La Marvel lancia “L’incredibile Hulk”, da allora la rabbia ha trovato un corpo

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Era il 10 maggio 1962 quando in edicola debuttò l’Incredibile Hulk . La Timely Comics, grande casa newyorchese di fumetti, assunse lo storico nome Marvel Comics nel 1961. Lo stesso anno nacquero “I Fantastici Quattro,” frutto del felice sodalizio artistico tra il fumettista Stan Lee e il disegnatore Jack Kirby. Nel 1962 alla coppia l’editore chiese di inventare un nuovo supereroe, che risultasse assolutamente originale rispetto all’immagine tradizionale.

L’idea di Hulk venne da Lee che trovò la giusta ispirazione nel personaggio biblico del Golem e in due capolavori del romanzo di fantascienza: “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson e “Frankenstein” di Mary Shelley. Combinando i due personaggi prese forma nella sua mente l’idea di un personaggio dall’aspetto comune e innocuo, ma totalmente incapace di gestire la rabbia tanto da non riuscire ad impedirgli di impossessarsi letteralmente del suo corpo, trasformandolo.

La Marvel e il flop di Hulk

Nella foto un immagine del fumetto di Hulk  photo credit: cultura.trentino.it
Nella foto un immagine del fumetto di Hulk photo credit: cultura.trentino.it

Protagonista del fumetto è il fisico nucleare Bruce Banner, al quale il ministero della Difesa americano dà l’incarico di sperimentare una bomba ai raggi gamma nel deserto del New Messico. Il segretissimo test, organizzato sotto il comando del generale Thaddeus Ross, ha inizio e Banner si accorge della presenza del giovane Rick Jones. Si precipita così a salvargli la vita spingendo il giovane in un fossato. Il nobile gesto costrinse però Banner ad una prolungata esposizione alle radiazioni.

Al calar della sera Banner però si rende ben presto conto che qualcosa in lui è cambiato. Con l’avanzare delle ore infatti il suo corpo comincia improvvisamente a crescere, fino a trasformarsi in un gigante grigio. Questo colore della pelle scelto perché neutro (non identificabile quindi con nessuna etnia) e comunque in omaggio a Frankenstein. La resa tipografica fu ritenuta scadente e dai numeri successivi venne adottato il verde.

Il successo con Lou Ferrigno

Nella foto un immagine dell'Incredibile Hulk interpretato da Lou Ferrigno  photo credit: cinematographe.it
Nella foto un immagine dell’Incredibile Hulk interpretato da Lou Ferrigno photo credit: cinematographe.it

Dal secondo numero però oltre al colore di Hulk cambiò anche la logica della trasformazione del personaggio, innescata non più dal calare delle tenebre ma dall’impossibilità di gestire la rabbia derivante dalle ingiustizie. Nel prosieguo della storia il protagonista vive questo suo stato come un handicap che cerca di tenere nascosto agli altri, in particolare agli uomini del generale Ross che lo considerano un pericolo per la società e gli danno la caccia. La prima serie si arrestò dopo il sesto numero, uscito nel marzo del 1963, facendo registrare un clamoroso flop di vendite, influenzato in parte dal debutto in quello stesso periodo del personaggio di maggior successo della Marvel: l’Uomo Ragno.

Questo apparve per la prima volta sul numero 15 di “Amazing Fantasy“. Ripreso successivamente nella serie “Vendicatori” (insieme ad Iron Man e Thor) e in un episodio dei Fantastici Quattro, il fumetto di Hulk perse col tempo ulteriore smalto. Il mostro verde tornò in auge alla fine degli anni ’70 grazie all’attore Lou Ferrigno, che lo impersonò in un popolare telefilm del 1977. Seguì poi una serie animata. Più recentemente è salito alla ribalta con pellicole come L’incredibile Hulk (2008) di Louis Leterrier e la lunga saga “The Avengers“.

di Loretta Meloni

Facebook

Instagram

Twitter