In Iran sono state eseguite oggi le condanne a morte di due persone ritenute colpevoli di aver insultato l’Islam. Lo rende noto il sito della magistratura iraniana Mizan Online.

Iran, due uomini impiccati per aver insultato l’Islam: cosa è successo

Nella mattinata di oggi, 8 maggio, L’Iran ha eseguito la condanna a morte per due uomini ritenuti colpevoli di aver profanato il Corano e insultato il profeta Maometto sui social. Lo rende noto il sito della magistratura iraniana Mizan Online, dove si legge che “Sadrollah Fazeli Zarei e Youssef Mehrdad, dopo essere stati precedentemente condannati per avere insultato il profeta Maometto e bruciato il Corano, sono stati impiccati questa mattina”. I due erano stati condannati per blasfemia nel 2021. Secondo l’agenzia di stampa Irna, i due imputati sono stati arrestati nel marzo di due anni fa con l’accusa di aver fondato e guidato numerosi gruppi che hanno promosso attività di sacrilegio e blasfemia in rete.

Le autorità di Teheran hanno riferito che, già all’epoca, uno degli imputati avrebbe ammesso i reati commessi, confessando di aver pubblicato sui suoi account social messaggi ritenuti insulti contro l’Islam, il profeta Maometto, la madre di Maometto e gli imam sciiti, oltre a video che ritraevano il rogo del Corano. Una confessione che, secondo i gruppi per i diritti umani, potrebbe essere stata estorta con la forza dalla polizia in carcere dopo l’arresto, come spesso accade nel Paese. Del resto l’Iran è uno dei paesi con il maggior numero di giustiziati al mondo, secondo solo alla Cina, e con dati in crescita negli ultimi anni, di pari passo con le proteste di piazza e l’aumento dei dissidenti interni.

Roberta Maria Di Giovangiulio

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