Foto della Redazione
E’ giunto il tempo di tirare le somme della stagione 2018-2019 con l’Henry Cotton Award
A 5 tornei alla fine della corsa in direzione Dubai bisogna iniziare a tirare le somme della stagione 2018-2019.
A breve verrà eletto anche nel vecchio continente il miglior esordiente e quindi dopo il Roy del PGA tour cerchiamo di scoprire insieme chi vincerà il premio “Sir Henry Cotton Rookie of the Year” assegnato dall’European Tour.
Il vincitore viene scelto da una giuria formata da membri della PGA European Tour, del Royal and Ancient Golf Club of St.Andrews e dall’associazione dei giornalisti. Tra i passati vincitori possiamo ricordare Sergio Garcia, Jon Rham ed il nostro Matteo Manassero.
Tanto per cominciare iniziamo a chiarire per i non golfisti o per quelli molto giovani chi è questo Cotton.
Oltre ad essere pilota della Royal Air Force durante la seconda guerra mondiale, Henry giocò 3 Ryder Cup (1929,37 e 47) e fece suoi 3 Open Championship ed anche un Open d’Italia nel 36.
I candidati:
Quest’anno la sfida è molto tesa, tantissimi sono i nomi e di seguito proveremo a dare degli spunti su chi può vincere:
Guido Migliozzi: il nostro portacolori ha il sangue negli occhi quando vede la vittoria all’orizzonte. Tira la palla tanto,troppo forte. Vince in Kenia ed in Belgio, importante notare come abbia vinto con facilità una gara stroke play ed una match play. Un mio personalissimo candidato per la Ryder romana. Ancora tanto da fare ma sulla buonissima strada.
Adri Arnaus: lo spagnolo che ha vinto l’anno scorso la classifica del Challenge tour e che è approdato sul tour maggiore con i fari puntati addosso. Secondo in Kenya dietro al nostro Guido. Come tutte le nuove leve tira la palla veramente forte. Una pecca? La testa. L’ha persa all’Open di casa dove stava dominando, il potenziale però è veramente gigantesco.
Kurt Kitayama: americano con uno swing senza dubbio singolare. Vince in Oman e se la cava veramente bene nel vento all’Open de France. Terzo da solo in una Rolex series (l’Italian Open) sfiorando la vittoria.
Molto continuo e soprattutto 12esimo nella Race to Dubai.
Robert (Bobby) Macintyre: scozzese con zero vittorie quest’anno ma tantissimi piazzamenti. Inizia a giocare seriamente a golf un po’ tardino (17 anni), ma quando capisce che sa muovere il bastone in modo magistrale decide di sfiorare la vittoria in Germania ed Italia. Due risultati pesantissimi sommati a diversi piazzamenti.
Considerato l’erede di Collin Montgomery, forse anche per il suo swing molto morbido, si trova settimo nella Race to Dubai.
Come Im Sungjae sul PGA “rischia” di diventare anche lui un ROY senza vittorie (sino ad ora).
Abbiamo grandi speranze per questi giovani che ci faranno brillare gli occhi ancora per qualche torneo… e non solo.
Per altri articoli seguite la pagina Il Golf di Metropolitan Magazine