Sognatore, creativo, visionario, Walt Disney è spesso descritto in questo modo per la sua voglia di realizzare qualcosa di mai visto prima. Con lui prendono piede i lungometraggi d’animazione, partendo dal grande progetto di Biancaneve e i sette nani del 1937, la sua eredità continua ancora oggi. Sono ben 60 i Classici Disney realizzati e per ognuno il punto di partenza è sempre lo stesso: ideare un conflitto per sviluppare la storia. Partendo da protagonista contro antagonista, con aggiunta di spalle, magia e insegnamenti, abbiamo una buona collezione di esempi di bullismo nel corso della storia dei Classici Disney.
Il bullismo esiste da tantissimo tempo e nelle forme più varie: dai bulli che credono di scherzare a quelli più meschini e calcolatori. L’obiettivo dei Classici di animazione Disney è quello di raccontare storie sempre nuove, con una morale e adatte ad un pubblico di tutte le età. Più recentemente, i film vengono pensati anche per un pubblico internazionale e vogliono essere rappresentativi. Questa grande varietà ci permette di osservare diverse tipologie di bullismo e anche vari modi per affrontarlo.
Il classico bullo
Pensando ad un bullo ci viene in mente un personaggio arrogante, violento e negativo che spesso associamo all’antagonista. Da spettatori è subito chiaro l’aspetto negativo del personaggio nel ruolo del bullo, ma molto spesso gli altri personaggi all’interno della storia non se ne rendono conto.
Tra i classici Disney abbiamo l’esempio de La carica dei 101 (1961) in cui la cattiva Crudelia De Mon si rivolge ai suoi tirapiedi Gaspare e Orazio con aggressività. In questo caso assistiamo al bullo che abusa della sua posizione di leadership. Un altro esempio lo abbiamo ne Le avventure di Ichabod e Mr Toad (1949) nell’episodio La leggenda della valle addormentata. Infatti, il narratore presenta Brom Bones proprio come il bullo della città che, nonostante i suoi scherzi, è particolarmente amato in tutto il paese.
Disney e il bullismo contro il diverso
La diversità è uno tra gli elementi che più spesso fanno scattare episodi di bullismo. Sia che si tratti di una caratteristica fisica, sia che si tratti di una personalità fuori dal comune: il più piccolo dettaglio che rende diversi è il primo appiglio del bullo.
Uno dei primi esempi di bullismo per una caratteristica fisica diversa lo vediamo in Dumbo (1941). Qui, l’elefantino viene deriso ed escluso per le sue orecchie più grandi del normale. Diventando fonte di risate per gli ospiti del circo e una vergogna per gli altri elefanti. La classica situazione di bullismo tra bambini la vediamo in Lilo & Stitch (2002), in cui Lilo viene esclusa e considerata strana dal resto del gruppo solamente a causa della sua personalità eccentrica.
Il bullo geloso
Tra le ragioni per cui il bullo agisce contro chi è diverso, può essere presente una gelosia di fondo. Il bullo potrebbe invidiare una caratteristica fisica o caratteriale della sua vittima e, geloso di non possederla, se la prende con il malcapitato.
Un chiaro esempio nei Classici Disney lo abbiamo in Biancaneve e i sette nani (1937), infatti la regina vuole eliminare la protagonista solo perché è più bella di lei. Una situazione analoga la rivediamo anche in Cenerentola (1950), sempre trattata male dalle sorellastre, perché considerata inferiore. Abbiamo il culmine del loro comportamento da bulle quando le strappano il vestito prima di andare al ballo.
Il bullo e le etichette
Quando siamo di fronte a qualcosa di nuovo, le reazioni più comuni e opposte sono due: abituarsi e accettare oppure non concepire la novità. Quasi come se piegare le proprie abitudini fosse un costo esorbitante, il bullo si affeziona alle etichette.
Zootropolis (2016) è un buon esempio che mostra come un’etichetta stia alla base di pregiudizi e bullismo. Nel film abbiamo chiara fin dall’inizio la distinzione tra gli animali che erano prede e quelli che erano predatori. Nonostante il progresso raccontato nel film, questa distinzione di base è la causa per cui i grandi sogni della coniglietta Judy di diventare poliziotta siano spesso derisi. Anche in Chicken Little (2005) sono presenti evidenti atteggiamenti di bullismo nei confronti del protagonista. Anche questo viene etichettato per un ingenuo errore fatto in passato che nessuno sembra disposto a dimenticare.
Disney e il bullismo per tornaconto
Tra le altre motivazioni che sono alla base del bullismo può esserci un ragionato vantaggio da parte del bullo. Questo comportamento meschino mira ad aggirare la vittima inculcandole credenze errate in modo da imbrogliarla e sfavorirla.
L’esempio più famoso è quello raccontato in Pinocchio (1940), in particolare quando i personaggi approfittano dell’ingenuità del burattino. Lo vediamo prima con il Gatto e la Volpe, che gli dicono di lasciar perdere la scuola e poi di nuovo con Mangiafuoco che finisce per metterlo in gabbia.
Il bullo consapevole
Tra i bulli che agiscono per tornaconto ci sono quelli che pianificano per bene come imbrogliare la vittima. Con facilità si fingono alleati del malcapitato e fingono di agire nel loro interesse.
Abbiamo un esempio ne Il gobbo di Notre Dame (1996) in cui Frollo fa credere a Quasimodo che, visto il suo aspetto, la cosa migliore sia nascondersi. Il protagonista passa quindi anni rinchiuso a Notre Dame, convinto di essere un mostro. Una situazione analoga la vediamo anche in Rapunzel (2010) in cui Madre Gothel fa credere a Rapunzel che il mondo sia un posto spaventoso e che la cosa più sicura sia rimanere nella torre. Così, la ragazza, passa anni lontana da tutto, con la sola compagnia del falso affetto di Gothel.
Il bullo inconsapevole
Parlando sempre di azioni e comportamenti determinati dall’egoismo, esistono situazioni in cui il bullo non si rende conto dei danni che sta facendo.
Abbiamo un esempio ne Le follie dell’imperatore (2000), qui il protagonista giustifica le sue azioni credendo che, vista la sua posizione di comando, tutto sia lecito. Solamente trovandosi in una posizione sfavorevole, riuscirà a comprendere il punto di vista opposto. Un altro comportamento negativo inconsapevole lo abbiamo visto nel recentissimo Encanto (2021). Qui, la nonna della famiglia impone limitazioni spinta dalla necessità di autoconservazione, non accorgendosi della tensione che crea in famiglia.
L’antidoto al bullismo proposto nei Classici Disney
Disney, oltre a mostrare le scene e i tipi di bullismo, utilizza anche approcci diversi a seconda della necessità. Nella maggior parte dei casi in cui il bullo coincide con l’antagonista, la storia si conclude facendogli fare una brutta fine. Garantendo così una sorta di finale felice destinato solo agli eroi, spiegando che il bullo, alla lunga, non rimarrà dalla parte dei favoriti.
Nei lavori più recenti, il bullo si accorge delle conseguenze delle sue azioni e inizia un percorso di crescita personale sviscerando la causa e trovando la soluzione. In questo caso, quindi, tutti sono invitati a fare un’auto analisi sul proprio comportamento mettendosi nei panni degli altri.
Nel caso di bullismo contro chi è diverso, Disney insegna che non si può piacere a tutti. Chi osa sognare in grande sa già che qualcuno storcerà il naso, ma, proprio come Walt Disney che all’inizio era considerato folle per i suoi progetti spropositati, bisogna proseguire senza farsi influenzare, scegliendo le persone giuste da avere al proprio fianco.
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Elisa Scaglia