“L’omofobia si è presa altre due vite”: suicidio in Armenia

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Di Francesca De Fabrizio

Si tolgono la vita dopo un ultimo bacio due ragazzi armeni, Arsen e Tigran. L’ultima foto diventa virale sui social. Tra i commenti dilagano l’odio e l’omofobia. I diritti LGBTQI+ continuano a non essere garantiti in oltre 70 Paesi nel mondo. Un disegno di legge in Russia si impegnerà a far scomparire la parola “gay”.

L’omofobia colpisce ancora: suicidio di coppia in Armenia

Photocredit: today.it

Quante vite ancora dovranno essere sacrificate per fare aprire gli occhi sulla gravità della situazione della comunità LGBTQI+ nel mondo? É questa la domanda che si pongono in molti, ancora sconcertati dal suicidio di Arsen e Tigran, due ragazzi armeni omosessuali. La coppia ha postato sui social una foto dell’ultimo bacio, la caption “Lieto fine. Le decisioni sulla condivisione delle foto e sui nostri prossimi passi sono state prese da entrambi”. Da lì a poco il suicidio: si sono gettati dal ponte Davtashen, a Yerevan.

Pink Armenia ne parla sul suo sito “L’omofobia si è presa altre due vite”. L’Associazione difende i diritti LGBTQI+ in Armenia, Paese fortemente omofobo. La foto dei due ragazzi è diventata virale in poco tempo. Molti i commenti a sostegno della coppia e dell’associazione, molti sono stati invece di odio e discriminazione. Tra questi qualcuno ha sostenuto la necessità di suicidarsi per chiunque sia omosessuale: i due ragazzi avrebbero fatto la scelta giusta. É in occasioni come questa che salta all’occhio quanto ancora ci sia da fare per assicurare la libertà e i diritti fondamentali a tutti. I diritti LGBTQI+ non sono garantiti ini oltre 70 Paesi nel mondo. Tra questi la Russia di Putin non scherza, una legge promette di far scomparire la parola “gay”: multe per chi ne parla e diffonde informazioni a riguardo.

Francesca De Fabrizio

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