In questo secondo episodio della seconda stagione di Loki, intitolato Breaking Bread (chiaro riferimento) si delinea chiaramente che la serie sul Dio dell’inganno sia quella con il piglio maggiore nell’MCU. Sarà per il setting affascinante della TVA, per l’idea delle linee temporali che riporta un po’ quel fascino di scoperta del primo MCU o per i rapporti tra i personaggi, ma Loki resta sicuramente la serie di punta del mondo Marvel. E in questo secondo episodio sono proprio i rapporti tra gli attori in gioco ad essere esplorati e ad essere centrali nella narrazione. Sia quello tra Loki e Mobius, da classico buddy movies, che quello tra Loki e Sylvie. Un episodio ancora più convincente del primo che stende un tappeto rosso a grossi plot.
Loki 2 episodio 1: dinamico duo
Dopo le rivelazioni dello scorso episodio riguardo la vita precedente dei membri della TVA, molti cacciatori inviati alla ricerca di Sylvie sono diventati dissidenti. Proprio uno di loro, Brad (da qui il gioco di parole dell’episodio) è tornato alla sua vita da attore negli anni Settanta. Mobius e Loki si mettono sulle sue tracce per capire dove si trova Sylvie, ormai scomparsa tra le miriadi di linee temporali. E proprio qui c’è il primo momento in cui torna, in tutto il suo splendore, il Dio dell’Inganno, che sarà poi il leitmotiv di puntata. Loki, attraverso i suoi trucchetti (splendide le ombre) cattura X-5 e lo arresta riportandolo alla TVA. Qui inizierà un interrogatorio in cui i nostri due “detective” improvvisati cercheranno di estrapolare informazioni sulla posizione di Sylvie. Loki viene messo di fronte alla realtà delle sue azioni passati e di chi era, ovvero un super cattivo. E, ancora una volta con l’inganno e con una sequenza da buddy movie con il duo poliziotto buono/poliziotto cattivo, trovano finalmente la posizione della variante di Loki. E qui c’è il momento più debole di puntata. Se da un lato il confronto tra i due dei dell’inganno è convincente e crea una dinamica di coppia efficace, il proseguo di trama è fin troppo sbrigativo. In un baleno ci si ritrova dal McDonalds del 1982 alla base operativa dei cacciatori di Dox, che scopriamo non essere alla ricerca di Sylvie ma lì per sterminare tutte le linee temporali divergenti. Dopo un combattimento ben orchestrato e girato, il quadro è ormai evidente: le linee temporali sono distrutte, e miliardi di vite annientate. La puntata si chiude con un cliffhanger finale, con Sylvie in possesso di un oggetto molto importante appartenuto a colui che rimane.
Kang, dove sei?
Il secondo episodio di Loki è convincente tanto quanto il primo. Dopo aver superato la prova della scorsa puntata, ecco che si presenta già la seconda: il ritrovamento di Sylvie, andato a buon fine solo in parte. E questo sarà sicuramente uno dei temi principali delle prossime puntate.Sicuramente si esplorerà tutto ciò che riguarda la frase detta da Oroborus a fine episodio (sarà quello il ruolo del Kang del passato?). e soprattutto, cosa è successo in quel futuro immutabile visto da Loki? Insomma, di carne al fuoco ce ne è tanta. La speranza e la preghiera più grande è che Loki non venga colpita dalla stessa influenza delle altre serie Marvel: il crollo dal terzo episodio. Di sicuro, però, c’è che abbiamo una voglia matta di vedere il terzo episodio.
Alessandro Libianchi
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