Lega contro cannabis e ius scholae, Giorgetti promette ostruzionismo

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Di Redazione Metropolitan

Riunione con i deputati per i vertici della Lega, che confermano la loro opposizione ai disegni di legge sulla depenalizzazione della coltivazione domestica di cannabis e lo ius scholae. Salvini riunisce i suoi e li prepara ad un’aspra opposizione contro due “controversi” ddl. “Faranno tutto il possibile” per bloccare le proposte, se dovessero arrivare in Aula. Così ha dichiarato il capogruppo Riccardo Molinari, confermando l’impossibilità di un dialogo e la posizione ostruzionista. Anche Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, ha affermato che “la Lega si metterà giustamente di traverso con tutti i mezzi possibili.” “C’è una bella discussione” interna al partito salviniano, secondo il ministro, relativamente all’ipotesi di un Draghi bis. Apparentemente ricomposte le fratture interne dei giorni scorsi.

La Lega promette di bloccare il processo democratico su ius scholae e depenalizzazione della cannabis: il partito è unito nell’impossibilità di garantire diritti

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e il senatore Matteo Salvini durante una conferenza stampa

Unito il fronte leghista nell’affossare i provvedimenti che prevederebbero depenalizzazione della coltivazione di cannabis e concessione della cittadinanza ai giovani che hanno completato il ciclo di istruzione. La posizione del partito di Matteo Salvini è unitaria, secondo quanto dichiarato dal capogruppo Riccardo Molinari. La risposta è dovuta, più che all’effettivo dibattito parlamentare, in cui i leghisti confermano il già previsto ostruzionismo, alla posizione del governo. Lo stesso esecutivo si era mostrato intento a rivedere le sue politiche proibizioniste, secondo quanto contenuto in un documento di alcuni giorni fa. Una posizione prevedibile che conferma l’impossibilità di un dibattito maturo su argomenti “dolenti” per il partito, calato drasticamente nei sondaggi e volto a tornare sui suoi cavalli di battaglia.

Unità, quella leghista, che potrebbe essere messa a dura prova dall’ipotesi di un Draghi-bis. Quell’invito alla “prudenza” dichiarato da Giorgetti potrebbe riguardare la “bella discussione” interna del partito, che fino a ieri sembrava sul punto di esacerbare la divisione in correnti. La campagna elettorale permanente adottata dal partito di stampo sovranista, che accusa la sinistra di “trovare delle bandiere” per tenersi unita (dichiarazione che inquadrata nel pulpito della destra italiana fa quantomeno sorridere), adesso dovrà fare i conti con l’ipotesi di un distacco dal governo da parte del M5S, che la frattura l’ha subita realmente. Toglieranno il loro appoggio al governo? “Dovete chiederlo a Draghi e al Parlamento, se ci sono i numeri.” Una risposta che suona come un temporeggiamento, non una dichiarazione di intenti.

“C’è una bella discussione, che è il sale della politica” ma poi annunciano l’ostruzionismo: le misure della Lega per restare unita sono le “bandiere ideologiche”?

E’ indubitabile che la Lega sia tenuta assieme da una complementarità tra il ministro Giorgetti e Salvini. Giorgetti nega, riportando il discorso verso la loro ormai acerrima rivalità con Conte, leader M5S. La Lega, mentre accusa gli avversari di aver scelto delle bandiere ideologiche per rafforzarsi a seguito della probabile flessione del governo verso sinistra, utilizza le stesse per ricucire le fratture che sembravano il preludio di una crisi interna. Le dichiarazioni potranno nascondere le ferite, ma non a lungo. L’interesse del paese, polo magnetico della Lega, secondo Giorgetti, forse è solo un cerotto momentaneo contro le contraddizioni che esploderanno in seguito. E intanto, a quanto pare, l’interesse civile da record del referendum anti-proibizionista, per fare un esempio, sfugge completamente al ministro dello Sviluppo economico, che è impossibile non sia al corrente delle implicazioni economiche dello stesso. Forse in nome di un interesse di partito, e non di Paese.

Alberto Alessi

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