Era il 14 ottobre 1969, un giorno qualunque di un anno particolare. Il 30 gennaio i Beatles avevano suonato, per l’ultima volta insieme,sul tetto della Apple Corps; il 20 luglio l’uomo era sbarcato sulla Luna grazie alla missione Apollo 11; tra il 15 e il 17 agosto la generazione hippie si era riunita per il Festival di Woodstock. E poi ancora il volo inaugurale del Concorde, le ribellioni a Praga, la Guerra del Vietnam, la distruzione dell’Isola delle Rose. Insomma, non ci si stava annoiando. La vita scorreva veloce come sempre, e la musica faceva altrettanto. Così, mentre, quello stesso martedì, gli astronauti Neil Armstrong, Michael Collins ed Edwin ”Buzz” Aldrin, impegnati in un tour trionfale in giro per il mondo, sbarcavano a Londra per incontrare la Regina Elisabetta, in Italia Lucio Battisti e Mogol si apprestavano a mettere a segno l’ennesimo colpaccio.
Mi ritorni in mente/7 e 40 è il settimo singolo da interprete del cantautore di Poggio Bustone. Scritto e composto insieme all’amico e paroliere Giulio Rapetti Mogol, è uscito esattamente cinquantacinque anni fa. L’arrangiamento, come di consueto, era di Detto Mariano, ed entrambe le canzoni finirono nella tracklist di Emozioni. Nel progetto iniziale, il lato A del disco avrebbe dovuto contenere il brano 7 e 40, mentre Una avrevve dovuto essere il lato B. Quando, però, Battisti completò Mi ritorni in mente, si decise di optare per quest’ultimo. Una venne temporaneamente accantonato fino al 1971, quando venne inserito nell’album Amore e non amore e, nel 1972, nel singolo Elena no/Una.
Lucio Battisti: Mi ritorni in mente, storia di un amore perduto
Il lato A, si sa, appartiene sempre alla hit, e Mi ritorni in mente, che raggiunse la vetta della classifica nel gennaio del 1970, non fa eccezione. Il testo di Mogol si concentra sulla memoria di una relazione ormai finita. Nella strofa, che apre e chiude il brano, c’è tutto il dolore del protagonista, lasciato dalla sua donna, mentre l’inciso racconta l’episodio che ha portato alla rottura. L’intero pezzo è un gioco di equilibri tra la malinconia del presente, in cui il ricordo è più vivo che mai, e la disperazione del passato. La ragazza, oggetto d’amore e del rimpianto, viene idealizzata, ma con la consapevolezza di una reminiscenza alterata dal sentimento («bella come sei / forse ancor di più»; «dolce come mai / come non sei tu»).
Il giovane la vorrebbe ancora con sé, ma sa che oramai c’è ben poco da fare; la sua ex fidanzata non è altro che «un angelo caduto in volo». Ecco, dunque, che un flashback di quella sera fatale irrompe: «ma c’è qualcosa che non scordo», e tutto cambia all’improvviso. L’atmosfera cessa di essere sognante dolceamara e si trasforma in un fuoco di gelosia e sgomento. Durante una serata danzante, narra il malcapitato, la sua lei nota un altro uomo, e s’interessa a lui. I segnali sono inequivocabili («un sorriso / e ho visto la mia fine sul tuo viso») e sufficienti a buttar via il loro rapporto, gettando il protagonista nello strazio più assoluto («ricordo,sono morto in un momento»).
Mi ritorni in mente, dalla genesi alle cover internazionali
La parte musicale di Mi ritorni in mente nasce, in verità, da Non chiederò la carità, realizzata da Lucio Battisti. Il testo era di Roberto Matano, suo compagno di band ne I Campioni. La canzone, mai pubblicata, è del 1965, quindi prima dell’incontro con Mogol. Di questa prima versione rimane una registrazione in cui Battisti fa un’esecuzione voce e chitarra. rinvenuta nel 2000 dal collezionista Italo Gnocchi. Nel 1969 il musicista ripescò il pezzo, usando stralci della sua melodia per elaborare una nuova ballata, e il risultato fu un successo. La prima esibizione live risale al programma radiofonico di Radio 2 Gran varietà del 19 ottobre 1969, presentato da Walter Chiari.
Visti gli ottimi ristultati, nel 1970 si pensò di lanciare il brano anche all’estero. Mi ritorni in mente venne tradotta in inglese e prese il nome di Wake Me I Am Dreaming, e Lucio be realizzò un provino, rimasto inedito. Il tutto fu affidato poi al gruppo britannico dei Love Affair. Nella nuova interpretazione, il gruppo incluse soltanto la strofa, che viene ripetuta più volte, e rimosse l’inciso centrale; il singolo, però, ebbe scarsissima rilevanza. Decisamente più fortunate e riuscite furono altre cover, da Claudio Villa nel 1974 a Fiordaliso e Maurizio Vandelli nel 1995, fino a Stefano Bollani che, nel 2004, ne realizzò una versione jazz.
Lucio Battisti: 7 e 40, una corsa contro il tempo
Tutti ricordano Mi ritorni in mente, tra i capolavori assoluti della premiata ditta Mogol-Battisti. Eppure, anche il lato B, con la meno nota 7 e 40, merita la sua fetta di popolarità. Anche in questo caso, si parla di un addio. Questa volta, però, è il protagonista a sceglierlo. Appena, però, la donna esce di casa, l’inquietudine inizia a farsi strada nel suo cuore e alle 7:41, quando il treno che la porterà via da lui è partito da un solo minuto, ecco che arrivano i dubbi. Lasciarla andare sarà stata la scelta giusta? Probabilmente no, perché l’uomo si accorge velocemente di non poter vivere senza la compagna. Si lancia, quindi al suo inseguimento, correndo a prendere un volo che gli consentirà di chiederle perdono. Se in Mi ritorni in mente l’uomo subiva la decisione altrui senza far nulla per cambiare le carte in tavola, qui la situazione si ribalta.
La composizione del brano è essenziale e scorrevole. Vi sono due strofe, con la seconda che ricalca la prima anche nei versi. Nella prima è lei a partire, poi lui la segue, con una concitazione che si evidenzia nel ritornello («Presto, presto…») e una tabella di marcia serrata per recuperare l’amore perduto ( «Con l’aereo in un’ora son lì / e poi di corsa un tassì , yeah / Sono certo così / Quando arrivi col treno, mi vedi, non piangere»). A scandire l’andamento del pezzo, gli orari degli spostamenti e dei mezzi da prendere; i rallentamenti stradali corrispondono a quelli musicali. Solo un momento di pausa, in cui il protagonista sente la terra mancargli sotto i piedi, con la sola voce di Battisti a sostenerlo. Infine, la dissolvenza, che lascia in sospeso il finale di questa tribolata love story. Avrà raggiunto la sua bella? Lei sara corsa tra le sue braccia? Sfortunatamente, non lo sapremo mai.
Federica Checchia
Seguici su Google News