Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che ha protestato contro la guerra sfidando Vladimir Putin davanti a milioni di spettatori russi, con un cartello con su scritto: “No alla guerra. Non credete alla propaganda” durante la trasmissione televisiva del canale dove lavorava fino a quel momento: Russia 1. Essa provocò uno stato di paura e incoraggiamento nei colleghi che seguivano la trasmissione. La definirono na eroina. “Lei disse tutto quello che pensavamo noi avevamo paura di esprimere”. Il coraggio della giornalista suscitò sostegno e anche diverse domande da parte dei telespettatori. L’irruzione shock della giornalista dietro alla conduttrice del programma mise a repentaglio la reputazione del canale, così tanto da poi oscurare ciò che c’era scritto sul cartello.

Il messaggio fortissimo di questa protesta “Non credete alla propaganda” è molto chiaro ed ha suscitato diversi dubbi dai parte dei telespettatori. Che cosa sanno loro che noi non sappiamo? Piuttosto cosa non sanno i cittadini Russi che noi sappiamo? Una guerra all’oscuro della patria stessa. Noi europei sappiamo molto bene il terrorismo e la catastrofe che si è creata, e che si spera di porre fine al più presto. 

La terribile scomparsa della giornalista: “Ore orribili senza avvocato..”

La giornalista è stata arrestata nella notte e bloccata per oltre dodici ore di interrogatorio in cui sembrava scomparsa. Non le hanno permesso di entrare in contatto con nessun parente, nessuna persona vicina ed non le è stato concesso alcun aiuto legale. Dopo queste spaventose ore che la giornalista racconta, incontra il suo avvocato. Invitati all’udienza del Tribunale di Ostankino, la giornalista doveva rispondere dell’accusa di manifestazione non autorizzata. La donna, all’inizio condannata a 15 anni, conclusa l’udienza, alla fine è stata condannata a pagare una multa di all’incirca 250 euro e poi è stata rilasciata. Questo grazie al supporto delle Nazioni Unite nei riguardi della giornalista. Chiedendo alle autorità russe di non punire una persona per aver esercitato il suo diritto alla libertà di parola.

Un esempio di forza e coraggio

Marina Ovsyannikova è diventata un eroina mondiale. Soltanto a pochi giorni prima il Cremlino aveva approvato una legge che prevede fino a 15 anni di carcere per chi diffondeva informazioni e notizie false sulla guerra in Ucraina. Inoltre la donna era stata scelta da Vladimir Putin come sua interlocutrice e intervistatrice preferita. Forse per la sua disarmante bellezza? La giornalista dopo il suo arresto diffuse un suo video dove aveva detto di vergognarsi a coloro che hanno preso le difese di Putin e Cremlino favorendo la propaganda visti i suoi anni di esperienza e sostegno all’interno della tv di Stato. Un esempio di coraggio per tutti.

La giornalista spiega in un video:

 “Quello che sta succedendo ora in Ucraina è un crimine e la Russia ne è l’aggressore. La responsabilità di questa aggressione ricade sulla coscienza di un uomo, e quell’uomo è Vladimir Putin. Mio padre è ucraino, mia madre è russa. Non sono mai stati nemici. Questa collana al collo è un simbolo che la Russia deve fermare immediatamente questa guerra fratricida e le nostre nazioni fraterne possono ancora fare la pace”.

Ludovica Marini

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