Il tailleur, storia di un capo intramontabile

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Di Carola Antonucci

Il tailleur come lo immaginiamo oggi, giacca con pantalone o gonna tubino, ci porta subito alla mente l’immagine di una donna della buona società, accerchiata da un’aura che trasuda eleganza e potere. Ma vediamo come è nato.

Tailleur, l’origine del capo

Tailleur di Coco Chanel, 1957. foto Pinterest
Tailleur di Coco Chanel, 1957. foto Pinterest

Il tailleur -nome francese che significa “sarto”- nasce come corrispettivo dell’abito maschile da sartoria, motivo per cui prese, nell’Inghilterra di fine 1800, il nome di “lady’s suit”.

Nasce, infatti, proprio nel 1885 quando il sarto John Redfern lo confezionò per la principessa del galles Alessandra, icona di stile della sua epoca. Redfern lo confezionò per facilitarle l’andare a cavallo, ma sin da subito venne utilizzato anche per le occasioni informali o di giorno. Si trattava però di un modello poco agevole per la sua gonna lunga ed ampia e la giacca con chiusura frontale a cerniera.

È solo grazie a Coco Chanel che, nel primo dopoguerra, vediamo il tailleur assumere un comfort nuovo. Utilizzando un nuovo materiale a causa delle privazioni della guerra, il Jersey, ecco che il tailleur diventa aderente, ma senza seguire il punto vita, con giacche maschili e gonne al ginocchio.

Nel 1947, con Christian Dior il tailleur acquisisce la sua femminilità con giacche che aderivano al “vitino da vespa”.

Coco Chanel, negli anni ’50, ritorna sulla scena con un nuovo modello di tailleur, quello che oggi noi conosciamo come tweed. Composto dalla famosa giacca senza collo, camicia e gonna dritta, rimane negli anni come simbolo di classe, femminilità ed eleganza.

La sua evoluzione fino ad oggi

Durante i decenni il tailleur ha subito diverse modifiche dagli stilisti contemporanei rendendolo, come lo conosciamo oggi, un simbolo della donna emancipata e che conserva il suo alone di “femme fatale”.

Come abbiamo visto, il tailleur ne ha fatta di strada fino ad oggi, trasformandosi ed evolvendosi. Ma come?

Giorgio Armani ci presenta la sua variante di tailleur “power dressing”, molto simile all’abito maschile pur conservando la femminilità delle curve, mostrandoci una variante di donna sempre più simile all’uomo, potente, moderna e lavoratrice.

Tailleur Armani Privé
sfilata “Armani Privé” a Parigi, foto Pinterest

È Yves Saint Laurent a proporci un modello androgino di tailleur, adattando il famoso gessato maschile alle forme sinuose della donna.

Per le proposte più frizzanti troviamo Moschino che, con le sue minigonne abbinate a giacche corte e top che lasciano intravedere l’addome, ci regala un’esplosione di colori e disegni.

Tailleur 2023, Moschino
Gigi Hadid per Moschino

Il modo in cui si guarda questo capo è cambiato negli anni, ad oggi può essere simbolo anche di donna casual, abbinato ad un paio di snickers e ad una t-shit.

Sensuale, confortevole, elegante e femminile o dalle linee rigide e maschili, il tailleur ha davvero molte facce, ognuna delle quali si adatta in modo impeccabile al carattere di ogni donna rendendolo così, un capo intramontabile e l’evergreen di ogni occasione.

Carola Antonucci

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