciò ho cercato di estrapolare il più possibile l’aspetto sereno e riparatorio della situazione. Volevo che il libro emanasse energie prettamente positive: un amore ritrovato, un rito paesano celebrato, la natura che, libera, si riprende tutto; un’alba che così bella non la si era mai vista. Certo, ci sono anche altri sentimenti, ma volevo che questi fossero i trainanti.

Hai vent'anni, Gennaro Madera - Photo credits: CariatiNet.it
Hai vent’anni, Gennaro Madera – Photo credits: CariatiNet.it

Dal punto di vista emotivo ero distrutto. Tutto si era fermato. Dovevo presentare il libro in alcune scuole e tutto è stato cancellato: poi la distanza, il contatto, l’assenza, la paura. Tanta negatività. Ma dal punto di vista della produttività a livello creativo e lavorativo stavo molto bene. Il libro doveva uscire ad Aprile, poi è stato spostato a giugno: questo ha fatto sì che io abbia potuto lavorare – di più e meglio – sia all’opera che all’aspetto delle promozioni e delle collaborazioni.

M.M.: Alla luce della tua esperienza finora, quali consigli daresti ad altri giovani scrittori che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso? Quale tua poesia leggeresti per incoraggiarli?

G.M.: Non copiare. Distinguiti. Il tuo obiettivo è quello di restare negli anni e di scansare la gioia effimera e plastificata. Spogliati. Mostra la tua pelle. Renditi umano perché tale sei. Sbaglia e migliora. Investi tempo, risorse ed energie. Nulla verrà per caso. Dietro un cosa è non stare fermi. successo ci sono anni e mesi e giorni e ore e minuti e secondi vissuti intensamente: di lavoro, creazione, correzione. Chiediti se sei disposto a fare tutto ciò: è lecito cambiare risposta nel tempo. L’unico monito è studiare e non stare fermi.

Se dovessi leggere una poesia sarebbe pagina 85 di Hai vent’anni.

Hai vent’anni

e fragile

hai paura di scivolare

in quel mondo duro, serio,

responsabile

dove nessuno ti aspetta

perché non sei più

giovane,

non sei la promessa.

Hai vent’anni

e nulla è perso

basta un’idea per cambiare

l’universo;

per trovare un senso

al sacrificio.

Si parte da un mattone

per costruire un edificio.

Si rinasce migliori

dopo il maleficio.

Claudia Sferrazza

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