Il partito democratico ha deciso di ripresentare in Parlamento il ddl Zan. Sottolineano che è doveroso approvare la legge contro l’omotransfobia e se non riuscissimo sarebbe una sconfitta per il Paese, sopratutto perchè ce lo stanno chiedendo i giovani.

Il partito democratico ripresenta in parlamento il ddl Zan

Sono passati sei mesi dall’affossamento in Senato da quando ci fu quell’indimenticabile applauso ed esultanza di vari senatori di destra all’annuncio dei risultati della votazione. La bocciatura del disegno di legge contro l’omotransfobia provocò una grande polemica e vergogna per molti italiani, è stato un evento che si diffuse anche sui principali giornali esteri come il The Guardian.

Oggi, il partito democratico ha deciso di ripresentare in Parlamento il ddl Zan  nel suo testo originale. Il testo, in 10 articoli, è quello approvato dalla Camera nel 2020 e bocciato dal Senato lo scorso novembre, dove sono venuti meno voti di forze che invece avevano dato il loro sostegno a Montecitorio. L’obiettivo è quello di riguadagnare quei consensi.

Ha dichiarato il segretario del Pd Enrico Letta ripresentando il testo: “Ripresentiamo il ddl Zan nella sua versione originale per una battaglia che praticamente noi non abbiamo mai abbandonato. Siamo comunque disposti a modifiche. Per noi il campo dei diritti è fondamentale, rimane fondante nel Dna del partito. Riteniamo che sia possibile e doveroso approvare la legge contro l’omotransfobia e se non riuscissimo sarebbe una sconfitta per il Paese”.

Il ddl sarà depositato a palazzo Madama, prima firma la capogruppo dem Simona Malpezzi. “Nessun ultimatum, nessuna sfida, nessuna bandiera“, scandisce Letta insieme ai parlamentari Pd, Alessandro Zan, Monica Cirinnà e Simona Malpezzi. Letta continua dicendo che: l’obiettivo preciso è quello di “riannodare quel filo spezzato”, quindi si torna in Parlamento, e si valuteranno anche eventuali modifiche purchè non stravolgano l’obiettivo: portare a casa una legge contro i crimini d’odio. Tutto cio bisognerà farlo “entro la fine di questa legislatura, sottolinea il leader dem oppure sarebbe una sconfitta.

L’Italia è l’unico Paese che in Europa non ha una legge contro i crimini d’odio insieme all’Ungheria e la Polonia

Alessandro Zan, che ha dato il nome al disegno di legge, ha spiegato: “L’Italia è l’unico Paese che in Europa non ha una legge contro i crimini d’odio insieme all’Ungheria e la Polonia. E non può essere che l’Italia sia sullo stesso piano dell’Ungheria di Orban“.

Dal centrodestra sono immediate le risposte. Interviene subito Maurizio Gasparri di Forza Italia: “Ripresentano lo stesso testo della legge Zan? Queste sono le priorità del Pd. Ma se errare è umano, perseverare, come si sa è diabolico. Punire più severamente le discriminazioni è doveroso. Introdurre nuove discriminazioni e reati di opinione è una scelta sbagliata, che si confermerà perdente”.

“I giovani ci stanno chiedendo di dare una sferzata dei diritti a questo Paese”

La senatrice Malpezzi ha voluto specificare nella conferenza stampa che “Il Pd pone grande attenzione che viene soprattutto dai giovani che ci stanno chiedendo di dare una sferzata dei diritti a questo Paese. Noi pensiamo che tutto si possa tenere insieme, dall’impegno per stare vicini alle imprese in questo momento, al tema dei diritti. Teniamo insieme tutto perché fa parte del dna del Partito Democratico”

Le speranze di vedere il testo approvato in questa legislatura sono pochissime. Le parole di Monica Cirinnà, la senatrice, sono piene di sconforto al punto tale che dice che servirebbe un miracolo: “Ripresentiamo il testo così come è uscito dalla Camera e speriamo in un miracolo, ovvero che chi lo ha votato alla Camera lo rivoti in Senato. Il Pd aderisce a tutta l’onda dei pride“.

L’Italia è il paese in cui vengono ammazzati più transgender in Europa

I punti di discussione sono sempre gli stessi: “Togliere l’identità di genere come chiedono in molti significa togliere la protezione ai transgender che sono le persone più discriminate; e le più uccise, visto che l’Italia è il paese dove ne vengono ammazzate di più in Europa” ha dichiarata alla Stampa Alessandro Zan.

C’è il nodo della scuola, dell’ingresso nelle aule delle tematiche Lgbtqi+, e quello della celebrazione della giornata mondiale contro l’omotransfobia. Su tutto si pone il problema dell’articolo 4  che è stato accusato di limitare la libertà di opinione.

Purtroppo niente è cambiato rispetto a sei mesi fa, e sembra molto complicato che il centrodestra approvi un testo che potrebbe essere baluardo del centrosinistra anche nella prossima campagna elettorale. E’ da notare che la fine naturale della legislatura è fra meno di un anno, nel marzo 2023.

Valeria Muratori

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