Amato alla follia o detestato cordialmente, non ci sono mezze misure; in ogni caso, il romance si conferma il genere letterario del momento. Spesso in cima alle classifiche di vendita, i romanzi d’amore occupano uno spazio sempre maggiore sugli scaffali delle librerie di tutto il mondo. Che si tratti di nuove uscite o classici intramontabili, riscoperti dalle nuove generazioni dopo secoli dalla loro pubblicazione, le storie d’amore appassionano milioni di lettori di qualsiasi età ed estrazione sociale.
Eppure, nonostante il successo, i libri “rosa” continuano a subire un certo pregiudizio, che li relega a “narrativa di serie B”, o comunque destinata ad un pubblico esclusivamente femminile; facile individuare, in questa fama, un sottotesto velatamente (ma non troppo) maschilista, che tende a destinare alle donne argomenti più frivoli e leggeri. In realtà, il termine romance contiene al suo interno diverse sottocategorie, dalle storie adatte ai giovanissimi ai racconti erotici; si presenta, inoltre, come un filone del fantasy, del crime o dell’horror, in cui la love story tra i protagonisti ricopre un ruolo chiave ai fini della trama.
Quando e dove nasce il romance
La denominazione romance, o romantic novel, affonda le sue radici nella letteratura inglese, e racchiude in sé un genere prosatico che pone al centro della narrazione la relazione amorosa tra due o più personaggi. Patrizia Violi, nel saggio Breve storia della letteratura rosa, fa risalire le sue origini al XIX secolo e le riconduce ad autrici come Jane Austen e le sorelle Brontë. La sua notorietà crebbe soprattutto in Francia, nei primi decenni del Novecento, grazie alla prolifica attività di Delly, pseudonimo dei fratelli Jeanne-Marie e Frédéric Petitjean de la Rosière, insieme a Berthe Bernage, Alphonsine Zéphirine Vavasseur, in arte Max Du Veuzit, Jeanne Philbert, aka Magali e molti altri. In area anglofona, furono i romanzi dalle sfumature erotiche dell’inglese Elinor Glyn a spopolare degli anni Venti, così come le opere di Berta Ruck, Ruby Ayres e Barbara Cartland.
In Italia, la pioniera della narrativa d’amore fu la toscana Orsola Cozzi, ma la svolta si ebbe con la collana La Biblioteca delle signorine, pubblicata a partire dal 1912 da Salani Editore. A questa seguirono i Romanzi della rosa, che comprendevano anche l ciclo della Primula Rossa, opera della Baronessa Orczy. A partire dagli anni Trenta, s’imposero Liala, Mura e Luciana Peverelli. Negli anni Ottanta, una delle collane più apprezzate fu Harmony, nata da un’iniziativa di Laura Donnini, direttrice di Harlequin Mondadori. Nei seguenti decenni ottennero ampi consensi scrittrici come Sveva Casati Modigliani, Susanna Tamaro e Margaret Mazzantini.
Il boom dei romanzi rosa
Ai giorni nostri, sono estremamente frequenti dei casi letterari riconducibili a questo genere. Basti pensare alla londinese Sophie Kinsella e ai suoi innumerevoli best seller, da I Love Shopping (e sequel vari) a Sai tenere un segreto?, entrambi diventati pellicole per il grande schermo. Si potrebbe citare anche l’irlandese Cecelia Ahern che, con P.S I Love You e Scrivimi ancora, ha spezzato miliardi di cuori, ma anche la compatriota Sally Rooney e il suo Normal People, a metà tra pink novel e romanzo di formazione. E che dire di Stephenie Meyer che, mescolando amore e vampiri, ha dato vita alla saga di Twilight? Un successo globale, dalla cui costola è stato generato un altro fenomeno, stavolta dalle tinte più hot: Cinquanta sfumature di grigio, nato dalla penna di E.L. James, partito come fanfiction su Bella Swan ed Edward Cullen e poi diventato una trilogia.
Anche l’Italia, dal punto di vista sentimentale, sa il fatto suo. Guida astrologica per cuori infranti, opera prima di Silvia Zucca, ha ottenuto ottimi risultati in termini di vendite, ed è recentemente diventato una serie prodotta da Netflix. Anche Fabbricante di Lacrime di Erin Doom, ha spopolato nella comunità del BookTok, sulla piattaforma TikTok. Con quasi 500.000 copie vendute nel solo 2022,è stato il libro più venduto dell’anno nel nostro Paese; da esso, nel 2024, è stato tratto un film.
Romance: tutto è bene quel che finisce bene
Ma a cosa è attribuibile il successo inarrestabile del romance? Senza dubbio, questo genere offre al lettore l’evasione dalla dura e poco entusiasmante realtà, ma anche dalla frustrazione per un futuro incerto e senza prospettive, sentimento che affligge soprattutto i più giovani. La trama è quasi sempre poco elaborata, la prosa scorrevole e accessibile e la possibilità d’identificarsi con i personaggi e con le loro tribolazioni permette di entrare in connessione con il romanzo. Le pagine diventano un veicolo di emozioni intense e positive che “ricaricano le pile”, a fronte di una quotidianità un po’ piatta e ripetitiva.
Anche il marketing, che ha capito il potenziale di questo filone, sa bene come intercettare i gusti del pubblico e lavora per soddisfarli. Autori e case editrici sono diventati bravissimi nel creare scenari interessanti e in grado di catturare l’attenzione. Inoltre, il fattore happy ending gioca un ruolo fondamentale; posti ogni giorno di fronte alle brutture del mondo, la certezza che, almeno su carta sia possibile un lieto fine è rassicurante e di sollievo. I protagonisti vivono avventure, affrontano battaglie e si scontrano tra loro ma, infine, l’amore trionfa sempre. E, in una società complessa e cruda come quella in cui viviamo, a volte un “e vissero felici e contenti” diventa un necessario balsamo per l’anima.
Federica Checchia
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