Larry Bird e il leggendario tiro

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Di Redazione Metropolitan

In assenza di basket giocato affiorano sempre più ricordi per sopperire alla necessità fisiologica che abbiamo di questo sport. Il 5 maggio 1981 si gioca gara 1 delle Finals: Rockets da una parte, Celtics dall’altra, il giudice è Larry Bird.

Larry “Legend”

Quando ti danno bene un soprannome ti resta legato per tutta la vita. Nel caso di Larry Bird, “Legend” è probabilmente il miglior soprannome degli ultimi 50 anni. Solitamente si diventa leggenda solo dopo la morte o dopo aver quanto meno concluso il proprio lavoro. Vedendo giocare Larry però, si ha la netta sensazione che quello che riesce a fare sia già memorabile. Sensazione provata da molti nella prima partita della serie finale contro Houston nel 1981 quando Bird è stato in grado di regalare una delle più belle giocate di tutti i tempi. 87-84 Rockets, rimessa a metà campo per i Celtics. Dopo un paio di passaggi si cerca Bird che prova un palleggio arresto tiro dal gomito scheggiando il ferro lateralmente. Sul rimbalzo inspiegabilmente arriva ancora lui che lo cattura con la mano destra con la palla ormai dietro il tabellone, in volo se la passa sulla sinistra e segna un layup. Giocata che non rivedremo mai più anche in una lega di super-atleti come la NBA.

La carriera collegiale

Dopo aver frequentato la Springs Valley High School e esserne diventato il miglior marcatore di ogni epoca, Bird si iscrive alla Indiana University. Senza giocare nemmeno una partita la lascia per andare a lavorare. Dopo le sollecitazioni della famiglia torna sui suoi passi e questa volta si immatricola alla Indiana State University. Rimane 3 anni con medie da capogiro: 30,3 punti, 13,3 rimbalzi e 4,6 assist di media tirando con il 53% dal campo e oltre l’80% dalla lunetta. L’ultimo anno conduce i Sycamores a un record di 33-0 perdendo la storica finale contro gli Spartans di un certo Magic Johnson.

Larry Bird e Magic Johnson (photo credits: Rick Stewart/Getty Images)

La rivalità con Magic

Nel 1978 Larry viene scelto con la sesta scelta assoluta dai Boston Celtics ma gioca un altro anno a Indiana State. L’anno successivo i Los Angeles Lakers chiamano Magic Johnson vien con la numero uno e Bird raggiunge i Celtics. Il primo anno vince il premio di Rookie Of the Year ma Magic vince il titolo con i suoi Lakers. Questo spinge Larry a migliorarsi sempre di più tanto che ogni sfida con il play di 2,06 somiglia a una messa in scena a Broadway. Nel 1981 Bird vince il suo primo campionato ma l’anno dopo è ancora Magic a portare a casa l’anello. Così alle Finals del 1984 c’è il tanto atteso scontro tra i due per celebrare il nuovo Commisioner David Stern. La serie è a dir poco emozionante e finisce a gara 7 con Larry che vince il premio di MVP delle finali. Magic e Larry si incontreranno altre due volte alle finali ed entrambe le volte avranno la meglio i Lakers. Bird vince ancora un anello nel 1986 ma le battaglie con il suo amico (fuori dal campo) nemico (sul parquet) sono uno degli spettacoli più belli che l’NBA abbia mai regalato.

Il palmarès di Larry Bird

In carriera ha vinto di tutto sia individualmente che con i suoi Celtics. Oltre al già citato Rookie dell’anno, è stato MVP per 3 stagioni consecutive, 2 volte MVP delle finali, vincitore 3 volte della gara del tiro da 3 punti e MVP dell’All Star Game 1982. Con la nazionale americana è stato membro dello storico Dream Team del 1992 prima di ritirarsi vincendo l’oro olimpico. La sua intelligenza vista in campo è stato in grado di portarla anche in panchina purtroppo solo per un breve periodo. Coach of the Year alla guida dei Pacers nel 1998 oltre alla finale del 2000 persa poi contro i Lakers di Shaq e Kobe. È stato il GM degli Indiana Pacers dove ha conquistato il premio di “Executive of the year” nel 2012. La sua maglia numero 33 è stata ritirata dai Celtics ed è membro della Hall Of Fame. Larry in carriera ha dimostrato di essere il migliore in ogni ambito, ecco perché fin da giovane è diventato per tutti “Legend”.

Larry Bird tira in faccia a Dominique Wilkins (Photo credits: Dick Raphael/NBAE via Getty Images)

Lorenzo Mundi

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