“Il Vegetale” con Fabio Rovazzi, l’ingenuità dei giovani onesti

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Di Redazione Metropolitan

Questa sera su Rai 2 andrà in onda “Il Vegetale” (2018), un film di Gennaro Nunziante con Fabio Rovazzi e Luca Zingaretti. La commedia è uno spaccato molto attuale sulla difficoltà dei giovani laureati di trovare un lavoro adatto al loro percorso di studi che gli permetta di realizzare i loro obbiettivi senza dover sopportare anni e anni di gavette inutili che passano sotto il nome di “stage”.

Fabio Rovazzi, un ragazzo onesto in balia degli eventi e per questo considerato un “Vegetale”

Fabio è un giovane di 24 anni, laureato in Scienze della Comunicazione a Milano, la città che lui considera una porta verso il futuro. La sua ingenuità lo porta ad avere una cieca fiducia (mal riposta) nel mondo del lavoro, che crede fondato sulla meritocrazia e sull’inclusione di giovani determinati e affamati di successo. Il ragazzo accetta i lavori più umili e sottopagati, convinto che questa gavetta sia solo il primo indispensabile passo per una carriera assicurata. Accetta uno “stage” per una azienda che lo sfrutta per fare volantinaggio. L’unico che cerca di fargli aprire gli occhi è il suo coinquilino, Nicola. Nicola fa il fattorino e cerca di sopravvivere in una città che, lo ha già capito, non gli offrirà mai il lavoro dei suoi sogni. Il padre di Fabio, con il quale non parla ormai da anni, è l’opposto del figlio: un uomo disonesto e senza scrupoli che pensa solo ad arricchirsi facendo carte false. A seguito di un incidente nel quale resta coinvolto insieme alla nuova moglie, il padre di Fabio entra in coma. Sarà Fabio a doversi occupare di tutto il suo mondo, compresa la sorellina Nives, che al contrario del fratellastro, è piccola ma senza quell’ingenuità di Fabio, tanto criticata dal loro padre.

Un nuovo “stage” porterà Fabio e la sorellina lontano da Milano, in una realtà completamente diversa

Dopo aver “risolto” i problemi finanziari del padre in coma e aver dichiarato il fallimento della sua azienda, Fabio accetta un nuovo “stage” in un’azienda di campagna nel sud Italia, convinto che dal basso (non sa ancora quanto in basso) potrà pian piano arrivare a ricoprire una carica importante. Neanche a dirlo, è solo l’ennesimo caso di sfruttamento senza scrupoli. Paradossalmente, troviamo un Milanese a emigrare al sud per trovare fortuna. Come in ogni commedia italiana, il viaggio nel sud si trasforma in un’occasione di crescita, se non professionale, almeno personale. Fabio e la sorellina imparano ad adattarsi, se il primo si sveglia e capisce come va davvero il mondo del lavoro, la seconda impara ad adeguarsi alla vita semplice e genuina di campagna.

Il “Vegetale” di Rovazzi è l’incarnazione della frustrazione di tutti i giovani laureati

La trama del film non si discosta molto dagli altri film diretti da Gennaro Nunziante, la differenza la fa il personaggio: Rovazzi de “Il Vegetale” è molto diverso dai personaggi interpretati da Checco Zalone. Se la forza di Zalone è la sua determinazione a risolvere le situazioni avverse con qualsiasi metodo a disposizione, la forza di Rovazzi è proprio la sua onestà che, sembra brutto a dirlo, fa tenerezza e fa ridere perché risulta davvero fuori luogo a volte. Non riesce proprio a vederlo l’inganno Fabio, la sua fiducia gli impedisce di pensare con un pizzico di malignità e di capire che lo stanno sfruttando proprio per la sua ingenuità.

Un film che strappa un sorriso con facilità

Ingenuità che viene scambiata per stupidità. Il “Vegetale” è un film che sa strappare un sorriso con facilità. Ma ,soprattutto, è un film che fa molto riflettere sulla condizione dei ragazzi di oggi. I giovani laureati devono essere disposti a scendere a compromessi o a fare patti col diavolo pur di realizzare i propri sogni. Rovazzi con la sua ingenuità chiede ai giovani di restare sempre onesti anche nelle situazioni peggiori, ma anche di svegliarsi ed imparare a riconoscere una vera opportunità che richiede sacrifici dall’ennesimo “tirocinio” sbagliato.

Vera Martinez