Lucio Battisti, cantautore e compositore di altissima levatura, celebre polistrumentista, produttore e arrangiatore, avrebbe compiuto oggi ottant’anni. La sua esperienza artistica sopravvive alla sua morte, al tempo che scorre e al cambio generazionale, restando uno degli echi eterni di maggior bellezza della musica italiana.

Ormai celebre è l’immagine del sodalizio con Mogol: Giulio Rapetti Mogol, paroliere e produttore di fama, fu senza alcun dubbio colonna portante del progetto artistico di Lucio Battisti. Sebbene poi nell’ultima fase Lucio optò per un lavoro diverso, con Pasquale Panella, è innegabile che Mogol sia stato la chiave del successo musicale che investì Lucio Battisti.

Lucio Battisti: gli inizi della sua carriera

Lucio Battisti e il sodalizio con Mogol - Ph credits https://www.rollingstone.it/musica/storie-musica/lucio-battisti-su-spotify-e-un-mezzo-flop/486682/
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Lucio muove i suoi primi passi da autodidatta alla fine della terza media, quando per la promozione chiede ai genitori una chitarra. Inizia così a suonare intensamente, e a passare sempre più tempo studiando e coltivando la sua passione, fino a trascurare la scuola. L’amore per la chitarra lo porta ad un conflitto paterno, che, tenendo ai suoi studi e al fatto che Lucio si diplomasse, lo minaccia di non firmargli l’esenzione dal militare, in quanto figlio di invalido di guerra. Lucio quindi obbedisce, si diploma, ma continua a formarsi musicalmente, ascolta artisti come Ray Charles, Bob Dylan, i Beatles. L’artista però inizia a fare sul serio quando diventa il chitarrista de Gli Svitati, il primo gruppo di una lunga serie: i Mattatori, i Satiri, i Campioni, il cui leader Roby Matano intuisce subito il talento straordinario di Battisti. Infatti è proprio Matano che incita Lucio a scrivere i primi pezzi.

Nel febbraio del 1965, il cantautore ottiene un incontro con Franco Crepax, produttore discografico. Ma è Christine Leroux, editrice musicale, che lo nota, e decide di procuragli un’opportunità con Giulio Rapetti. Giulio è molto scettico all’inizio, ma rimane inevitabilmente colpito dalla vocalità dell’artista. Dopo qualche perplessità iniziale, i due iniziano a sperimentare: nasce il sodalizio tra Lucio Battisti e Mogol e nello stesso anno scrivono insieme il primo brano Hey ragazzo inciso poi nel 68. Ma Mogol insiste molto con Lucio su una questione: «i tuoi provini sono sempre più belli delle versioni degli altri». Avrebbe voluto che Lucio cantasse i suoi brani e non gli affidasse a terzi. Mogol ha saputo vedere oltre, e la sua lungimiranza ha fatto Lucio Battisti.

La numero uno di Battisti e Mogol

Lucio partecipa al festival di Sanremo nel 66 con il brano Adesso si. Da quel momento in poi la sua popolarità si va sempre più affermando, cresce la sua formazione artistica e il suo arricchimento musicale prosegue grazie alla collaborazione con diversi artisti di spessore. Scrive per Mino Reitano, per Gianni Morandi, sperimenta con Mogol nel brano Balla Linda, rifiutando la convenzione delle rime baciate e osando contro i canoni musicali del tempo. Partecipa nuovamente al festival della canzone italiana, ma questo lo espone anche alle critiche dei giornali. Intanto la sua fama cresce, e partecipa alle trasmissioni televisive di Renzo Arbore. Pubblica Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze, diventa il tormentone estivo e vince il Festivalbar del 69.

Durante il primo tour, nel periodo estivo, Lucio e Mogol fondano una casa discografica indipendente: la Numero Uno. Ma Battisti è ancora vincolato a Ricordi, la casa discografica di partenza. Nel 1971 partecipa alla trasmissione di Paolo Villaggio, Formula Uno, dove si crea un acceso dibattito con diversi artisti, tra cui Fabrizio De André. Alla domanda «Preferireste passare alla storia come cantante o come autore?» Battisti si esprime così: «come autore, perché a tutt’oggi la mia attività più importante è quella di autore; comunque preferisco non passare alla storia della musica». Finalmente arriva il passaggio ufficiale alla Numero Uno, e la prima pubblicazione contenente La canzone del sole. Quest’ultima diventa uno dei successi intramontabili della musica italiana, un classico del repertorio di Battisti, di una bellissima semplicità.

Il distacco dai media e l’immortalità di Lucio Battisti

Nel 1972 Lucio partecipa alla trasmissione televisiva Teatro 10, dove si esibisce in un duetto con Mina che prevede un medley composto da InsiemeMi ritorni in menteIl tempo di morireE penso a teIo e te da soliEppur mi son scordato di te ed Emozioni. Da molti è considerata una delle esibizioni più indimenticabili del panorama musicale italiano, e a renderla speciale è il fatto che è l’ultima dell’artista. Ad aprile pubblica il suo primo album con la Numero Uno, Umanamente Uomo, Il Sogno. Da qui in poi inizia a rifiutare foto, interviste, apparizioni, guadagnandosi critiche, giudizi molto forti, veri e propri attacchi alla sua persona e alla sua professionalità, oltre che al suo talento artistico.

Rifiuta anche proposte dal compenso esagerato, Battisti è ormai devoto soltanto alla sua famiglia e alla sua musica. Intanto la sua fama cresce al punto che David Bowie dichiara quanto apprezzasse Lucio. A causa di alcune divergenze artistiche e incomprensioni tecniche sulle quote azionarie della società editoriale che detiene i diritti d’autore dell’edizione Acqua azzurra, Lucio e Mogol si separano in silenzio. A prescindere dalla sua vita privata, l’artista avvia negli ultimi anni la collaborazione con Pasquale Panella, con cui soddisfa il suo estro artistico in continua evoluzione. Lucio Battisti è oggi uno dei più grandi rappresentanti della canzone italiana, dal carico emotivo impressionante. L’intensità della forza delle sue canzoni riecheggia ancora oggi: in un angolo d’Italia, qualcuno ogni giorno canta Lucio Battisti.

«Faccio il musicista, non l’attore o il giornalista; le mie cose le dico tutte, complete, sui miei dischi; la mia musica dice tutto di me, i testi che canto mi stanno bene, li adatto a me, li sento. Se facessi l’attore parlerei, se facessi il giornalista userei la macchina da scrivere, se fossi un critico spiegherei. Non credo di dover spiegare quello che faccio; guai, significherebbe che non mi faccio capire da tutti…»

«Un musicista, se la propria musica comunica ed emoziona realmente, non ha nulla da spiegare e null’altro da aggiungere a quello che si ascolta nei suoi LP.»

Lucio Battisti, intervista del 1973 – Wikipedia

Maddalena Barnabà

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