Il 6 Luglio del 1533 si spegneva Ludovico Ariosto, uno dei più importanti esponenti della letteratura italiana ed europea rinascimentale. Conosciuto soprattutto per il suo Orlando Furioso, fu molto prolifico ed importante anche in campo teatrale. La sua commedia più celebre, la Cassaria, è la prima commedia regolare ad imitazione dei classici latini.
Ludovico Ariosto a Ferrara e gli studi
Nel 1482 Ariosto si trasferì con la famiglia a Ferrara ma, per seguire il padre Niccolò in tutti i suoi successivi trasferimenti, trovò dimora fissa nella città Estense solo qualche anno dopo. Si iscrisse quindi alla facoltà di giurisprudenza. Abbandonata per dedicarsi allo studio delle scienze umanistiche, conobbe l’umanista Pietro Bembo. Con quest’ultimo Ariosto instaurerà un duraturo rapporto di amicizia e approfondirà lo studio su Francesco Petrarca, importante punto di riferimento per le sue composizioni.
Nel 1493, all’età di diciannove anni, scrisse il suo primo componimento drammatico, la Tragedia di Tisbe. Per l’opera Ariosto si ispirò alle Metamorfosi di Ovidio. Qualche anno dopo, la morte del padre lasciò su Ludovico l’onere del mantenimento della famiglia e fu per dunque costretto a rinunciare agli studi. Sono anni travagliati questi. Ariosto infatti lamenterà il poco tempo a disposizione lasciatogli per dedicarsi alla stesura delle sue opere.
Ariosto e il teatro: La Cassaria e i Suppositi
La Tragedia di Tisbe, oggi perduta, è da considerarsi un’opera minore. La Cassaria (1508) e I Suppositi (1509) rappresentano invece il punto più alto raggiunto dall’Ariosto in ambito teatrale. Entrambe commedie regolari, si ispirano alle opere di Plauto e Terenzio in una cornice contemporanea.
La rappresentazione della Cassaria, nel 1508, coincise inoltre con la prima applicazione della prospettiva alla scenografia teatrale. Il fondale, dipinto del pittore di corte Pellegrino da Udine, verrà successivamente utilizzato per altre rappresentazioni.
L’Orlando Furioso e gli ultimi anni
Agli inizi del 1500 Ariosto iniziò a lavorare al suo capolavoro, l’Orlando Furioso. Il poema, la cui prima pubblicazione risale al 1516, rappresenta la prosecuzione naturale dell’incompiuto Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. L’edizione finale dell’opera di Ariosto, quella del 1532, conta quarantasei canti.
Poema epico-cavalleresco, il Furioso riprende le tradizioni del ciclo bretone e carolingio presentando una scrittura basata sui canoni del classicismo illustrato dall’amico Pietro Bembo nelle Prose della volgar lingua. L’opera comprende tre filoni narrativi: la guerra in Francia tra Carlo Magno e gli invasori saraceni guidati da Agramante, l’amore di Orlando per Angelica, sfociato nella follia dell’eroe, ed infine l’amore tra Ruggiero e Bradamante, dal quale nacque la casata Estense. Nel 1522 Ariosto viene nominato governatore della Garfagnana, nuovo territorio sotto la sfera d’influenza Estense. Dopo tre anni fa ritorno a Ferrara, dove si spegne il 6 luglio del 1533.
Riccardo Malarby
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