
La Regina Carlotta, sin dall’inizio, aveva un compito molto diverto rispetto a Bridgerton. Sicuramente un compito più complesso. Non c’erano romanzi, o vite inventate. Stavolta ci si scontrava ma con una vicenda reale. La sua missione era trasformare il grande accordo storico tra due monarchie europee in una storia d’amore coinvolgente. Inoltre, avrebbe dovuto lavorare con una coppia già sposata, invece di giocare con gli ostacoli che impediscono a due aspiranti amanti di stare insieme. La Regina Carlotta è il tipo di storia che avrebbe potuto essere un noioso spaccato di vita, con poche o nessuna emozione – ma invece si è trasformato in un bellissimo esperimento ben riuscito.
La Regina Carlotta: poteva essere uno spaccato di vita (noioso) e si è rivelato un piccolo capolavoro

La Regina Carlotta si concentra sugli aspetti più realistici e disordinati delle relazioni romantiche. Attraverso il ritratto della relazione tra la Regina Carlotta (India Amarteifio) e Re Giorgio (Corey Mylchreest), la serie ci toglie dalla testa l’idea che l’amore sia solo una cosa fortuita che accade tra due giovani. Più e più volte, la miniserie di Netflix ribadisce che l’amore è qualcosa di molto complicato che spesso richiede molto lavoro. Una storia d’amore non sempre finisce all’altare, come Bridgerton e molte altre storie d’amore vorrebbero farci credere. Se una coppia è fortunata, il suo amore durerà per molti anni dopo il matrimonio, a volte anche per tutta la vita. In questo periodo di tempo, gli innamorati, un tempo spensierati, si imbatteranno in difficoltà che di solito non trovano spazio nelle storie d’amore: malattie mentali, responsabilità e relazioni familiari tossiche. Questi aspetti non vengono semplicemente affrontati: costituiscono il fulcro della storia, contribuendo a creare una serie tv che non si concentra sulla bella fase della luna di miele di una relazione, ma sul suo lato più problematico.
Cosa significa amare davvero qualcuno con un disturbo mentale?
L’aspetto più evidente dell’approccio realistico de La Regina Carlotta al romanticismo è la rappresentazione della cosiddetta “follia” di Re Giorgio. La serie non si fa scrupoli a fare del suo protagonista romantico un uomo che vive con un disturbo mentale, e questo di per sé è già una buona cosa.
Ma i meriti de La Regina Carlotta su questo tema non si fermano alla mera rappresentazione del disturbo mentale. La serie merita un plauso anche per il modo in cui rende la condizione di Giorgio parte integrante della sua relazione con Carlotta. La sua malattia non è solo un ostacolo a cui si può porre rimedio con l’amore, ma qualcosa con cui sia Giorgio che Carlotta devono convivere.
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