Otto dicembre 1980, addio John Lennon

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Di Alessandro Carugini

John Lennon è nato a Liverpool, il 9 ottobre del 1940. Fondatore, compositore e cantante dei Beatles, con McCartney formò una delle più importanti partnership musicali di successo della storia della musica. È il cantautore di maggior successo nella storia delle classifiche inglesi seguito da McCartney stesso. Nel 2002, in un sondaggio della BBC sulle 100 personalità britanniche più importanti di tutti i tempi, si è classificato ottavo.

8 Dicembre 1980: una tranquilla giornata di lavoro in casa Lennon Ono

La fotografa Annie Leibovitz si recò all’appartamento dei Lennon per un servizio fotografico commissionato dalla rivista Rolling Stone. La fotografa promise a John Lennon che la foto di lui insieme a Yoko Ono sarebbe finita sulla copertina della rivista, sebbene lei avesse inizialmente cercato di ottenere una foto del solo Lennon. Come riportato dalla stessa Annie: «Nessuno la voleva in copertina», riferendosi alla Ono. Lennon insistette per finire in copertina insieme alla moglie, e dopo aver scattato le foto, la Leibovitz lasciò l’appartamento alle 15:30 circa. Dopo questa sessione fotografica, Lennon rilasciò al DJ di San Francisco Dave Sholin quella che sarebbe risultata essere la sua ultima intervista, per una trasmissione radiofonica da mandare in onda su RKO Radio Network.

Alle 17:40, Lennon e Ono, a bordo di una limousine, lasciarono l’appartamento per recarsi ai Record Plant Studios per lavorare al missaggio della canzone Walking on Thin Ice della Ono. Questo brano verrà pubblicato come singolo nel Gennaio del 1981.

David Champman, quando la passione si trasforma in ossessione

Mark David Chapman, americano, era una guardia giurata a Honolulu. Non è proprio un tipo affidabile; ex tossicodipendente, era stato ricoverato in una struttura ospedaliera per malati di mente. Durante il processo ha dichiarato di essere fortemente influenzato dal romanzo di Salinger Il giovane Holden, al punto di decidere di seguire il modello antisociale rappresentato dal protagonista del libro. Per anni fu un fan dei Beatles e di Lennon in particolare. Aveva una passione sfrenata per i fab four, che presto divenne ossessione. Nel 1979 ha sposato Gloria Hiroko Abe, una donna americana di origine giapponese che somigliava a Yoko Ono. Col tempo, si convinse che Lennon aveva tradito gli ideali della sua generazione e si sentì investito della missione di punirlo.

La morte di John Lennon

L’8 dicembre 1980 Chapman si appostò davanti all’entrata della residenza di Lennon, il Dakota Building in Central Park a Manhattan. Quando il musicista uscì di casa, Chapman gli strinse la mano e si fece firmare un autografo sulla copertina di Double Fantasy, ultimo album di Lennon. Ad assistere alla scena vi era il fotografo Paul Goresh, che immortalò la scena in una celebre fotografia che ritrae l’assassino insieme alla sua futura vittima.

Chapman rimase in attesa sul posto. Alle 22.51, vedendo Lennon rientrare insieme alla moglie Yoko Ono, Chapman lo chiamò, rivolgendosi a lui con un «Ehi, Mr. Lennon!», quindi gli esplose contro cinque colpi di pistola. Lennon ebbe appena il tempo di fare ancora qualche passo mormorando «Mi hanno sparato…», prima di cadere al suolo perdendo i sensi. Trasportato d’urgenza al Roosevelt Hospital, John Lennon è dichiarato morto alle 23:15.

Al momento dell’omicidio, Chapman aveva con sé una copia de Il giovane Holden. Dopo aver sparato, rimase impassibile sulla scena del crimine, tirò fuori la sua copia del libro e si mise a leggere fino all’arrivo della polizia. Il custode del Dakota Building, Mr. Perdomo, gridò a Chapman: «Lo sai che cosa hai fatto?», al che Chapman rispose con lucida freddezza: «Sì, ho appena sparato a John Lennon.».

L’arresto di Chapman ed il processo

I primi poliziotti ad arrivare furono Steve Spiro e Peter Cullen, di pattuglia sulla 72ª Strada e la Broadway, che avevano appreso la notizia secondo cui un uomo era stato ferito da colpi d’arma da fuoco nei pressi del Dakota. Gli agenti accorsi sul luogo si accorsero subito che le ferite riportate da Lennon erano molto serie; non potendo aspettare l’arrivo dell’ambulanza, decisero di caricare il corpo di Lennon nell’auto di servizio per condurlo al vicino ospedale Roosevelt Hospital. Chapman fu arrestato senza opporre resistenza.

Chapman in seguito dichiarò di essersi già recato a New York un’altra volta, in passato, con l’obiettivo di uccidere Lennon, ma di non esservi riuscito. Fu accusato di omicidio di secondo grado e, dichiaratosi colpevole, fu condannato alla reclusione da un minimo di vent’anni al massimo dell’ergastolo. Nel 2000, scontato il minimo della pena, si è visto rifiutare la richiesta di libertà condizionata.

Yōko Ono e numerosi fan di Lennon, hanno chiesto che non venga mai scarcerato. Il 27 agosto 2020, per l’undicesima volta, la commissione giudicante dello stato di New York ha negato a Chapman la libertà condizionata.

L’ultimo Week End di John Lennon

Dopo cinque anni di silenzio stampa e di assenza dalle scene, John Lennon trascorre un fine settimana in compagnia del giornalista della Bbc John Peebles, al quale confida la sua visione artistica, la sua nuova vita a New York, il suo attivismo per i diritti civili e la pace, il suo amore per Yoko Ono e la fine dei Beatles.

Mentre il giornalista sorvola l’Atlantico con l’audio delle sei ore di intervista, John Lennon viene ucciso da Chapman. L’intervista diventerà, così, il necrologio più celebre della storia del rock, nonché l’ultima, tangibile testimonianza di John Lennon.

Il documentario “L’ultimo weekend di John Lennon”, fa rivivere quell’incontro ed è scandito dalla voce di John Lennon e dal suo stato d’animo in quelle che sono state le sue ultime 48 ore di vita. L’audio originale, rigorosamente sottotitolato, si accompagna a materiale di repertorio inedito, testimonianze di esperti e amici.

Alessandro Carugini

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