Basquiat, la storia di un’anima irrequieta e ribelle

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Di Redazione Metropolitan

Intensa, aggressiva, viscerale: questa è la pittura di Jean-Michel Basquiat (New York, 1960 – 1988). Un giovane talento bruciato in una vita troppo veloce, tanto da essere definito il “James Dean dell’arte moderna”.

Basquiat, dalle strade di New York alla popolarità

Nella New York della fine degli anni settanta, Basquiat è un giovane talento poliedrico. Sbarca il lunario vendendo cartoline autoprodotte, suona in un gruppo pop e, insieme al writer Al Diaz, riempie i muri della città con tags satirici, celandosi dietro lo pseudonimo SAMO (SAMe Old shit). Cruciale l’incontro con Andy Warhol, che gli apre le porte della sua Factory e lo catapulta, d’un colpo, alla ribalta della fama internazionale.

L’intesa intellettuale nata fra questi due artisti li spinge alla produzione di opere a quattro mani, in cui la pittura serigrafica del re della Pop Art accoglie quella istintuale e primitiva di Basquiat. Ronnie Cutrone, pittore e assistente di Warhol, parlando del rapporto instauratosi fra i due ha detto:

Era come un matrimonio folle nel mondo dell’arte e loro erano una strana coppia. La relazione era simbiotica. Jean-Michel pensava di aver bisogno della fama di Andy, e Andy pensava di aver bisogno del sangue nuovo di Jean-Michel. Jean Michel ha dato di nuovo ad Andy un’immagine ribelle.

Basquiat insieme ad Andy Warhol e Keith Haring - Photo Credits: web
Basquiat insieme ad Andy Warhol e Keith Haring – Photo Credits: web

La pittura come mezzo di denuncia

Blu, giallo, rosso, nero. Colori accesi e tratti aggressivi si fondono in uno stile deliberatamente elementare. Una pittura personalissima, in cui emergono ricordi infantili, scritte e cancellature, eroi dei fumetti e personaggi storici. Basquiat dipinge, con la forza di un espressionista, la propria storia: la storia di un giovane nero che cerca di farsi disperatamente strada in un mondo ancora dominato dai bianchi.

Le opere di Basquiat, prive di qualsivoglia forma di retorica, sottintendono spesso una denuncia sociale ed un’aspra critica alle strutture del potere e al razzismo serpeggiante in America. Defacement, del 1983, testimonia un fatto di cronaca dell’epoca: due agenti di polizia dello Stato di New York arrestano un giovane writer nero, Michael Stewart, che morirà dopo diversi giorni di coma a causa delle percosse subite.

Basquiat, Defacement - Photo Credits: web
Basquiat, Defacement – Photo Credits: web

Basquiat, meteora nella vita e nell’arte

Una vita sregolata, vissuta sul filo del rasoio, che lo ha portato a stringere intensi rapporti con personalità emergenti dell’epoca. Prima l’amicizia con Keith Haring, poi la relazione, breve ma appassionata, con Madonna. Basquiat muore di overdose a soli 27 anni, lasciandoci in eredità opere che ci parlano di un mondo interiore fatto di angosce, di ingiustizie, di precarietà.

Un’anima irrequieta, arrabbiata e ribelle, che ha saputo raccontare il nostro mondo, ma ha smesso di farlo troppo presto.

Silvia Staccone

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