La Casa di Carta – Corea, disponibile da domani il remake della serie

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Di Redazione Metropolitan

Sbarca il 24 giugno il remake coreano della fortunatissima serie ideata da Alex Pina. In cosa rimarrà uguale il remake e sotto che aspetti si adatterà al pubblico orientale? Emergono dettagli su trama e cast: l’unione delle due Coree e le star di Old Boy, Squid Game e Lost. Ryu Yong-jae, lo sceneggiatore del remake spiega alcune similarità e differenze. Chiave di tutto è la possibilità di indagare, oltre la semplice trama della serie, le profondità conflittuali del contraddittorio stato sociale degli stati del nordovest-asiatico.

Similarità e differenze: Corea del Nord e del Sud unite sotto un’unica “casa di carta”, la prospettiva ucronica del remake

Un’immagine promozionale della serie, disponibile il 24 giugno su Netflix

Volti noti anche in Occidente quelli che si nasconderanno sotto le maschere dei rapinatori protagonisti del remake de “La Casa di Carta”. Non saranno i lineamenti di Salvador Dalì a proteggere le identità di Park Hae-soo, Berlino (Cho Sang-Woo in “Squid Game“), Jeon Jong-seo, Tokyo (Hae-mi in “Burning, l’Amore Brucia) e Yoo Ji-tae, il Professore (Lee Woo-jin in “Old Boy“), ma quella che assomiglia ad una tradizionale maschera Tal, ispirata dal teatro Hahoe. Invece del bottino in Euro sottratti direttamente dalla Zecca, questa volta sarà un quantitativo astronomico di una nuova moneta, sorta dell’unione politica tra le due Coree, l’oggetto che spingerà la mente geniale del professore ad organizzare la rapina del secolo.

Il remake de “La Casa di Carta”, annunciato nel 2020, promette di stupire e superare le aspettative lasciate dall’originale di Alex Pina. A confrontarsi con un contesto socio-culturale completamente diverso è stata la mente di Kim Hong-sun, regista del remake, affiancato dallo stesso Pina e dagli sceneggiatori Ryu Yong-jae, Kim Hwan-chae e Choe Sung-jun. La cultura coreana può apparire esotica e “lost in translation” per il pubblico occidentale (lo stesso che ha cantato “Bella Ciao”, nella soundtrack dell’originale spagnolo). Ma è anche vero che prodotti di successo come Squid Game, Parasite e il K-pop stiano annullando le distanze oceaniche che separano questi due diversissimi mondi.

Alberto Alessi

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