Kirsten Dunst: una Marie Antoinette pop e malinconica

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Di Sara Cerullo

Il terzo lungometraggio di Sofia Coppola “Marie Antoinette” del 2006 vede nuovamente come protagonista Kirsten Dunst, dopo “Il giardino delle vergini suicide” del 1999. Il film ripercorre gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita dell’adolescente Maria Antonietta, destinata a sposare per alleanza il delfino di Francia, futuro Luigi XVI. Il film ha avuto accoglienze contrastanti ma l’interpretazione delle Dunst è decisamente memorabile ed una delle migliori dell’attrice.

La Marie Antoinette sfrontata e annoiata di Kirsten Dunst

Il film della Coppola vuole essere una visione in chiave moderna della vita a corte di Maria Antonietta. Quest’ultima ha sempre avuto una fama sgradevole, considerata una donna frivola e viziosa. La Coppola ha voluto offrire una nuova visione positiva di una donna tormentata, vittima di noia e solitudine. Costretta a sposare in adolescenza un uomo che non ha mai amato e da cui non ha mai ricevuto amore, ha cercato la gioia in cose materiali. È semplicemente una bambina catapultata in una reggia e costretta a vestire i panni da regnante. Il marito, il delfino di Francia Luigi Augusto, non le dà attenzioni e Maria Antonietta allora si sfoga “giocando” con il lusso che le è stato imposto.

Kirsten Dunst dà anima e corpo a questo personaggio, considerato uno dei più famosi della storia, con una fama che la precede. La sua Maria Antonietta, però, è una ragazzina quasi donna, piena di contraddizioni che reagisce a suo modo ad una vita predestinata. La Dunst stessa è contradditoria, allo stesso tempo maliziosa e gioiosa ma caratterizzata da una particolare tristezza negli occhi che rende tutto più malinconico. La sua interpretazione, diretta dalla visione della regista, vuole semplicemente presentare la crescita di una ragazza che vive in una gabbia dorata, costretta in un ruolo sociale che la vede costantemente al centro di attenzioni non desiderate. Questa moderna e innovativa visione della regnante francese trasforma “Marie Antoinette” in un film di ribellione giovanile contro le pressioni imposte dalla società.

Sara Cerullo

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