Esteri

Kaliningrad in blocco, le dure proteste di Mosca

Nell’Oblast di Kaliningrad, l’enclave russa all’interno del territorio UE, è al momento in atto quello che Mosca definisce un blocco da parte non solo dell’Unione ma anche dalla Lituania. Da qualche giorno infatti non stanno più arrivando via treno dalla Russia molte merci. Per l’UE non esiste però nessun blocco: si stanno solo applicando le sanzioni stabilite.

Nella giornata di ieri, 20 giugno 2022, la Federazione Russa ha protestato contro il divieto di transito imposto per le merci sanzionate dall’UE tra la regione di Kaliningrad ed il resto del territorio russo attraverso la Lituania, imposto la scorsa settimana dalla Lituania.

Il blocco di Kaliningrad

La regione russa di Kaliningrad si trova sulle sponde del Baltico e confina ad ovest con la Polonia e ad est con la Lituania. Questi ultimi due Paesi UE hanno poi un confine diretto con la Bielorussia, alleata di Mosca attraverso la quale devono passare i treni diretti a Kaliningrad. Nel rispetto delle sanzioni europee contro la Russia, le ferrovie lituane hanno predisposto per le ferrovie della regione di Kaliningrad limiti al transito di un certo numero di merci dalle regioni russe.

Photo Credits Adnkronos
Stazione di Kaliningrad

Secondo il governatore di Kaliningrad Anton Alikhanov grazie a questa misura prevista dalle sanzioni UE viene colpito il 40/50% del transito merci della regione. La popolazione sembrerebbe essersi già allarmata a riguardo e, temendo per un blocco più completo, cerca di fare scorte prendendo d’assalto tutti i luoghi di approvvigionamento presenti nella regione. Il governatore Alikhanov sta ancora cercando di trovare il giusto modo di gestire il blocco impostogli. Ha intanto cercato di tranquillizzare la popolazione di Kaliningrad, invitando innanzitutto a non precipitarsi a svuotare gli scaffali, spiegando che i prodotti colpiti dalle restrizioni arriveranno via mare, anche se più lentamente e con un costo decisamente superiore.

Le proteste di Mosca finite in minacce

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa statale russa Tass, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha commentato in modo assolutamente negativo le misure attuate dalla Lituania. “La decisione è senza precedenti. Viola ogni regola possibile. Capiamo che deriva dalla decisione dell’Unione Europea di estendere le sanzioni al transito delle merci. Crediamo anche che sia illegale”. Per Mosca infatti le misure adottate negli scorsi giorni dalla Lituania sono assolutamente “ostili e provocatorie” oltre che un’aperta “violazione degli obblighi legali internazionali della Lituania – quali – in primo luogo la dichiarazione congiunta del 2002 della Federazione Russa e dell’Unione Europea sul transito tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo”.

A delle iniziali proteste sono però poi seguite delle vere e proprie minacce. Non ha avuto risultati infatti l’iniziale convocazione dell’incaricata presso l’Ambasciata lituana a Mosca Virginia Umbrasene al fine di protestare contro il divieto di transito appena imposto chiedendone “l’immediata revoca”. Il Ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov ha quindi calcato ancora la mano sottolineando che, qualora non venisse ripristinato “il transito delle merci tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo attraverso la Lituania, la Russia si riserva il diritto di agire in difesa degli interessi nazionali”.

Le pressioni più pesanti sono però opera del vicepresidente della Commissione Esteri del Consiglio federale Andrej Klimov. Quest’ultimo avrebbe infatti evocato esplicitamente il rischio di un conflitto armato. Quello di Vilnius è definito all’unanimità russa un “comportamento inaccettabile – che – mette in pericolo l’intero blocco politico-militare” della Nato e che in assenza di una revoca “scioglierà le mani di Mosca perché risolva il problema con ogni mezzo”. Il blocco applicato nella regione di Kaliningrad a detta di Mosca “può essere valutato come un’aggressione diretta contro la Russia, costringendoci letteralmente a ricorrere con urgenza ad un’adeguata autodifesa”.

La risposta della Lituania

Mentre sulla rete televisiva russa girano appelli a costruire “un corridoio” fra l’enclave ed il resto del Paese, misura che rappresenterebbe un vero e proprio attacco militare contro i Paesi membri Ue della Lettonia e Lituania, da Vilnius non si percepisce alcuna tensione o timore rispetto alle minacce avanzate.

Secondo il Ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis “non è la prima volta che dalla Russia arrivano queste accuse”. Il Ministro si mostra quindi particolarmente sereno su ogni fronte. “Semplicemente dal 17 di giugno sono entrate in vigore le sanzioni e noi le stiamo applicando seguendo le linee guida della Commissione”, precisando anche che “non tutti i beni sono colpiti dalle sanzioni, circa il 50% è sulla nostra lista di transito”.

Photo Credits ANSA
Josep Borrell

Da Lussemburgo è anche arrivato il sostegno dell’Alto rappresentate UE per la politica estera Josep Borrell, il quale ha confermato che la Lituania non sta attuando nessuna restrizione nazionale unilaterale ma “solo le sanzioni dell’Unione Europa”. L’accusa mossa dalla Russia sarebbe quindi pura propaganda, priva di ogni fondamento.

Ginevra Mattei

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