Musica

Lucia D’Errico presenta “Il mondo muove” – L’intervista

Lucia D’Errico nella copertina del nuovo singolo “Il mondo muove” – Foto di scena e backstage: Luca Misuraca e Dalilù

Continua la ricerca di talenti della nostra redazione Metropolitan Magazine. Lucia D’Errico, giovanissima cantante toscana, già impegnata con “Le Soprano“, si dedica ad una carriera solista e fa registrare un ottimo successo con la sua “Il mondo muove”, un brano dai toni dolci e delicati che vuole entrare nell’animo dell’ascoltatore come una carezza e dolcemente prenderlo per mano e accompagnarlo per un percorso introspettivo.

Metropolitan Magazine ha intervistato Lucia D’Errico e ha parlato con lei anche di questi tempi cupi che colpiscono il settore musicale e di come, con semplici accortenze che possono impiegare tutti, si possa ripartire in sicurezza e ridare vitalità in questo campo lavorativo.

L’intervista di Metropolitan Magazine a Lucia D’Errico

MM: Provieni dal canto lirico, hai frequentato e ti sei laureata al Pietro Mascagni di Livorno. Eppure “Il mondo muove” sembra essere lontano anni luce da quel mondo accademico. È solo un’impressione o in qualche modo ci sono delle influenze dei tuoi passati studi lirici?

Lucia D’Errico: “Il mondo muove pur essendo un brano pop ha al suo interno influenze provenienti dai miei studi lirici come lo stile canoro che possiamo definire “liricheggiante” per la presenza di leggeri vibrati e per l’impostazione tecnica della voce da me usata. Ma possiamo trovare riferimenti di impronta più classica anche nell’arrangiamento nel quale ho voluto mantenere uno stile più semplice e melodico, cercando di evitare le sonorità elettroniche e cercando di mettere in risalto la purezza e le caratteristiche degli strumenti musicali utilizzati.

MM: Il tuo primo singolo ha la capacità di esprimere al meglio le tue doti canore in un brano prettamente pop. Alcuni sostengono che chi si cimenta con la lirica non dovrebbe immischiarsi in generi diversi. Tu invece ci vai a nozze. È giusto quindi pensare che alcuni settori della musica debbano aprirsi a nuovi scenari senza precludersi alle opportunità del mercato musicale?

Lucia D’Errico: “Tendiamo a vedere la musica, e in generale l’arte, come un insieme di realtà a sè stanti, ma in realtà la musica è una varietà di stili e di generi, hanno una loro identità, ma possono comunicare tra loro, influenzarsi ed arricchirsi. Dovremmo avere una mente più aperta e valutare l’arte sì con occhio critico, ma più oggettivo. Prendiamo il mondo classico odierno, per esempio. Tende a rimanere chiuso nella sua realtà di regole rigide e accademiche, continuando a ritenere superiore solo la musica classica pura, quando, invece, ci sono esempi di comunicazione e di incontro tra i vari stili e genere il cui risultato è pienamente riuscito e vincente.

MM: Puoi farci qualche esempio?

Lucia D’Errico: “Un esempio che possiamo citare è il crossover tra l’opera lirica e la musica leggera, oppure il rock progressivo-sperimentale dei Pink Floyd o l’elettro pop–rock dei Muse o ancora le rapsodie ungheresi di Franz Liszt che vedono l’unione tra mondo classico e musica folkloristica ungherese.”

Mondo classico e mondo pop possono comunicare: “La musica è un incontro.”

MM: Quali sono state le tue influenze musicali in questo nuovo percorso da solista dopo l’esperienza con “Le Soprano”?

Lucia D’Errico: “Io nasco come cantante pop, per poi a 17 anni avvicinarmi al mondo della lirica sia per curiosità personale e sia sotto il suggerimento della mia insegnate di canto di allora che aveva visto in me una predisposizione al canto lirico. Ricordo ancora i pomeriggi passati ad ascoltare le grandi cantanti liriche del passato come Maria Callas, Renata Tebaldi o Anna Moffo, nelle loro interpretazioni magistrali di arie come “Porgi amor qualche ristoro” tratta da Le nozze di Figaro di Mozart o “Ah non credea mirarti” della La Sonnambula di Bellini o ancora “Habanera” della Carmen di Bizet. Ero affascinata dalla bellezza di quelle voci così melodiose, suadenti e vibranti, ma a loro affiancavo anche grandi voci e artisti del panorama musicale moderno come Mariah Carey, Whitney Houston, Michael Jackson e tanti altri che ancora oggi rappresentano per me modelli di perfezione artistica.

“Il Covid19? Portiamo avanti inziative musicali in tutta sicurezza.”

MM: Arriviamo da un periodo traumatico del Covid19. Tu sei una ragazza che lavora anche con i locali per live e serate. Immagino che stai avendo difficoltà in questi giorni ad organizzare un concerto. Come credi che si possa rimettere in sesto questa situazione?

Lucia D’Errico: “Sicuramente il Covid19 è stato ed è tuttora un grande ostacolo per il settore artistico- culturale e non solo. Secondo me quello che si potrebbe fare è cercare di portare avanti nelle piccole e grandi realtà i concerti e le manifestazioni artistiche di ogni genere cercando di rispettare le norme di sicurezza date dal Ministero. Ora più che mai siamo noi con le nostre azioni, le nostre scelte e la nostra coscienza che possiamo fare qualcosa di concreto e di positivo per cambiare la situazione. Se tutti rispettassimo le regole, sicuramente la situazione migliorerebbe e tutti potremmo tornare alla nostra normalità. ” Ai posteri l’ardua sentenza….

MM: L’argomento concerti on-line e non dal vivo ti entusiasma oppure credi che si perda quel contatto con le persone durante i live?

Lucia D’Errico: “Non sono una grande sostenitrice del concerto online perché in questa forma d’intrattenimento viene a mancare l’elemento essenziale: il fattore umano. Durante il lockdown hanno tenuto compagnia alle persone che non potevano fare altro che stare casa, ma per noi artisti e per il pubblico che viene a vederci sono essenziali quell’energia, quell’ armonia e quel calore che si crea durante un concerto e che dà vita ad una grande esperienza ed ad un bellissimo ricordo da portare nel cuore. Nella realtà virtuale viene a mancare proprio l’entusiasmo e l’emozione del pubblico linfa vitale per noi artisti che ci esibiamo sopra ad un palco in cui cerchiamo di dare tutto noi stessi per creare un’esperienza indimenticabile.

A cura di Gianrenzo Orbassano

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