Ius soli e ius culturae: nuovo scontro tra PD e M5S

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Nuovo scontro tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Nicola Zingaretti rimette sul tavolo del Governo lo Ius Soli e Ius Culturae, ma arriva lo stop da parte del Movimento.

Nei giorni scorsi si è tenuta a Bologna un’assemblea del PD. La chiusura è stata fatta dal segretario di partito, Nicola Zingaretti, che ha rilanciato tra le proposte politiche da mettere sul tavolo del Governo due questioni fondamentali per i Dem: lo ius soli e lo ius culturae.

Attualmente in Italia, infatti, nessuno dei due diritti è ancora riconosciuto. Vige, invece, lo ius sanguinis.

Lo Ius Sanguinis

Lo ius sanguinis è una legge entrata in vigore 27 anni fa, nel 1992, secondo la quale acquista di diritto la cittadinanza italiana chi è figlio (padre o madre) di cittadini italiani. 

La stessa legge prevede anche una diversa modalità di acquisto della cittadinanza italiana: “iure soli”.

Sono presenti però delle condizioni senza le quali non scatta il diritto di cittadinanza:

  1. nascita in territorio italiano ed entrambi i genitori sono ignoti o apolidi;
  2. nascita in territorio italiano, senza che sia acquistata la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato cui questi appartengono;
  3. permanenza nel territorio italiano, ignoti entrambi i genitori e non sia trovato il possesso di altra cittadinanza.

Il Ddl del 2015

Questi temi erano già presenti nel Disegno di legge del 2015, approvato inizialmente nella Camera dei deputati ma bloccato in seguito al Senato.

Se la proposta fosse stata approvata, avrebbero acquisito la cittadinanza per nascita tutti i nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, dei quali almeno uno in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo.

Inoltre introduceva anche la possibilità di acquisire la cittadinanza da parte dei minori stranieri, nati in Italia o che avessero fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età. I minori avrebbero acquisito di diritto la cittadinanza, qualora avessero frequentato regolarmente un percorso formativo per almeno cinque anni nel territorio nazionale.

Lo stop dei 5 Stelle

“Col maltempo che flagella l’Italia, il futuro di 11mila lavoratori a Taranto in discussione, qui si parla di ius soli: io sono sconcertato. Siamo al governo per governare e non per lanciare slogan o fare campagna elettorale.”

Queste sono state le parole di Luigi Di Maio, leader politico del Movimento, dette a Salerno durante l’ultima tappa del suo tour in Campania.

Anche altre fonti interne ai 5 Stelle si sono poste sulla stessa scia di Di Maio, ribadendo l’importanza di dare priorità e assistenza ai territori danneggiati dal maltempo.

La replica del PD

Non si è fatta attendere la risposta da parte dei Dem. Primo fra tutti Andrea Orlando, che ha commentato le uscite dei 5 Stelle dicendo:

“A molti esponenti dei 5 Stelle sembrerà impossibile, ma noi riusciamo a pensare anche a due cose nello stessa giornata”.

Anche la senatrice Monica Cirinnà si è espressa sulla questione:

“Sapevamo che il populismo di M5s è spesso alimentato da un benaltrismo fuori luogo. Nessuno ostacolerà il governo nel soccorso alle popolazioni alluvionate: ciò non toglie che nel frattempo il Parlamento possa lavorare a un accordo serio per ottenere un risultato sacrosanto che riguarda i diritti dei più deboli”.