James Douglas Morrison, in arte Jim Morrison, ha rappresentato la ribellione, l’estro e la cultura dell’America negli anni ’60. Definirlo un cantante è riduttivo, in quanto era prima di tutto un poeta che amava modellare la realtà, esplorando tutte le possibilità della mente. Tutto ciò che spingeva alla libertà e alla dissacrazione entrava nel suo mondo poetico e musicale per assumere forme innovative, per lasciare quel classico “pugno allo stomaco” che ti costringe ad ampliare il tuo punto di vista sulla realtà.

“Sono interessato a qualsiasi cosa riguardi la rivolta, il disordine, il caos, specialmente ogni attività che sembra non abbia scopo”.

Nacque a Melbourne in Florida l’8 dicembre 1943. Suo padre George Stephen Morrison era un ammiraglio in servizio presso la Marina degli Stati Uniti, la madre era Clara Virginia Clarke. A causa del lavoro del padre, la famiglia fece numerosi trasferimenti, perciò Jim visse un’infanzia itinerante. Jim si nutrì di numerose letture e al Liceo si rivelò uno studente molto brillante. Tuttavia nel 1958 cominciò a marinare la scuola per frequentare i locali Beatnik e in particolar modo la libreria Light Books del poeta Lawrence Ferlinghetti.

Nei primi anni 60 calò il suo rendimento scolastico, fu arrestato il 28 settembre 1963 con l’accusa di ubriachezza e disturbo della quiete pubblica. Troncò i rapporti con la sua famiglia e si iscrisse nel 1964 al corso di Cinematografia presso l’Università della California di Los Angeles. Qui conobbe il tastierista Ray Manzarek che nell’estate del 1965, dopo aver ascoltato Moonlight Drive, una lirica di Jim Morrison, propose a quest’ultimo di formare una band.

Jim Morrison e i Doors

Ray Manzarek suonava con i fratelli Rick e Jim nella Band chiamata Rick & the Ravens. Rick suonava l’organo e Jim l’armonica, Patrick Stonier il sax, Roland Biscaluz il basso e Vince Thomas alla batteria. Jim Morrison si unì a loro insieme a John Densmore alla batteria e Patty Sullivan al basso. Nel mese di ottobre del 1965 i fratelli di Ray, Patrick Stonier e Roland Biscaluz lasciarono il gruppo. Subentrò il chitarrista Robby Krieger.

La nuova band formata quindi da Jim Morrison alla voce, Ray Manzarek alle tastiere, John Densmore alla batteria e Robby Krieger alla chitarra, prese il nome di The Doors. La scelta fu di Jim Morrison che si ispirò ad alcuni versi di William Blake e a un saggio di Aldous Huxley dal titolo The doors of perception che analizzava gli effetti della mescalina. Questo è quanto dichiarò Jim Morrison sulla poetica del gruppo:

«Ci sono cose che si conoscono e altre che non si conoscono. Esiste il noto e l’ignoto, e in mezzo ci sono Le Porte (The Doors). I Doors sono i sacerdoti del regno dell’ignoto che interagisce con la realtà fisica, perché l’uomo non è soltanto spirito, ma anche sensualità. La sensualità e il male sono immagini molto attraenti, ma dobbiamo pensare a esse come alla pelle di un serpente di cui ci si libererà.»

Jim Morrison
The Doors dal web

Le esperienze psichedeliche

I Doors firmarono un contratto a termine con la Columbia records nel 1965. Inoltre Jim Morrison faceva varie esperienze psichedeliche nel Deserto del Mojave della California, dove viaggiava sulle tracce dei nativi americani e assumeva droghe allucinogene come la mescalina-peyote. Un ricordo molto significativo di Jim Morrison, legato ai nativi americani è del 1947:

«La prima volta che ho scoperto la morte… eravamo io, mia madre e mio padre, e forse anche mia sorella e i miei nonni, e stavamo attraversando il deserto in auto all’alba, e un autocarro pieno di lavoratori indiani era andato a sbattere contro un’altra macchina o non so cosa, ma c’erano indiani sparpagliati per la strada, sanguinanti e moribondi… ecco, questo fu il mio primo impatto con la morte, dovevo avere quattro o cinque anni. Abbiamo accostato e ci siamo fermati… io ero solo un bambino, e un bambino è come un fiore con la testa scossa dal vento… penso davvero che in quel momento l’anima di uno di quegli indiani, o forse gli spiriti di molti di loro stessero correndo in giro come impazziti e siano balzati nella mia testa e io ero come una spugna pronta ad assorbirli. Questa non è una storia di fantasmi. È qualcosa che ha un significato profondo per me.»

I Doors cominciarono a esibirsi dal vivo nei locali del Sunset strip, una zona di Los Angeles dove si esibivano molte band. Esordirono prima al London Fog Nightclub, poi al Whisky a go go. Tuttavia anche quest’ultimo locale licenziò la band, scandalizzato dalla frase edipica di The End: “Father…I want to kill you. Mother…I want to fuck you”. La casa discografica Elektra Records propose ai Doors un contratto esclusivo che comprendeva la pubblicazione di 7 album.

“The Doors” il primo album e la metamorfosi di Jim sul palco

L’Elektra pubblicò il 4 gennaio 1967 The Doors il primo album della band, che fu uno dei dischi più venduti insieme a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. La musica dei Doors era tutt’altro rispetto al garbo dei baronetti di Liverpool. Era un blues rock psichedelico, in cui la voce magnetica e fortemente espressiva e a volte animalesca di Jim Morrison si fondeva con la chitarra flamenco di Krieger, con la batteria espressionista di Densmore e con le tastiere di Manzareck che davano un’impronta jazz, vaudeville, boogie-woogie.

I Doors entrarono nell’Olimpo del Rock nel luglio del 1967 con Light my fire che raggiunse il primo posto nella classifica Billboard. Le loro performance si distinguevano per il carattere profondamente visionario e sciamanico. Jim Morrison subiva una completa metamorfosi. Così lo ricorda Frank Lisciandro, fotografo, sceneggiatore e amico di Jim dai tempi dell’UCLA:

“Si muoveva come un indiano d’America in una danza rituale. Sul palco Jim diventava lo Sciamano. Nel corso dell’esibizione, come un festante dionisiaco, cantava dei miti moderni, e come uno sciamano evocava un panico sensuale per rendere significative le parole di questi miti. Agiva come se un concerto fosse un rito, una cerimonia, una seduta spiritica, e lui era lo strumento per la comunicazione con il sovrannaturale. Tentava di strappare gli spettatori dai loro posti a sedere, dai loro ruoli, dalle loro menti, così che potessero vedere l’altro lato della realtà, anche solo per una breve occhiata. Il suo messaggio era: apriti un varco comunque ti sia possibile, ma fallo adesso. Spesso il messaggio era sfocato e così si perdeva tra la musica, i miti, la magia e la follia.”

“Strange days” e “Waiting for the sun”

L’album Strange days che uscì nell’ottobre 1967 raggiunse il terzo posto nella classifica Billboard 200. I suoi concerti erano spesso imprevedibili per le grandi capacità performative e di improvvisazione di Jim Morrison. Spesso fu interrotto, o addirittura arrestato. Iggy Pop, presente ad un concerto al Wizard Lab ne rimase talmente folgorato al punto da fondare la band Psichedelic Stooges.

Il 1968 è l’anno di Waiting for the sun. Il singolo Hello, I Love you arrivò al primo posto nelle classifiche, ma l’abuso di alcool e droghe cominciò ad essere controproducente per la sua salute e la band. Nel settembre di quell’anno partirono per un tour europeo, che toccò Londra, Germania e Paesi Bassi. Ad Amsterdam Jim Morrison svenne sul palco e la band continuò a suonare senza di lui.

Il concerto di Miami

Il concerto di Miami del 1969 al Dinner Key Auditorium segnò l’inizio del declino. Jim Morrison arrivò in ritardo e ubriaco, cominciò un lungo monologo sovversivo e offensivo. Non esistono prove, ma sembra che Jim Morrison mostrò i genitali in pubblico. Il 20 settembre 1970 fu processato per atti contrari alla morale e per il reato di bestemmia in luogo pubblico. Fu invece prosciolto dalle accuse di ubriachezza molesta e dal reato di oscenità. In seguito a questo episodio, numerose date furono annullate.

The Soft parade, il quarto album dei Doors, uscì nel luglio del 1969. Jim Morrison andò sempre di più verso il declino fisico. Durante il Festival Pop di Seattle provocherà gli spettatori assumendo la posizione del crocifisso, illuminato da un riflettore rosso. Nel 1970 uscì l’album Morrison Hotel, ma il suo stato fisico peggiorò. Ma nonostante ciò partì per il tour The Roadhouse Blues Tour, che toccò sia località americane, sia europee. A luglio uscì l’album Absolutely live. Inoltre si esibirono sull’Isola di Wight.

La misteriosa morte a Parigi

Il 12 marzo 1971 Jim Morrison raggiunse la sua compagna Pamela a Parigi, deciso a dedicarsi solo alla poesia e al cinema. Fecero anche diversi viaggi in Marocco, poichè Jim aveva bisogno di climi più salubri. Ritornarono a Parigi il 3 maggio. Morì poi il 3 luglio intorno alle 3 o 4 di notte. Secondo una delle varie versioni, Pamela lo trovò esanime nel bagno. Le varie biografie riportano diverse versioni accompagnate da ipotesi di complotto o addirittura dalla fantasiosa tesi che Jim Morrison avrebbe inscenato la propria morte per fuggire dalla celebrità. Quel che è certo è che con le sue luci e ombre, l’artista ha rivoluzionato la scena musicale e ha lasciato un’eredità difficile da eguagliare.

Sai quanto pallida lasciva e fremente
viene la morte a una strana ora
inattesa, imprevista
come uno spaventoso ospite più che amichevole che ti sei
portato a letto
La morte rende angeli tutti noi
e ci dà ali
dove avevamo spalle
lisce come artigli
di corvo
Basta denaro, basta agghindarsi
Questo regno sembra di gran lunga migliore
finché l’altra faccia rivela l’incesto
e la libera obbedienza a una legge vegetale
Non ci andrò
Preferisco una Festa di Amici
Alla Famiglia Gigante.»
(Jim Morrison, The Severed Garden, An American Prayer)
Jim Morrison
Tomba di Jim Morrison






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Elisa Pellegrini