“La Bohème” di Puccini, nella Parigi del 1830

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Di Redazione Metropolitan

Il 1° febbraio 1896, la rappresentazione musicale della “Bohème” di Giacomo Puccini, presso il Teatro Regio di Torino. L’opera comprende quattro atti e trae l’ispirazione dallo scritto “Scene della vita di Bohème”, di Henry Murger.

“La Bohème”, il romanzo

Puccini, in collaborazione con il drammaturgo Giuseppe Giacosa ed il commediografo Luigi Illica, ideatori del libretto che guida la rappresentazione scenografica, di un romanzo dello scrittore francese Henry Murger. La pubblicazione del libro avviene per la prima volta in Francia nel 1851 e segue anche la versione in lingua italiana “Scene di vita della Bohème”. Anche se generalmente inteso come romanzo, lo scritto non segue le linee nuove di un genere letterario, piuttosto s’intende una novella per unire più racconti. I fatti che vengono raccontati riguardano gli episodi di un gruppo di artisti parigini, durante gli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento. Ogni storia è in parte correlata alle altre, nella narrazione di episodi di vita tratti da persone reali. A fronte di ciò, una raccolta di storie che si susseguono nelle dinamiche del Quartiere latino di Parigi, durante le feste di Natale.

“La Bohème”, l’opera più famosa del mondo

In realtà “La Bohème”, nasce da una gara tra Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo sulla composizione della stessa opera. Con la stesura di Giacosa ed Illica, il libretto pucciniano mantiene la vetta delle classifiche per popolarità al mondo, da più di un secolo. All’inizio, il compositore lucchese ed i collaboratori dell’opera riscontrano difficoltà, per gli adattamenti dei personaggi al contesto musicale. Dopo tre anni di lavoro, Puccini giunge al completamento del terzo atto ed a fine novembre del 1895 termina anche il quarto ed ultimo “quadro”. L’anno seguente, “La Bohème” va in scena per la prima volta al Teatro Regio di Torino, con la direzione del maestro Arturo Toscanini. Un buon riscontro dal pubblico, con toni ostili della critica. A fronte di ciò, l’opera viene ritoccata da Giacomo Puccini nella versione definitiva, che va in scena al Teatro Grande di Brescia ed ottiene grande successo anche dalla critica.

Trama

Nel primo atto alla Vigilia di Natale, un gruppo di amici artisti impoveriti economicamente, riceve la visita del padrone di casa, che insiste nel reclamare l’affitto. Con una scusa, il proprietario dello stabile viene allontanato ed in casa rimane solo Rodolfo. Intanto Mimì, ovvero la vicina di casa, chiede all’artista se la può aiutare a sistemare l’impianto elettrico guasto e per entrambi scatta l’amore. Al secondo “quadro”, i due innamorati raggiungono il gruppo di amici al Caffè Momus ed arriva anche Musetta, l’ex fidanzata di Marcello, in compagnia di un amico. Con un pretesto, la ragazza tenta di catturare l’attenzione dell’ex compagno, riesce a riconquistarlo ed allontana l’amico. Nella terza parte, dove lavora Marcello nevica incessantemente e Mimì raggiunge l’amico per confidarsi.

La ragazza si lamenta della storia con Rodolfo, per lei ormai alla fine per le continue liti tra i due. Da qui, Marcello spiega all’amica che anche per lui, non c’è futuro con Musetta, a causa dei continui tradimenti della donna. In seguito, entrambe le relazioni dei due amici finiscono, per volontà di entrambi. All’ultimo atto, Marcello e Rodolfo sono ormai singles e Colline e Schaunard li raggiungono a casa, dove il gruppo di amici si ritrova in compagnia. In seguito, Musetta incontra Mimì sulle scale, dove l’ex di Rodolfo avverte un lieve malore e le due ragazze raggiungono il gruppo. Mimì senza che nessuno se ne accorge decede nel sonno ed il primo a rendersene conto è Schaunard, che spaventato lo dice a Marcello. Solo quando Rodolfo comprende la scomparsa della ragazza, si rende conto di esserne ancora innamorato.

L’organico orchestrale ed i personaggi

Puccini nella partitura impiega: flauti, clarinetti, oboi, corno inglese, clarinetto basso, fagotti, trombe, timpani, trombone basso, triangolo, piatti, tromboni, tamburo, xilofono, grancassa, carillon, arpa, archi, campanelle, pifferi. Tra i primi interpreti dell’opera: Mimì (Cesira Ferrani soprano), Musetta (Camilla Pasini soprano), Rodolfo (Evan Gorga tenore), Marcello (Tieste Wilmant baritono), Schaunard (Antonio Pini Corsi baritono), Colline (Michele Mazzara basso), Benoît (Alessandro Polonini basso), Parpignol (Dante Zucchi tenore), Alcindoro (Alessandro Polonini basso).

Elena Canini

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