Leon Battista Alberti, considerato, insieme a Brunelleschi, il fondatore dell’architettura rinascimentale. Figura particolare del Rinascimento italiano. In qualche modo si può dire che abbia contribuito alla formazione di questo stile, dal punto di vista architettonico. Aveva un singolare rapporto con le sue opere. Non ci sono disegni, progetti, non si conoscono presenze dirette nei cantieri. La sua architettura era teorizzata, accostata al mondo della musica e al messaggio simbolico e sociale che in qualche modo lo aveva ispirato.
Nato esule da una grande famiglia sradicata da Firenze, è stato viaggiatore e pellegrino tra i centri rinascimentali per i quali ha contribuito alla formazione. Personaggio dai tratti e dalla storia sfuggente. Non pienamente documentato nelle fonti, non legato esplicitamente alle proprie opere, non calato mai in modo definitivo nei fatti del periodo. La sua biografia è infatti molto frammentaria.
Leon Battista Alberti e il viaggio tra i comuni del rinascimento italiano
La sua attività di architetto è chiaramente legata alle personalità in vista della nobiltà e dell’alta borghesia del tempo. Senza i rapporti con questi magnati e senza le loro commissioni, Leon Battista Alberti non avrebbe potuto contribuire alla creazione della cosiddetta “città ideale”. Uno degli argomenti più dibattuti della trattatistica rinascimentale. Linguaggio non legato solo a singole architetture ma proiettato in una più ampia dimensione urbana. Tipico del periodo, il rinnovato interesse per il classico. L’ideale estetico di Leon Battista Alberti si basa, infatti, sulla ricerca dell’armonia proporzionale, sulle forme proporzionate e modellate sull’uomo. La sua cultura lo rese ricercato presso le più importanti corti del Quattrocento.
Da Ferrara a Firenze
Il nostro viaggio tra l’Italia Rinascimentale inizia a Ferrara. Qui L’Alberti è legato alla committenza di Leonello d’Este. Qui si può ammirare “l’arco del cavallo”, basamento della statua equestre di Niccolò III, padre di Leonello. Maestosa e pienamente in linea con i parametri estetici dell’epoca e del primo periodo di attività del giovane architetto, è invece il la base del Campanile della Cattedrale di Ferrara.
Ed eccoci a Firenze. La maggior parte delle opere che Leon Battista Alberti realizza nella città dei Medici è commissionato dalla famiglia Rucellai. Uno di questi esempi è proprio “palazzo Rucellai”. Questo è piuttosto una sorta di ristrutturazione, all’interno del quale l’architetto inizia ad importare caratteristiche che poi saranno proprie del pieno periodo rinascimentale. Lo stesso si può dire per la facciata di Santa Maria Novella e del problema, non piccolo, di trovarsi a dover progettare una ristrutturazione con delle preesistenze gotiche.
Tra Rimini e Mantova
A Rimini, invece, Leon Battista Alberti, ormai un affermato e conosciuto architetto, lavora per Sigismondo Pandolfo Malatesta. Per lui l’Alberti realizza il “Tempio Malatestiano”. Il progetto prevedeva la realizzazione di un “involucro” dallo stile classicistico. Questa parte rimase però incompiuta.
Per la rinomata famiglia dei Gonzaga, Alberti, realizza a Mantova il progetto di “San Sebastiano” e “Sant’Andrea”, entrambi affidati alle mani di un altro architetto: Luca Fancelli. Come per altri lavori, anche in questo caso, Leon Battista Alberti realizza solo il progetto e, a quanto sappiamo dalle fonti storiografiche, non ne seguiva personalmente neanche l’esecuzione, lasciando liberi gli architetti di apportare eventuali modifiche, come poi è davvero capitato.
Leon Battista Alberti a Roma
È a Roma però, che Alberti trascorre più tempo. Quasi 40 anni, seppur in modo non continuativo. Nonostante questo è il periodo in cui ci sono pervenute meno notizie. Una certa è il suo stretto rapporto con l’autorità papale. Nel 1432 il Papa lo nomina “priore” di un comune vicino Firenze e in questo periodo riesce a studiare bene l’antichità. Ma non solo. Tanti gli interessi di Leon Battista Alberti, sia in campo scientifico che in quello umanistico e tecnico. La documentazione è però molto scarsa e di certo ci è rimasto solo il rilevamento topografico del perimetro delle mura aureliane. L’architetto romano che pare esegua i progetti dell’ormai maestro Alberti è Bernardo Rossellino. La documentazione incerta non ci aiuta, ma pare che fossero previsti restauri ingenti in tutta Roma.
“De Re Aedificatoria”, trattato sull’architettura e il suolo degli architetti
Il “De Re Aedificatoria”, scritto tra il 1443 e il 1452, è considerata la sua opera più importante, quella che lo ha reso immortale. Ispirato al “De architectura” di Vitruvio, è suddiviso in dieci libri. I primi tre libri parlano dei progetti e dell’esecuzione, quarto e quinto esaminano le opere di grandi dimensioni, come ponti e intere città. I successivi tre si soffermano sul ruolo dell’architetto e le tipologie di edificio e di ornamenti. L’ultimo tratta del restauro. Vi lasciamo con un estratto della sua opera che in qualche modo spiega bene il perché tanto “mistero” quando si parla di Leon Battista Alberti, l’architetto rimasto nell’ombra.
“È sufficiente fornire consigli sinceri e buoni disegni. Se poi ti proponi di esser tu stesso direttore ed esecutore del lavoro, quasi sempre accadrà che tutti i difetti e gli errori, in cui o per inesperienza o per incuria sono incorsi gli altri, siano attribuiti a te solo. Questi lavori devono essere affidati a maestranze abili, caute, rigorose”.
Ilaria Festa
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