L’intelligenza artificiale nella guerra in Ucraina

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Di Redazione Metropolitan

È incredibile pensare al divario delle armi da guerra ucraine sforiate sul campo nel corso dello scontro con la Russia. L’Ucraina combatte infatti con armi più rudimentali quali le bottiglie molotov o i vecchi fucili datati, ma allo stesso tempo riesce a mettere alla prova alcune delle più avanzate tecnologie in campo militare sviluppate fino ad oggi. Il conflitto con la Russia non è quindi solo terreno, ma va sempre più trasformandosi in un enorme, quanto terrificante, laboratorio bellico a cielo aperto.

Nel vasto mondo della tecnologia sembra aver assunto un ruolo di particolare importanza l’intelligenza artificiale (AI) e le sue applicazioni. Ad aiutare nell’orientamento in questo scenario informatico è Antonio Pescapè, professore di sistemi di elaborazione delle informazioni dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

L’intelligenza artificiale nella guerra

“Sicuramente l’intelligenza artificiale sta giocando un ruolo quanto mai importante in questo conflitto, sia nella pare materiale sul campo, sia in quella immateriale della ormai ahimè famosa cyber guerra. I sistemi per programmare attacchi fanno un uso massivo della intelligenza artificiale ad esempio, per migliorare la capacità e la pervasività degli attacchi, per coordinarli e negli attacchi di tipo phishing”.

“Ma l’intelligenza artificiale ha avuto, sin dall’inizio della guerra, un ruolo fondamentale anche nelle operazioni di propaganda: grazie ad una profanazione utente estremamente avanzata è stato possibile effettuare azioni di ‘propaganda personalizzata’ e quindi una diffusione di fake news estremamente capillare. Sembra anche che il ricorso a sistemi di AI sia fortemente utilizzato nell’ambito di operazioni di intelligence sia da parte della Russia sia da parte Ucraina. Recentemente sono state diffuse notizie circa l’utilizzo di piattaforme di intelligenza artificiale che sulla base dei dati e di intercettazioni dai campi di guerra hanno fornito informazioni per sorvegliare e prevenire gli attacchi dell’esercito russo”.

Le armi autonome ed i soldati robot

I sistemi maggiormente contrassegnati dall’intelligenza artificiale sono quelli delle ‘armi autonome’ e dei soldati robot. Ma l’innovazione è anche nel miglioramento di armi già esistenti: i missili dei droni in articolare modo ora dispongono di un’intelligenza autonoma che gli consente di riconoscere autonomamente un bersaglio.

Qualche giorno fa il DARPA, il Dipartimento per i Progetti di Ricerca Avanzati della Difesa americana, ha presentato un progetto per una intelligenza artificiale in grado di fare operazioni di problem solving nell’ambito di azioni militari. Come dichiarato dal Dipartimento stesso, sembrerebbe che queste tecnologie siano state concepite proprio per prendere decisioni rapide in scenari complessi addestrandole per salvare il maggior numero di vite umane. In ogni caso però, a differenza di altri scenari nei quali viene utilizzata l’intelligenza artificiale, quello bellico prevede sempre il paradigma “human in the loop”: è quindi sempre l’uomo a prendere l’ultima decisione.

Per il momento le intelligenze artificiali sono applicate grazie all’utilizzo di diverse informazioni raccolte a distanza come anche “in loco”. Relativamente in particolare a quelle raccolte a distanza, “sono per esempio state utilizzate diverse immagini satellitari per l’addestramento di algoritmi di riconoscimento delle immagini che hanno permesso l’identificazione di fosse comuni. L’intelligenza artificiale è stata anche già utilizzata per il riconoscimento di civili e di soldati deceduti e per il riconoscimento di mercenari o militari che per azioni di guerra si sono confusi tra la popolazione Ucraina”.

Ginevra Mattei