ViaggiAmo oggi si concentra sui luoghi della Memoria sparsi per il nostro Paese. Ieri era, infatti, la Giornata della Memoria; intendiamo, quindi, arricchire le conoscenze in materia di Olocausto attraverso una disamina di musei, fondazioni e realtà monumentali in cui il ricordo si fa più forte.

Fondazioni, musei e monumenti, in ricordo della Shoah da Nord a Sud

Sono luoghi che spesso rattristano ed incupiscono l’animo dei visitatori; posti forti in cui tuttavia è necessario recarsi per rendere anche solo un saluto ai milioni di morti provocati da una delle peggiori nefandezze che l’uomo abbia mai concepito. Secondo le statistiche, certe realtà sono oggetto di visita di natura soprattutto didattica, finalizzata ad educare giovani studenti; in altri casi, è in particolare la Giornata della Memoria ad attirare un cospicuo numero di visitatori.

A mio parere, è però necessario ampliare il target a cui avvicinare i siti della Memoria nel nostro Paese, così da sensibilizzare le persone sull’argomento, promuovendone la conoscenza. Sono ben 180 i luoghi della Memoria in Italia, eppure solo meno di 30 sono considerati di reale interesse turistico. Si tratta perlopiù di località situate presso le 21 comunità ebraiche presenti sul territorio; nello specifico, si annoverano 20 musei, 60 sinagoghe e 100 cimiteri storici. Andiamo a scoprirne alcuni!

Fondazione Memoriale della Shoah

Binario 21, Stazione Centrale di Milano. PhotoCredit: FocusJunior
Binario 21, Stazione Centrale di Milano. PhotoCredit: FocusJunior

Ci troviamo a Milano, sotto la Stazione Centrale. Qui vennero caricati su vagoni merci migliaia di ebrei e oppositori tra il 1943 e il 1945, per essere trasportati verso Auschwitz e altri campi di concentramento. Partivano dal binario 21 che, oggi, è tutto dedicato al ricordo. Restando in Lombardia si aggiungono inoltre il Museo e la Sinagoga di Sabbioneta.

Complesso Museale Ebraico di Casale Monferrato

Il Museo di Monferrato ospita la più importante collezione di oggetti d’arte ebraica d’Europa. Ancora in Piemonte, si potranno visitare la Sinagoga e la Mostra Permanente di Carmagnola e la Sinagoga e il Museo Ebraico di Asti.

Risiera di San Sabbia

Questo immenso complesso, originariamente usato per la pilatura del riso, è stato trasformato in un campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943, per lo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia e per la detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Attraverso stime e testimonianze, oggi si desume che morirono in Risiera tra i 3 e i 5 milioni di prigionieri.

Molti di più dovettero essere coloro che vennero catturati per poi essere smistati in altri campi di concentramento. Oggi è possibile visitare il luogo, dichiarato Monumento Nazionale e divenuto museo.

Celle della Risiera di San Sabbia. PhotoCredit: DoveViaggi
Celle della Risiera di San Sabbia. PhotoCredit: DoveViaggi

Museo Ebraico di Roma

All’interno del complesso monumentale del Tempio Maggiore, il museo racconta una delle più antiche comunità ebraiche presenti al di fuori di Israele. La Comunità Ebraica vive, infatti, a Roma da 2.200 anni ininterrottamente. Il museo è aperto al pubblico dal 1960, ed è stato realizzato in un’area molto significativa, cioè quella del ghetto ebraico nella città.

Fondazione Fossoli

Ci troviamo a pochi chilometri dal comune modenese di Carpi. Qui sorge il campo nazionale della deportazione razziale e politica dall’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Di qui, dunque, passavano tutti i prigionieri (in maggior parte ebrei) diretti ad altri campi di concentramento. Di questa località parla ampiamente Primo Levi: anche lui infatti si trovò qui prima di essere deportato nel campo di Buna-Monowitz.

Sono ancora tantissimi i luoghi della Memoria sparsi per tutta la penisola italiana. La lista non si conclude di certo qui e speriamo di aver contribuito ad accrescere l’interesse per certi monumenti, di inequivocabile importanza storica, sociale e culturale. Questi luoghi necessitano di essere valorizzati tutto l’anno per non essere relegati alle 24 ore di una giornata internazionalmente riconosciuta.

Martina Pipitone