Per celebrare al meglio l’otto marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, la Nato ha pubblicato su Twitter la foto di una giovane soldatessa ucraina. Tuttavia, lo stesso post è stato in seguito eliminato. I gestori dell’account si sono accorti che la donna portava sul petto il simbolo del sole nero, divenuto popolare durante la Seconda Guerra Mondiale in ambito nazista.

La stampa italiana che presenta il male con due pesi e due misure

In Italia sembra essere un’odiosa abitudine quella di censurare parti della storia in favore di altre. I periodi e i discorsi scomodi è meglio non farli ascoltare al grande pubblico, che potrebbe farsi un’idea sbagliata degli avvenimenti.

La cosa grave è che spesso, le omissioni provengono da organi autorevoli – almeno sulla carta – come la Rai. Per esempio, l’anno scorso, un canale del servizio pubblico aveva rinviato Hammamet, film su Bettino Craxi. Il sospetto era che la Rai pensasse che la proiezione del film avrebbe potuto influire sulle elezioni amministrative. Quindi che un uomo morto più di vent’anni fa avrebbe potuto condizionare un voto del 2021. A destare scalpore poi, era stata l’apertura di un’inchiesta, sempre da parte del servizio pubblico, nei confronti di Fedez. L’artista durante il concertone dello scorso anno aveva pronunciato un discorso che non era piaciuto ai vertici del centro produzione Rai.

La situazione però si fa ancora più grave ora, perché a porre la censura è un organo sovranazionale, la Nato. L’influenza che ricopre tale organizzazione, soprattutto in questo momento storico, è molto rilevante. Perché fingere che in Ucraina non ci siano delle correnti di questo tipo? Forse perché non si vuole dare credito all’idea di Putin di denazificare tale Stato? Negli anni passati, molti enti e testate accreditate, come Reuters e New York Times, parlavano di neo-nazismo ucraino, senza mezzi termini e ora, si finge che nulla di tutto ciò esista.

Anche se la Nato e la stampa non ci credono, i lettori e gli spettatori più meticolosi sanno che il fatto che le volontà di Putin siano assurde, non cancella il problema del neo nazismo in Ucraina.

Michela Foglia

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