La salma di Agitu Gudeta sarà portata in Etiopia

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Di Redazione Metropolitan

Agitu Gudeta, imprenditrice simbolo di integrazione e coraggio, uccisa a martellate da un suo collaboratore, riposerà in Etiopia. A deciderlo sono stati i familiari che, assistiti dall’ambasciata, sbrigheranno a Trento le pratiche necessarie. A Trento si è inoltre tenuta una cerimonia di commemorazione per la donna.

Agitu Gudeta-Photo credits: Il Riformista

Il fratello e la sorella di Agitu sono arrivati in Italia per riportare la salma in Etiopia, dove ancora vivono la madre, tre sorelle e due fratelli. La donna etiope è stata uccisa brutalmente il 29 dicembre scorso dal suo collaboratore Adams Suleimani, ghanese, 32 anni, per motivi economici. Il reo confesso dell’omicidio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha confermato la custodia cautelare in carcere.

Chi è Agitu Gudeta

Agitu è un esempio di coraggio, integrazione, e di autoimprenditorialità femminile. Era arrivata in Italia a 18 anni. Iscritta all’Università di Trento, si era laureata in sociologia, per poi fare ritorno in patria. Lì, affiancata da altri attivisti, aveva fondato un’associazione per combattere la pratica dell’accaparramento di terre, conosciuta come land grabbing. A causa della repressione della sua attività, Agitur Gudeta è tornata in Italia. Dal 2010 in Trentino si era dedicata a perseguire il suo sogno: vivere in armonia con la natura. Con determinatezza Agitu aveva recuperato un terreno di 11 ettari in abbandono, facendolo diventare un pascolo incontaminato per il suo gregge di capre. Spinta dalla passione, allevava le capre e trasformava il formaggio con metodi tradizionali, dando vita ad un allevamento sostenibile e di qualità. Il suo percorso non è stato però sempre roseo. Agitu ha infatti dovuto superare diversi ostacoli, quali minacce a sfondo razziale e un’aggressione.

Agitu Gudeta con il suo allevamento di capre- Photo credits: web

La raccolta fondi per Agitu Gudeta

Nel frattempo continua la raccolta fondi per Agitu. La sua finalità è quella di salvaguardare e perpetuare l’iniziativa imprenditoriale della donna, affinché continui ad essere simbolo di quello che lei ha rappresenta: coraggio, determinazione e passione. “Il suo gregge di capre non deve essere smantellato”, hanno scritto i promotori della raccolta fondi. “Le terre che lei aveva affittato non devono tornare ad essere abbandonate. La sua sapienza nell’arte casearia deve trovare nuovi eredi. A giorni nasceranno i capretti che Agitu allevava con tanta passione. Queste nuove vite chiedono cure e attenzioni, quelle che Agitu non può più dare”. Quasi 700 persone hanno contribuito per far sì che il sogno della donna non venisse spazzato via.

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