Il dossier dell’intelligence svela i legami tra Russia e partiti europei

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Di Redazione Metropolitan

Stando a un dossier confidenziale compilato dalle forze d’intelligence statunitensi, sarebbero ormai certi i legami economici che legherebbero il presidente della Russia Vladimir Putin e i partiti politici di oltre 20 paesi europei, asiatici e africani fin dal 2014. I rapporti transnazionali risulterebbero soprattutto economici: 300 milioni di dollari la cifra complessiva dei trasferimenti di denaro che Putin avrebbe versato nelle casse dei partiti incriminati, i cui nomi rimangono ancora nell’ombra. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha chiesto a Washington se l’Italia è presente tra questi venti paesi, ma le risposte ricevute sono state parziali e inconcludenti. L’ex ambasciatore USA presso la NATO ha accusato pubblicamente che Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega siano tra questi, ma rimangono ancora indiscrezioni, tuttavia che potrebbero corroborare i sospetti dei legami tra Cremlino e forze politiche italiane.

Kurt Volker, ex ambasciatore: “Mosca ha finanziato FI, FdI e Lega”. Cos’altro sappiamo del dossier che lega il regime di Putin alle forze politiche europee

Salvini nella Piazza Rossa di Mosca nel 2014, indossando una maglia con il volto di Putin

I sospetti c’erano, ma adesso le teorie dei legami economico-politici tra la Russia e partiti politici di Europa, Asia e Africa potrebbero prendere una consistenza sempre più evidente grazie al dossier. Il disegno di un rapporto tra i partiti che hanno costantemente difeso l’operato dello Zar, dubitando sulle sanzioni o ponendo un “veto ideologico” sull’invio di armi in Ucraina, aleggiava già da tempo, e già François Hollande aveva, in un certo senso, sintetizzato efficacemente il progetto di interferenza politica entro l’Unione Europea. Ma l’operazione di destabilizzazione dell’unità comunitaria (che riguarda soprattutto i partiti euroscettici, che nel nostro paese non mancano di certo) sarebbe partita nel 2014, all’epoca dell’invasione della Crimea. Ma il finanziamento continuerebbe ancora oggi.

Stando a fonti dell’amministrazione statunitense a conoscenza sia delle quantità di denaro che dei suoi destinatari rilasciate a “La Stampa”, la Russia avrebbe l’intenzione di trasferire “almeno altre centinaia di milioni di dollari” per finanziare i partiti di tutto il mondo. Il dossier dell’intelligence cita inoltre alcuni degli oligarchi coinvolti nell’operazione, sorta di “middle-men” che rimuoverebbero i sospetti di diretta implicazione tra Putin e partiti, tra cui Yevgeniy Prigozhin e Aleksandr Babakov. Ma i sospetti raggiungono anche particolari implicazioni anche l’oltremanica e gli Stati Uniti: i finanziamenti avrebbero sostenuto economicamente Brexit in Gran Bretagna e Trump negli Stati Uniti. Ma i sospetti europei hanno nomi noti: Marie Le Pen e il suo Front National, i separatisti catalani in Spagna, persino il movimento No Vax.

Il dossier è una scossa che annuncia un terremoto? Le conseguenze della corruzione della Russia su larga scala potrebbero essere disastrose. Le risposte dei “massimi sospettati”.

In un’intervista rilasciata a Paolo Mastrolilli, Kurt Volker, ex ambasciatore statunitense, ha ben chiaro l’identikit dei massimi sospettati: “Sapevamo da anni che i russi spendono per influenzare le elezioni in tutto l’Occidente. Cercano di promuovere la divisione nelle nostre società e fra i nostri paesi. Questi 300 milioni non hanno fruttato molto, però hanno migliorato le prospettive di alcuni partiti, come quello di Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia da voi“. Volker continua citando anche le altre due forze del cdx italiano. “La Lega è in circolazione da parecchio tempo ed era noto che riflettesse le prospettive russe… Berlusconi ha sviluppato uno stretto rapporto personale con Putin, e forti relazioni di business con la Russia”. Ma se è vero che Salvini non ha ancora mai nominato direttamente Putin in nessuno dei suoi tweet – di cui è molto prolifico -, Berlusconi ha più spesso mostrato alcune incertezze.

Matteo Salvini invece è in prima linea per difendere l’onestà intellettuale ed economica del suo partito. “Mai presi soldi dalla Russia”, risponde alle accuse di Enrico Letta, che riporta polemicamente la notizia chiamando in causa il leader della Lega. Ma Salvini attacca con una mossa che sa di archeologico: “Gli unici che hanno preso soldi in passato dalla Russia sono i comunisti e qualche quotidiano come Repubblica. Io non ho mai chiesto né preso soldi. Dicano nomi e cognomi. Ha pagato il Pd? Se la Russia ha pagato il Pd è giusto che si sappia”. Salvini dissotterra il Partito Comunista Italiano (discostato da quello russo fin da i fatti rivoluzionari di Budapest del 1956) sperando di ricollegare in qualche modo PD e PCI. E se i nostalgici potrebbero – magari – sperarlo, è chiaro che questo colpo di coda sia in qualche modo sospetto. Ma non azzardiamo ipotesi.

Alberto Alessi

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