Cultura

Jean-Paul Sartre e Simone De Beauvoir: un amore libero ed indissolubile

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Quello tra Jean-Paul Sartre (1905-1980) – del quale oggi ricorre l’anniversario di morte – e Simone De Beauvoir (1908-1986) è stato un amore libero ed indissolubile. Il rapporto tra i due intellettuali è stato considerato in passato atipico ed inconcepibile ma allo stesso tempo profondo. Una simbiosi tormentata che sembra anticipare la fluidità di molte relazioni odierne e che ricorda vagamente i personaggi di un romanzo di Sally Rooney.

L’amore tra Jean-Paul Sartre, padre dell’esistenzialismo, e Simone de Beauvoir, paladina dei diritti delle donne e degli anziani, è durato 51 anni ed è cominciato in gioventù. Si conobbero nel 1929, durante un seminario presso la facoltà di Filosofia all’Università Sorbona di Parigi. Simone racconta l’incontro nel suo romanzo “Memorie di una ragazza per bene“ dove confessa il sorprendente fascino che Sartre esercita su di lei. Lui 24 anni, brutto, strabico e con gli occhiali spessi; Lei 21, bella e dalla pelle candida. Nonostante le differenze estetiche i punti in comune erano molti: entrambi erano studenti brillanti di filosofia e soprattutto desideravano decostruire i dogmi della borghesia perbenista in cui erano cresciuti. Dal momento del primo incontro le loro strade furono intrecciate per sempre.

Jean-Paul Sartre e Simone De Beauvoir, un amore libero per l’eternità

Non hanno mai vissuto insieme, non hanno mai promesso reciproca fedeltà. Hanno rifiutato il matrimonio ed i doveri coniugali considerandoli retaggi del passato ed ostacoli alla realizzazione personale. La loro era un’unione intellettuale, prima che sessuale. Fin dai primi contatti manifestarono una profonda simpatia reciproca, che si concretizzò in un legame più profondo. A poco a poco si accorsero di sentire una forte attrazione e Jean Paul Sartre fu il primo a rivelare il suo amore con una lettera a Simone, nell’ottobre 1939.

Anche Simone aveva scritto una lettera affettuosa a Jean-Paul, fatto prigioniero dai Tedeschi ed internato nel campo di concentramento. Simone scriveva:

Sono felice quando vedo qualcosa di nuovo, ma allo stesso tempo sono delusa, perché spero in un piacere che solo tu mi puoi dare. Vivo mutilata senza di te, amore mio. Non è solo doloroso. E’ triste. Perché in tutto il mondo solo tu conti per me“.

Una passione intellettuale che i due nutrivano anche nei cafè parigini, dove si confrontavano, scambiavano pareri letterari e sessuali, bevevano: reinventando un concetto di amore libero e aperto. Sono molti i turisti che ancora oggi lasciano centinaia di biglietti della metro sulle lapidi del Cimitero di Montparnasse – dove sono sepolti insieme – per ricordare la loro storia d’amore e la loro lezione di vita: l’importanza della libertà personale e la varietà delle forme di amore possibili.

Alessia Ceci

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