Jean Rostand, gli aforismi come soluzione

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Di Redazione Metropolitan

Jean Rostand - Credit: https://www.franceinter.fr/culture/les-dimanche-de-ville-d-avray
Jean Rostand – Credit: https://www.franceinter.fr/culture/les-dimanche-de-ville-d-avray

Il biologo, filosofo e creatore di aforismi francese Jean Rostand nasce a Parigi nel 1894. Proveniente da una famiglia di artisti e letterati, il giovane Rostand vive la sua infanzia attorniato da poesia e cultura. Il padre del biologo è Edmond Rostand, famoso drammaturgo e autore del capolavoro teatrale “Cyrano de Bergerac’.La madre di Rostand, Rosemonde Gerard, poetessa e donna di lettere, tramanda i suoi geni al fratello maggiore del biologo, lo scrittore e poeta Maurice Rostand. Ispirato dalle teorie del naturalista ed entomologo Henri Fabre, il giovane Rostand si iscrive alla facoltà di scienze dell’università di Parigi.

Dopo la morte del padre, si trasferisce a Ville d’Array con la moglie, Andrée Mante e il figlio, dove vive anni immerso nello studio della morale e della filosofia. Nel 1930, La città natia richiama il suo pargolo dorato per la creazione della sezione di biologia del Gran Palais di Parigi. Dopo un lungo periodo speso lavorando nei circuiti accademici, Rostand si allontana dall’universitaria, e si ritira a vita privata in campagna.  Ad ogni modo i suoi studi in campo scientifico continuano a ricevere il plauso della comunità francese. La sua carriera raggiunge il suo climax nel 1960, quando viene onorato con il premio Kalinga per la ricerca e la divulgazione in ambito scientifico.

Jean Rostand - Credit:
Jean Rostand – Credit:

Per biologi ed altri

Lo scienziato poliedrico viene, di tanto in tanto, categorizzato come un moralista, però non è così. Jean Rostand è alla ricerca di un connubio fra scienza e filosofia, tra il pratico e il teoretico. Il suo lavoro è rivolto non solo agli scienziati, ma anche all’opinione pubblica. Il suo studio sembra ammonire il genere umano dei numerosi problemi legati alla nostra eredità genetica, un retaggio dal quale non possiamo allontanarci. Data la pluralità delle forme in cui il filosofo/biologo si esprime, partire dai suoi famosi aforismi per cercare di estrarre un sunto del suo pensiero, potrebbe essere un buon metodo per presentarlo.

Un aforisma significativo di Rostand recita:

Se uno uccide un uomo è un assassino; ne uccide un milione, è un conquistatore; li uccide tutti, è un dio.

Il biologo sta parlando con un tono moralistico, oppure sta spiegando meccanicamente un dato di fatto antropologico? Molti dei suoi aforismi sono aperti a diverse interpretazioni, e questo non fa eccezione. Un assoluto può funzionare, ed essere significativo, solo se possiede la propria negazione al suo interno. Solo nella negazione della propria assolutezza e infallibilità, il lemma si eleva a puro e divino, in quanto oggettivamente vero e incontestabile.

JGaston Bachelard- Jean Rostand - Credit:pierluigipiccini.it
Gaston Bachelard- Jean Rostand – Credit:pierluigipiccini.it

Aforismi di vita che piacciono a Gaston Bachelard

Tra le frasi rivelatrici di Rostand, una in particolare sembra contrapporsi all’aforisma precedente, di chiara impronta nietzscheana. Rostand afferma:

Tutto quello che un individuo è, in bene o in male, lo è per aver ricevuto dai suoi genitori alcune molecole e per aver subìto alcune influenze esterne. Le nostre ricompense o i nostri castighi derivano sempre dalla chimica e dalla sorte.

Se il primo aforisma presentato sembra quasi ripercorrere dei tratti della Genealogia della Morale di Friderich Nietzsche, quest’ultimo sembra negare quel filone di pensiero.

In effetti, un tipo di considerazione del genere sembra più in linea con il pensiero del filosofo e uomo di scienza Gaston Bachelard, con cui Rostand sembra avere molto in comune. Ad ogni modo, il pensiero di Bachelard è irenico, e cerca la grandezza nell’unione tra filosofia e scienza, vede il trionfo della vita addirittura nella crescita delle muffe e nei batteri. Rostand, invece, sembra concentrarsi maggiormente sulla sovranità che il codice genetico ha nei nostri confronti, che sembra limitare il nostro libero arbitrio.

FRANCE - OCTOBER 01:  The French Biologist Jean Rostand At Home In 1952  (Photo by Keystone-France/Gamma-Keystone via Getty Images)
FRANCE – OCTOBER 01: The French Biologist Jean Rostand At Home In 1952 (Photo by Keystone-France/Gamma-Keystone via Getty Images)

Aforismi che piacciono alla scimmia nuda

In ogni caso, anche in questa occasione Rostand, annebbia il significato della precedente affermazione con il seguente aforisma:

Se Dio trasparisse nella struttura degli esseri, i biologi sarebbero troppo favoriti rispetto ai comuni mortali.

Sembra quindi che Rostand non condivida pienamente la nozione per cui scienza e filosofia sono, in ultima analisi, le due facce della medesima medaglia.

Peraltro, il biologo francese sembra avere qualcosa in comune con lo zoologo e scrittore britannico Desmond Morris. Nel suo capolavoro intitolato La Scimmia Nuda, Morris si riferisce all’uomo come ad uno dei tanti primati che abitano questo mondo, e cerca di tracciare una cronistoria della sua evoluzione, utilizzando una lente puramente scientifica per analizzare la psiche e la sessualità del genere umano.

Jean Rostand - Credit: https://www.franceinter.fr/culture/les-dimanche-de-ville-d-avray
Jean Rostand – Credit: https://www.franceinter.fr/culture/les-dimanche-de-ville-d-avray

Una frase per confermare le frasi precedenti

Di certo, è peculiare osservare i punti di unione tra il pensiero di Jean Rostand, Gaston Bachelard e Desmond Morris: tre pensatori che hanno concepito la filosofia e la scienza come due elementi simbiotici e indivisibili.

Inoltre, la capacità di Rostand di presentare il proprio lavoro in maniera comprendibile ad un pubblico vario, utilizzando un linguaggio che sembra precede in linea diretta la comunicazione contemporanea (telegrafica e immediata). Rostand non è solo un biologo, un filosofo, un comunicatore ma anche un’artista, o meglio, un poeta. Per concludere, l’artista francese scrive:

Uno dei rischi di scrivere delle massime è che ci si mette nella condizione di essere citati.

Già Jean, è così.

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a cura di Giordano Boetti