Jan Vermeer, uno dei maggiori pittori olandesi di tutti i tempi, considerato, tanto dal pubblico quanto dalla critica, secondo soltanto a Rembrandt. I suoi quadri sono certamente tra i più amati e i più celebri di tutta la storia dell’arte. La rappresentazione di vedute di interni è una specialità della pittura olandese e Vermeer ne è il protagonista assoluto.
Johannes Vermeer, poche notizie sulla sua vita
Della vita di Vermeer non si sa molto. Conosciamo la data di nascita, il 31 ottobre 1632, e il luogo, Delft. Il padre Reynier era un tessitore di seta che si sarebbe occupato anche di commercio di opere d’arte. Nonostante fosse di famiglia protestante, Vermeer sposò nell’aprile del 1653 una giovane cattolica, Catherina Bolnes, proveniente da una famiglia più ricca di quella di origine dell’artista e probabilmente si convertì al cattolicesimo in età adulta. Ebbero insieme ben undici figli. Il suo apprendistato cominciò nel 1647, forse presso la bottega di Carel Fabritius e alla fine del 1653, Vermeer venne ammesso alla Gilda di San Luca, di cui in seguito, nel 1662, divenne il capo.
Luce e colori brillanti nelle vedute di interni
Durante il XVII secolo era in uso come gioco, come curiosità e come strumento di studio della luce la “camera ottica” con la quale era possibile vedere un’immagine capovolta. Anche se l’immagine era solo visibile e non si poteva stampare, sembra che il pittore la utilizzasse per definire i profili di paesaggi ed oggetti che poi trasferiva sulla tela. La sua tecnica pittorica risulta, probabilmente per questo, ancora oggi particolarmente vivida e realistica. Grazie all’uso del pointillé, che l’artista ottiene applicando sulle tele il colore a punti piccoli e ravvicinati, il colore viene fuori in modo deciso. L’estrema qualità e vividezza dei colori nei dipinti di Vermeer è dovuta alla grande cura posta dall’artista nella preparazione dei colori a olio e nell’uso di pigmenti in purezza.
Sono pochissime le opere di Vermeer giunte sino ai giorni nostri. Pare siano solo trentasei e la maggior parte rappresentano interni domestici con persone occupate in attività semplici. I temi delle opere di Vermeer sono comuni ad altri pittori a lui contemporanei ma si distinguono perché non concentrano l’attenzione sulla storia ma sulla descrizione dello spazio, della luce e del colore. Le sue opere sembrano anticipare di secoli la fotografia e ci restituiscono l’immagine delle case olandesi del Seicento.
Tra le opere più conosciute al mondo di Jan Vermeer, il famoso quadro de La Ragazza dagli orecchini di perla del 1665, Il Concerto a Tre, datata al 1664, opera trafugata dal Gardner Museum di Boston nel 1990, Fanciulla con il cappello rosso del 1665, conservato alla National Gallery di Washington, Astronomo, dipinto nel 1668 ed ora al Musée du Louvre di Parigi.
Allegoria della Pittura
Particolarmente degno di nota è “L’arte della pittura”, noi noto come “Allegoria della pittura”. Risulta da alcuni documenti che quando Vermeer morì, sua moglie diede alla madre il dipinto. Ufficialmente si trattava di un pagamento per prestiti mai onorati dall’artista, ma forse era solo il tentativo della vedova di salvare il dipinto dalla vendita all’asta di tutti i beni della famiglia. L’opera si trova ora a Vienna, presso il Kunsthistoriches Museum e può essere datata al 1666 ca.
Particolarmente importante quest’opera può essere considerata come il “manifesto” dello stile pittorico e di tutta la produzione artistica di Vermeer. Il quadro raffigura il pittore seduto, davanti al cavalletto, mentre sta dipingendo. La sua modella si trova davanti ad una finestra, è illuminata dalla luce naturale e indossa un abito azzurro. La ragazza ha in testa una corona d’alloro, con una mano regge una tromba e con l’altra un libro. Tutti elementi che fanno pensare stia interpretando una figura allegorica della Fama oppure Clio, la Musa della Storia.
È firmato sulla carta geografica a destra della ragazza: “oannes”. L´Allegoria della pittura è un dipinto importante perché non vuole rappresentare solo un pittore concentrato sul proprio lavoro, ma glorificare l’arte della pittura. È un’opera di dimensioni eccezionalmente grandi, da considerare forse come una sorta di testamento spirituale dell’artista. Il pittore non rivela il proprio volto, ma idealmente l’artista si mette nello stesso punto di vista dello spettatore. La stanza è descritta come al solito con estrema cura.
Ilaria Festa
Seguici su:
Instagram
Facebook
Metropolitan