Janis Joplin e l’indimenticabile performance di Woodstock

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Di Alessandro Carugini

Avrebbe compiuto oggi 80 anni la grandissima Janis Joplin. La Joplin divenne nota verso la fine degli anni sessanta come cantante del gruppo Big Brother and the Holding Company, e successivamente per i suoi lavori da solista. La sua carriera continuò fino alla morte per overdose all’età di 27 anni. Riconosciuta e ricordata per l’intensità delle sue interpretazioni, nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera postumo.

L’inizio della carriera musicale

Il 25 giugno 1964, Janis Joplin e il futuro chitarrista dei Jefferson Airplane, Jorma Kaukonen, registrarono alcuni standard blues, pubblicati non ufficialmente con il titolo The Typewriter Tape. Il titolo è dovuto al fatto che in sottofondo si può sentire una macchina da scrivere perché la moglie di Kaukonen stava scrivendo a macchina.

Dopo quell’esperienza, Janis torna a Houston per riprendere gli studi. Si aggrega ad un gruppo country & western, ma viene contattata da un impresario musicale texano trapiantato a San Francisco, Chet Helms: la formazione californiana dei Big Brother and the Holding Company è alla ricerca di una vocalist, e Helms la incoraggia a farsi avanti. La Joplin prende di nuovo le sue valige e riparte: destinazione California. Dopo un’audizione entra a far parte dei Big Brother.

Janis Joplin, i Big Brother and the Holding Company, la carriera solista

Janis Joplin ed i Big Brother and the Holding Company si esibiscono in diversi concerti effettuati in vari locali della California, e il 17 giugno 1967 partecipano al Festival Pop di Monterey, dove si registrò il trionfo dell’artista che eseguì con personalità un’indimenticabile versione del brano Ball and Chain di Big Mama Thornton.

Nel 1968 esce Cheap Thrills, secondo album del gruppo che contiene una cover di Summertime di Gershwin e la celebre Piece of My Heart. Il disco entrò velocemente nella classifica Billboard raggiungendo il n. 1 e mantenendo tale posizione per otto settimane di seguiro.

L’anno successivo, Janis Joplin abbandona la band ed inizia la sua, breve ma sfolgorante, carriera solista e scelse come gruppo d’accompagnamento la Kozmic Blues Band, con il quale pubblicò l’album I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama! in cui fa mostra delle proprie qualità di performer soprattutto nei brani Kozmic Blues, Little Girl Blue, Maybe, Work Me e Lord.

La sua ricerca e il suo perfezionismo musicale, soprattutto per la sua improvvisazione, la misero in conflitto con i gruppi musicali con cui si esibiva. Cambiò ancora gruppo scegliendo la Full-Tilt Boogie Band.

Woodstock 1969: tre giorni di pace e musica rock

Jonis Joplin condivideva apertamente l’ideale Peace & Love che caratterizzò il movimento hippy. Partecipò al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King.

Janis era una delle voci più famose di quel periodo. Era uno degli artisti di maggiore rilievo del Festival insieme a Jimi Hendrix. Arrivò sull’enorme prato di Woodstock sabato 16 agosto a bordo di un elicottero partito direttamente dal motel in cui alloggiava. Con lei c’erano Joan Baez e a sua madre. Non appena giunta a destinazione, rimase stupita dall’enorme folla presente.

Janis era nervosa e non rilasciò nessuna intervista ai giornalisti. Non vedeva l’ora di suonare sul quel palco. Purtroppo la sua performance venne procrastinata più volte a causa dei ritardi che avevano fatto slittare le esibizioni di molte altre band. Il nervosismo aumentava. Dovette attendere circa dieci ore prima di potersi avvicinare al backstage. In tutto questo tempo, le fecero compagnia alcolici ed eroina: al momento di salire sul palco era completamente fatta.

Alle due del mattino salì finalmente sul palco. La voce era rauca e ansimante, a malapena si reggeva in piedi. Durante la performance, ebbe modo di riprendersi e scherzò anche con il pubblico, domandando se avesse bisogno di qualcosa o se stesse rockeggiando come si doveva. La folla chiese e ottenne il bis, così Joplin tornò sul palco per cantare Ball and Chain.

Janis non fu per niente contenta della sua esibizione. Che quello spettacolo non fosse stato il migliore della Joplin lo confermò anche Pete Towhshend degli Who nella sua autobiografia: «Fu fantastica a Monterey, ma stanotte non era al meglio, a causa probabilmente della lunga attesa, e anche degli alcolici e dell’eroina che consumò nell’attesa. Ma anche a tarda notte Janis fu incredibile».

La sua performance, su sua stessa insistita richiesta, non venne inclusa nel film documentario del 1970 e nemmeno nella sua colonna sonora.

Dopo la sua esibizione, rimase per assistere ai concerti degli altri artisti che suonarono dopo di lei. Il giorno seguente, alle tre del mattino per l’esattezza, rimase ad ascoltare i Crosby, Still, Nash & Young. E assistette anche all’ultima performance del Festival, quella di Jimi Hendrix, seduta insieme a Joan Baez nel furgone di Joe Cocker.

Il mito e la voce di Janis Joplin continuarono per altri 14 mesi, tra dipendenze varie, tentativi di disintossicazione falliti e un nuovo album, Pearl, pubblicato poco dopo la sua morte, che rimane il suo migliore disco e il suo testamento artistico… ma questa è un’altra storia!

Alessandro Carugini

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