“L’Arco di Trionfo” impacchettato”, omaggio postumo a Christo

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Di Redazione Metropolitan

A Parigi, l’ Arco di Trionfo sarà coperto da 25 mila metri quadrati di tessuto in polipropilene in omaggio a Christo, artista bulgaro morto circa un anno fa.

L’Arco di Trionfo ” impacchettato, omaggio a Christo

A Parigi, da poco dopo la mezzanotte è cominciato il vero e proprio “imballaggio” dell’Arco di Trionfo.

I lavori preliminari avevano preso il via nel mese di luglio. Ingegneri e squadre di costruzione sono stati attivi 24 ore su 24 per preparare il monumento, erigendo impalcature sulle quali verrà srotolato il tessuto riciclabile blu argenteo. “L’Arc de Triomphe empaqueté” (Projet pour Paris, Place de l’Étoile-Charles de Gaulle)” sarà visibile dal 18 settembre al 3 ottobre.

Si tratta di un progetto in omaggio all’artista Christo, morto circa un anno fa, il quale lo ideò insieme alla coniuge, Jeanne-Claude nel 1962. Il completamento dell’operazione è supervisionato da suo nipote Vladimir Javacheff in coordinamento con il museo Pompidou e le autorità francesi.

L’Arco di Trionfo sarà impacchettato con 25 mila metri quadrati di tessuto in polipropilene che saranno tenuti in posizione da 7 mila metri di corda rossa. Si stima che per l’operazione ci vorranno 24 ore circa.

C’è tensione ed emozione nelle squadre al lavoro, si tratta di un’opera mastodontica che richiede il superamento di certe difficoltà, ma anche la realizzazione di un sogno, per il quale Christo aveva lasciato minuziosi dettagli e indicazioni. “Dobbiamo attenerci a quello” ha detto il nipote, “se le persone vengono e dicono che è proprio come i disegni, significa che abbiamo fatto un buon lavoro”.

Yavachev ha anche in programma di completare un altro dei progetti incompiuti di suo zio e della zia, tra cui una mastaba piramidale alta 150 metri ad Abu Dhabi.

Chi era Christo?

Christo Vladimirov Javacheff, nacque in Bulgaria nel 1935 è stato tra i maggiori rappresentanti della Land art e realizzatori di opere in grande scala.

Nel 1956 termina gli studi accademici e si trasferisce a Praga, da dove scapperà l’anno seguente per fuggire dal regime del blocco comunista, raggiungendo poi l’Austria. Da qui si trasferirà prima a Vienna, poi a Ginevra, per poi raggiungere nel 1958 Parigi.

Era ai margini della società e si guadagnava da vivere con dei ritratti, che firmava con il nome della propria famiglia “Javacheff”. Le sue prime opere firmate “Christo” sono stati dei dipinti astratti e degli “impacchettamenti” di oggetti (bottiglie, bidoni, cartoni, tavoli ecc.) o di modelli viventi nella tela o nella plastica. Questi lavori suscitano interesse negli amici, tra cui vi sono Arman e Yves Klein, con cui si unirà nel movimento Nouveau Réalisme.

Nel 1958 incontrò la sua futura compagna Jeanne-Claude Denat de Guillebon con la quale realizzò numerosi progetti che prevedevano il rivestimento di luoghi pubblici con tessuti, possiamo citare: il Reichstang di Berlino, il ponte Pont Neuf di Parigi, la creazione di gigantesche installazioni “site-specific“, come una serie di 7.503 cancelli nel Central Park di New York e il “Running Fence” di 24,5 miglia in California.