Con una discografia composta per la maggior parte da cover, Joe Cocker ha fatto la storia della musica. Questo perché è stato in grado di rinnovare qualsiasi canzone e di farla propria, donando un significato nuovo e vissuto.

Ecco 10 brani di Joe Cocker.

You Can Leave Your Hat On (1986): l’inconfondibile Joe Cocker

Joe Cocker - Photo Credits independent.co

Basta la prima nota a farci riconoscere You Can Leave Your Hat On. Ad ogni festa e situazione mondana, è imprescindibile la presenza della colonna sonora degli spogliarelli. La canzone è infatti un invito del cantante alla sua amante a spogliarsi di tutti gli abiti, consentendole di tenere a dosso solo il cappello.

Scritta da Randy Newman per Sail Away, You nel 1972, l’interpretazione di Cocker è la versione più conosciuta. Il brano acquistò successo infatti solo nel 1986, quando Cocker la reinterpretò per la colonna sonora del film 9 settimane e ½.

Delta Lady (1969)

Hit del 1969, Delta Lady è una canzone dedicata a Rita Coolidge, vecchia fiamma dello scrittore della canzone Leon Russell e una delle coriste del brano.

Nella sua autobiografia, la Collidge racconta che Cocker registrò la canzone nello studio di Russell a Los Angeles, mentre lei serviva il tè alla troupe.

Dall’uscita del brano, la Collidge diventò per tutti Delta Lady.

Se volete sentire una canzone che ricordi i momenti precedenti al fidanzamento, quelli passionali e sensibili, Delta Lady è la canzone che dovete sentire.

Unchain My Heart (1987)

Registrata per la prima volta da Ray Charles, Unchain My Heart è uno dei brani più conosciuti della discografia di Joe Cocker.

La canzone si compone delle parole di un uomo che non riesce a dimenticare la donna amata. Inizialmente sembra che lei non riesca ad abbandonare il protagonista, ma poco dopo ci rendiamo conto che l’uomo è come bloccato da un incantesimo che impedisce a lui di lasciare andare lei.

L’uomo è innamorato della donna e non riesce a cancellarla dal suo cuore e dalla sua mente.

With A Little Help From My Friends (1969)

Con un piccolo aiuto dei miei amici”: fortunato se gli amici in questione sono John Lennon e Paul McCartney. Scritta originariamente per Ringo Star, il batterista più inetto della storia della musica si rifiutò di cantarla per paura che sulla frase «Would you stand up and throw tomatoes at me?» il pubblico gli lanciasse veramente i pomodori.

Presentata a Woodstock, With A Little Help From My Friends rivendica musicalmente il gusto musicale di tutta una generazione che ha fatto la storia del rock.

When The Night Comes (1989) – la fortuna di Joe Cocker

Diciamo che parte della fortuna di Joe Cocker, si deve anche alla possibilità di circondarsi di mostri sacri della musica.

Scritta da Bryan Adams e Diane Warren, When The Night Comes permette a Cocker di tornare in vetta alle classifiche internazionali. E torna in vetta, mischiando innovazione e marchio autoriale, presentando una canzone dal sound aggiornato, ma  connotata dal suo iconico timbro.

She Came In Through The Bathroom Window (1969)

I Beatles a Cocker piacevano proprio tanto. She Came In Through The Bathroom Window è un’altra cover degli Scarafaggi, riadattata da Cocker.

Nonostante sia tratta da Abbey Road, uno degli album più di successo dei Beatles, negli USA la cover di Joe ebbe notevole successo.

La canzone parla di una ragazza entrata dalla finestra del bagno, in ricordo di un interessante aneddoto del gruppo britannico: John Lennon racconta che nella formazione Apple Corps nel 1968, una fan entrò dalla finestra del bagno. Lennon non esclude che potesse essere Linda Eastman: la futura moglie di McCartney.

You are so Beautiful (1974)

Una classica canzone d’amore che contiene al suo interno un semplice messaggio: sei bellissima e sei tutto ciò che voglio e di cui ho bisogno.

Con un pianoforte di accompagnamento e la voce unica di Cocker, You Are So Beautiful fu il più alto successo solista, raggiungendo le prime posizioni della Billboard Hot 100 degli Stati Uniti e la posizione numero quattro nella classifica Top Singles del Canada.

High Time We Went (1972)- il diario di Joe Cocker

High Time We Went è una delle poche canzoni originali scritte da Cocker e dal tastierista Chris Stainton. Brano del terzo album, Something to Say (1972) è una sorta di diario autobiografico  sull’essere in viaggio.

Well, it’s 5 o’clock in the morning, feel just like the end of a mule

Joe Cocker, High Time We Went

The Letter (1970)

Cover della traccia dei The Box Tops, The Letter rivisitata da Joe Cocker è una vera e propria esperienza musicale che vale la pena ascoltare.

Con una base strumentale che varia dall’old blues al rock degli anni ’70 e la voce grintosa di Cocker, The Letter si dimostra come una canzone carica e piena di suoni che saranno in grado di appagare le nostre orecchie.

Feelin’ Alright (1969)

Abbiamo capito che Joe Cocker aveva un fascino per le canzoni degli altri.

Concludiamo dunque con Feelin’ Alright una traccia dei Traffic rivisitata da Cocker.

Feelin’ Alright si presenta come una traccia adatta a più gusti. Anche qui abbiamo infatti un’intersezione di stili: le percussioni di sottofondo sono un leggero rimando al raggae, il piano jazz, la voce rock di Cocker e i soliti cori che accompagnano la sua voce, creano un funk infinito che non può che piacere.

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Martina Capitani

Ph: Joe Cocker – Photo Credits independent.co