Linate: il Viaggio del Terrore e il folle gesto dell’autista senegalese|”La colpa è di Di Maio e Salvini”

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Di Redazione Metropolitan

Un vero e proprio viaggio del terrore si è consumato a Linate, nel Milanese. “Volete sapere perché l’ho fatto? Voglio farla finita, vanno fermate le morti nel Mediterraneo. Il caso della Nave Mare Jonio è stata la goccia che ha fatto traboccare il mio vaso”. Lo ha spiegato Ousseynou Sy, l’autista di origini senegalesi (ma italiano dal 2004), che ha dirottato un bus con all’interno 52 studenti delle Scuole Medie, per poi fargli fuoco, nell’interrogatorio davanti al capo del pool dell’ antiterrorismo milanese Alberto Nobili e al pm Luca Poniz.

Un attacco di follia

L’autista 47enne, in presa ud un’attacco di intolleranza e pura ira guidava l’autobus a San Donato Milanese, quando ad un erto punto ha urlato: “Andiamo a Linate, da qui non scende più nessuno!“,

Dopo la telefonata di un alunno al 112, l’autobus sequestrato è stato intercettato da tre pattuglie dei carabinieri ma non si è fermato e ha speronato una macchina colpendone poi altre due “senza provocare feriti”, ha spiegato il comandante dei carabinieri parlando di “momenti durati pochi minuti ma molto concitati”. 

Dopo esser stato bloccato, l’uomo è sceso dal pullman con in mano un accendino e ha dato fuoco al mezzo, mentre i carabinieri salvavano dalla parte posteriore i ragazzi dopo aver rotto i finestrini.

L’uomo aveva precedenti penali

L’uomo in passato è stato accusato di violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza. Ma perché nonostante ciò era, tranquillamente, alla guida di un bus?E’ questo il fulcro dell’indagine, in corso, in cui stanno indagando i Carabinieri, nell’indagine coordinata dal pm Luca Poniz e dal capo del pool dell’antiterrorismo Alberto Nobili

“I Carabinieri ci hanno salvati”

“Hanno compiuto un’operazione che si vede nei film delle squadre speciali” anche perché “l’intento stragista era partito e l’ uomo stava per dare fuoco come poi ha fatto al pullman”. “Se non stiamo a piangere 52 bambini è grazie a loro“, ha detto il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco nel ringraziare i carabinieri in particolare quelli della stazione di San Donato Milanese.
“Diceva che se ci muovevamo, versava la benzina e accendeva il fuoco. Continuava a dire che le persone in Africa muoiono e la colpa è di Di Maio e di Salvini. Poi i carabinieri ci hanno salvati“. Questo il racconto di una ragazzina che ha vissuto il terrore sul bus.

Colpa dell’ISIS?

“Era tutto premeditato, l’autista aveva già deciso da molto di compiere il folle atto”, spiega in conferenza stampa il responsabile dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, che esclude che sia colpa dell’ISIS. Osy, che ha pronunciato frasi sconnesse nei confronti della politica di Salvini e Di Maio, è accusato di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza. E non è più al vaglio ma è stata contestata nei suoi confronti l’aggravante della finalità del terrorismo.

Il perché del folle gesto

Un gesto folle, per di più premeditato da tempo, che ha permesso ad un pregiudicato di mettere a repentaglio la vita di 51 adolescenti per rivendicare la morte di altri, in questo caso di uomini, donne e bambini che ogni giorno muoiono in mare. Nulla di più incoerente. Se la vendetta fosse la soluzione ad ogni male, ad ogni morte, ad ogni malattia e ad ogni ingiustizia, il mondo sarebbe un cane che si morde la coda, senza via di uscita.

Solo vendetta?

Bisognerebbe farsi due domande sul perché un uomo con gravi precedenti penali fosse in libertà, piuttosto che provare a dare una spiegazione del suo gesto. Un simile gesto fa più pensare ad un mero sfogo della propria rabbia interna verso il mondo, piuttosto che a una vendetta in onore di altri.

Martina Onorati


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