Friedrich Nietzsche, il filosofo misogino che ispirò il femminismo

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Di Redazione Metropolitan

Friedrich Nietzsche
Friedrich Nietzsche- Credit: Philosophybreak

Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche nel suo scritto intitolato Ecce Homo scrive questo sull’emancipazione della donna:

Emancipazione della donna- questo è l’odio istintivo di una donna malriuscita, ossia di quella che non può procreare, per la donna benriuscita, la lotta contro ‘l’uomo’ è sempre solamente pretesto, tattica. Innalzandosi a ‘donna in sé’, ‘donna superiore’, ‘donna idealista’, vogliono abbassare il rango normale delle altre donne; a questo fine istruzione liceale, pantalone e diritti del gregge elettorale sono il mezzo migliore. In fondo le donne emancipate sono le anarchiche del regno dell’eterno femminino, le disgraziate, il loro istinto più profondo è la vendetta’.

Perché mai un uomo così certo dell’inferiorità fisica e mentale femminile, capace di scrivere queste parole può essere percepito come un’ispirazione per il femminismo? Friedrich Nietzsche è uno dei filosofi più acclamati e conosciuti al mondo, le sue opere e il suo pensiero continuano ad essere studiate compulsivamente.

Nasce a Röcken in Germania nel 1844 e cresce insieme alla madre e alla sorella, che resteranno figure presenti, se non asfissianti, nel corso della sua vita. Dopo aver prestato servizio militare, viene esonerato perché riporta una grave ferita allo sterno. Da qui Friedrich Nietzsche comincia la sua produzione letteraria ricca di successi, che partorì molti capolavori come, La nascita della tragedia, Umano troppo umano e Così parlò Zarathustra. Nietzsche è affetto da problemi medici e mentali, ereditati per via paterna, che lo perseguitano per tutta la vita. Un’anima infiammata nel corpo di un infermo.

Friedrich Nietzsche, misogino
Friedrich Nietzsche- Credit: Libriantichionline

La famiglia del filosofo

Paradossalmente, Nietzsche vive una vita sempre attorniato e accudito da donne di forte carattere. La madre, Franziska Oehler, e la sorella, Elisabeth Nietzsche, sono cristiane praticanti e devote, il che, con il tempo, diventa un motivo di attrito tra il filosofo e le familiari. Il rapporto con la sorella sembra incrinarsi con l’arrivo di Lou Salomè, scrittrice e psicoanalista tedesca.

Friedrich Nietzsche è innamorato di questa donna, ma il suo, ahimè, sembra non essere un amore corrisposto. Questo non lo ferma dal voler passare più tempo possibile con Salomè, che continua a rifiutarlo come compagno. Il rapporto tra i fratelli Nietzsche sembra avere qualcosa di morboso, difatti il filosofo mantiene una corrispondenza con la sorella per tutta la vita, nonostante quest’ultima lo redarguisca in continuazione. Il filosofo, inoltre, sopporta di malgrado la religiosità della sorella e la superiorità morale che spesso esibisce nei suoi confronti, senza però distaccarsene.

Friedrich Nietzsche, misogino
Friedrich Nietzsche- Credit: Wikiquote

La società del tempo

È importante ricordare il momento storico in cui ci troviamo: la donna continua a essere considerata come biologicamente inferiore all’uomo, e di natura menzognera e cattiva. Nonostante sin dai tempi di Aristotele si sancisca che la natura dell’uomo è sociale, e che questi altro non è che un animale politico, la donna viene sempre relegata alla cura del focolare domestico.

Secondo il pensiero del tempo, questa ‘naturale’ propensione alla subordinazione era avvertita come un inevitabile aspetto della natura femminile. Come ci informa la studiosa Benedetta Rachele Lauria, nella sua tesi La donna e il femminino in Friedrich Nietzsche, il filosofo non sembra utilizzare i suoi soliti procedimenti mentali di categorizzazione nella definizione della donna. Nietzsche resta un uomo del suo tempo e, i concetti portanti del superuomo, come la creazione della propria morale e i propri valori, e la continua corsa verso l’auto-superamento non vengono applicati al genere femminile.

Friedrich Nietzsche
Friedrich Nietzsche- Credit:www.imalpensanti.it

Meta von Salis e il filosofo

Meta von Salis è una storica e attivista svizzera molto vicina a Nietzsche, specialmente nel periodo finale della vita del filosofo. Salis può essere considerata come una delle prime femministe conosciute dalla storia, e di certo la prima donna che conseguì un dottorato di ricerca in Svizzera. A questo punto la domanda sorge spontanea: cos’è che lega questa attivista femminista e il filosofo misogino tedesco? Oltre alla compatibilità intellettuale fra i due, infatti Nietzsche apprezza le conversazioni con la scrittrice, Salis individua nel filosofo le basi del pensiero che avrebbero portato a una liberazione della donna.

Lo scrittore e blogger Mark Manson nel suo libro Siamo Fottuti, ci riassume alcuni dei punti di incontro tra il pensiero femminista e la teoria del superuomo. Infatti, Nietzsche scrive di strutture sociali che paralizzano l’uomo, e a parere delle donne del tempo le strutture sociali dell’epoca le imprigionano in quanto di sesso femminile. Nietzsche denuncia la Chiesa, in quanto sostenitrice dei deboli e dei mediocri; anche le femministe non approvano la Chiesa, che le obbliga a sposarsi e a sottostare agli uomini. Il filosofo sostiene che l’individuo debba conquistare per sé stesso più libertà e più consapevolezza possibili; per le attiviste del tempo il movimento per la parità di genere era un passo verso quella libertà.

Friedrich Nietzsche
Friedrich Nietzsche- Credit: Wikiquote

Il superuomo è donna

Nietzsche è una fonte d’ispirazione per il femminismo e per la liberazione delle donne, lui non lo capisce, ma Meta von Salis si. Il tedesco spese molto del suo tempo sotto le cure di Salis sulle Alpi svizzere, anni in cui i due consolidarono un rapporto speciale. Salis descrive il filosofo come un uomo mite ed educato, un uomo dolorante e debole che scriveva di potenza e volontà ferrea. Una contraddizione vivente.

È interessante ricordare quanto Nietzsche fosse intrigato dalla mitologia greca. Ancora più interessante è l’origine del mondo secondo gli antichi greci, i quali credevano che la dea di tutte le cose, Eurinome, creò la terra. Quindi la mitologia greca riconosceva come prima divinità agli albori del creato una dea. La prima dea era donna e Nietzsche lo sapeva.