Il massacro di Villisca: tanti sospettati, nessun colpevole

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Di Redazione Metropolitan

Per la rubrica “Cronache del mistero” oggi ripercorriamo il caso del “massacro di Villisca“, una piccola cittadina dello stato dell’Iowa, Usa. La strage avvenne, presumibilmente nella notte tra la notte del 9 e le prime ore del 10 giugno 1912. Degna trama di un cruenti film horror, resta un caso irrisolto. La cittadina di Villisca in quegli anni contava circa 2000 abitanti, ed era considerata il posto ideale dove crescere figli e condurre una vita tranquilla. In una delle tante villette immerse nel verde viveva la famiglia Moore, composta dal padre Josiah B. Moore di 43 anni, dalla madre Sarah di 39 anni, e dai loro quattro figli: Herman di 11 anniMary Katherine di 10 anniArthur Boyd di 7 anni Paul Vernon di 5.

La benestante famiglia Moore era conosciuta e apprezzata da tutti all’interno della piccola comunità. Il 9 giugno 1912, Katherine Moore invitò a casa sua, due sue amiche, Ina Mae di 8 anni e Lena Gertrude Stillinger di 12, per passare la notte insieme. Quel pomeriggio, le bambine e la famiglia Moore andarono alla chiesa presbiteriana dove parteciparono al “Children’s Day Program“. Evento organizzato da Sarah Moore. Finito l’evento intorno alle 21.30, i Moore, Ina e Lena tornarono verso casa Moore, arrivando tra le 21.45 e le 22. Alle 7 di mattina del 10 giugno, Mary Peckham una vicina dei Moore, notando che nella villetta non c’era movimento e non sentendo voci o rumori provenire da li, incuriosita, decise di suonare al campanello della numerosa famiglia.

Il massacro di Villisca: le indagini

Nella foto un ritaglio di giornale relativo al massacro di Villisca  photo credit: medium.com
Nella foto un ritaglio di giornale relativo al massacro di Villisca photo credit: medium.com

La donna suonò più volte e non ricevendo risposta si allarmò. Tornata in casa decise di avvertire Ross Moore, fratello di Josiah. L’uomo preoccupato dal racconto della signora Peckham, si precipitò sul posto. Arrivato alla villetta Ross si introdusse in casa. Tutto, dentro e fuori la villetta sembrava immobile. A quel punto decise di aprire la porta d’ingresso con un doppione di chiavi che il fratello gli aveva affidato per le emergenze. L’uomo fece pochi passi all’interno della casa e lo spettacolo a cui assistette fu raccapricciante. Ross entrò in salone e aprendo la porta della camera degli ospiti, scoprì i corpi massacrati di Ina e Lena, le amichette della piccola Mary Katherine.

Ross, atterrito corse fuori e chiese alla vicina di chiamare di chiamare Hank Horton, sceriffo della cittadina. Da li a qualche minuto la polizia raggiunse la villetta dei Moore. Lo sceriffo, perlustrando la casa si accorse che tutti i componenti della famiglia erano stati barbaramente uccisi. Nella stanza degli ospiti dove si trovavano i corpi senza vita di Ina e Lena fu rinvenuta un’ascia, di proprietà di Josiah, e ritenuta l’arma dell’orrendo massacro. I medici legali arrivati sul posto, stabilirono che i delitti avvennero tra la mezzanotte del 9 e le prime ore dell’alba del 10 giugno. Con la perlustrazione emersero alcuni indizi. Uno su tutti, la presenza di svariati mozziconi di sigaretta lasciati all’interno della soffitta di casa Moore.

Gli indizi e i sospettati

Nella foto la villetta della famiglia Moore , nella quale fu compiuto il massacro  photo credit : aminoapps.com
Nella foto la villetta della famiglia Moore , nella quale fu compiuto il massacro photo credit : aminoapps.com

Questo indusse la polizia ad ipotizzare che l’assassino per entrare in azione, avesse aspettato pazientemente, che tutti in casa si fossero addormentati. Dalle indagini emerse che la strage iniziò nella camera dei padroni di casa, Josiah Sarah MooreJosiah ricevette più colpi d’ascia di ogni altra vittima. Il killer usò la lama dell’ascia contro Josiah e la parte non affilata sul resto delle vittime. Dai rilevamenti fatti sui corpi, medici e polizia stabilirono che l’unica persona probabilmente sveglia nei minuti in cui veniva compiuto il massacro fu Lena. Un evidente segno sul braccio della piccola dimostrava un tentativo di difesa.

Le indagini portarono all’attenzione della polizia parecchi indiziati per quell’orrendo massacro. Uno di questi fu il reverendo George Kelly, più volte sospettato di mostrare morboso interesse nei confronti delle bambine della comunità. Il reverendo affetto da schizofrenia, venne scagionato. Un altro sospettato per il massacro di Villisca, fu William Mansfield. Di lui, si scoprì che aveva ucciso con uguale “Modus operandi” la moglie, suo figlio, il padre, la madre e la suocera. Tutto questo accadde esattamente a 2 anni dal massacro della famiglia Moore. L’uomo risultò estraneo ai fatti, trovandosi nel giorno del massacro nello stato dell’Illinois. Il caso resta irrisolto.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina (I massacro di Villisca) photo credit: mysteriesrunsolved.com

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